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sciogliere i suoi dubbi sull’atto di creazione degli angeli e del mondo, per parlargli della<br />
caduta di alcuni di loro e della successiva funzione di creazione della natura, del mondo<br />
sublunare e delle loro influenze su di esso.<br />
In tutto questo affresco è possibile ritrovare in Dante molte delle tematiche della filosofia e<br />
della teologia medioevale, ma anche profonde influenze della mistica araba, da Avicenna ad<br />
Al Ghazali, nonchè evidenti tracce di testi della tradizione gnostica, in particolare alcune<br />
delle Apocalissi gnostiche.<br />
Superato il cielo di Saturno e dopo aver risposto alle domande sulla fede, speranza e<br />
carità poste al poeta dai tre apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, Dante, salito al primo<br />
mobile, ha la visione dei nove cerchi angeli che ruotano velocissimi intorno a Dio, con un<br />
movimento che è tanto più veloce quanto maggiore è la vicinanza al punto luminoso che li<br />
attira con un atto d’amore.<br />
Forse cotanto quanto pare appresso<br />
a lo cigner la luce che ‘l dipigne<br />
quando ‘l vapor che ‘l porta più é spesso,<br />
distante intorno al punto un cerchio d’igne<br />
si girava sì ratto, ch’avria vinto<br />
quel moto che più tosto il mondo cigne,<br />
e questo era d’un altro circumcinto,<br />
e quel dal terzo, e ‘l terzo poi dal quarto,<br />
dal quinto il quarto, e poi dal sesto il quinto.<br />
Sopra seguiva il settimo si sparto<br />
già di larghezza, che ‘l messo di Iuno<br />
intero a contenerlo sarebbe arto.<br />
Così l’ottavo e il nono e ciascheduno<br />
più tardo si movea, secondo ch’era<br />
in numero distante più da l’uno;<br />
e quello avea la fiamma più sincera<br />
cui men distava la favilla pura,<br />
credo, però che più di lei s’invera.<br />
La donna mia, che mi vedea in cura<br />
forte sospeso, disse: “ Da quel punto<br />
dipende il cielo e tutta la natura.<br />
Mira quel cerchio che più le è congiunto;<br />
e sappi che ‘l suo muovere é sì tosto<br />
per l’affocato amore ond’elli è punto”.<br />
La descrizione che Dante ne fornisce è strettamente attinente a quella di Dionigi Areopagita,<br />
che qui egli indica come la vera attendibile, rettificando quella del Convivio, in cui la<br />
posizione di Principati e Troni era stata invertita. In questo errore, ci dice Dante, era anche<br />
caduto Gregorio Magno, che, dopo la morte, salito al cielo, potè constatare la verità e rise di