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Riccioli rifacendosi a sant'Agostino e tanti altri Padri e Dottori della Chiesa ( cfr. Giovan<br />
Battista Riccioli, Chronologiae Reformatae, op. cit., lib. VIII, pp. 298-370 ). Un anno, il 7<br />
dopo Cristo, che da decine di lustri è scomp<strong>ars</strong>o dai testi, forse per il desiderio della Chiesa<br />
( p.e. dei PP. Maurini ) di potersi uniformare alla moda, ovvero alla ricerca storica moderna<br />
( cfr. A. Cappelli, Cronologia e Calendario Perpetuo, Hoepli, Milano 1988, p.8; Elia<br />
Millosevich, L'era volgare, Nuova Antologia, terza serie, vol. LIV, Roma 1894, pp.<br />
138-150 ): una scomp<strong>ars</strong>a che ha poi prodotto l'abbandono della ricerca simbolica tanto cara<br />
anche a Dante e che, a sua volta, ha finito per disincentivare lo studio del pensiero autentico<br />
del Poeta stesso.<br />
Dopo aver indicato la risoluzione del primo problema inerente il tempo cronologico, sarà<br />
però decisivo sofferm<strong>ars</strong>i anche sui suoi significati simbolici, ovvero sui contorni del tempo<br />
vissuto: quello che è deputata a scandire la liturgia cristiana la cui forza poetica sembra però<br />
in grado di confermare pienamente l'ipotesi cronologica avanzata.<br />
Il problema della caduta delle neve mentre Maria dava al mondo Gesù Cristo non è intanto<br />
per Dante di poca importanza e nemmeno un fenomeno pittoresco. Perchè ?<br />
Dobbiamo considerare che la neve non è identificabile per la sua bianchezza ma per il suo<br />
candore: in quanto la neve è per definizione candida, non bianca. Successivamente<br />
dobbiamo anche tener presente che la veste, il corpo, dei martiri è, per la liturgia e la<br />
tradizione, ugualmente identificabile per il suo candore. Recita il TE DEUM ( ovvero, "In<br />
Te Domine speravi" [ v. 31; cfr. Pur., XXX, 83 ] ): " Te Martyrum candidatus laudat<br />
exercitus " ( Te loda il candido esercito dei Martiri ). Tutto ciò che è candido non vuol<br />
dunque dire, in primo luogo, che è puro, ovvero senza mai aver conosciuto il peccato, come<br />
preferiscono insinuare gli insegnanti della dottrina cristiana procurando nei fedeli una sorta<br />
di castrazione psichica poichè, il "puro", si finisce per riferirlo soprattutto al peccato<br />
sessuale. Tutto ciò che è candido dovrà invece intendersi, in senso medievale, che si è già<br />
incamminato verso la ricerca della vera mèta: quella della verità in ogni campo. Tutto ciò che<br />
è candido ( " Manibus, oh, date lilia plenis ! ", Pur., XXX, 21 ), in definitiva sarà tale<br />
perchè chi ricerca la verità in ogni campo assai facilmente può essere condotto al martirio<br />
per l'insopportabilità della luce da lui fatta emergere in quanti si trovano ancora, rispetto ad<br />
essa, nelle tenebre: e non mi perito qui a fare i nomi, per esempio, di Giovanna d'Arco, di<br />
Cristoforo Colombo, di Galileo Galilei e, ovviamente, di Dante. Tutto ciò che è definibile<br />
dantianamente e cristianamente come candido vuol quindi dire: a) - che ha avuto accesso<br />
alla verità; b) - che perciò è andato incontro al martirio per aver dovuto proclamarla come,<br />
emblenaticamente, è successo a san Pietro apostolo per aver voluto seguire l'esempio di<br />
Gesù Cristo.<br />
Rilevato tutto ciò, siccome il cielo di Maria corrisponde al Cristallino, o Primo Mobile, o<br />
Nono cielo, se Dante quando approda a questo stesso cielo di Maria recita: " Sì come di<br />
vapor gelati fiocca / in giuso l'aere nostro, quando 'l corno / de la capra del ciel col sol si<br />
tocca, / in sù vid'io così l'etera addorno / f<strong>ars</strong>i e fioccar d'i vapor triunfanti / che fatto avien<br />
con noi quivi soggiorno " ( Par., XXVII, 67-72 ), dovrà intendersi:<br />
a) - che il Nono cielo è, e sarà, uniformemente ( v. 101 ) ed eternamente sempre uguale al<br />
momento in cui Maria partorì Gesù Cristo e che questo momento è da identificare in un 25<br />
dicembre in quanto Dante specifica " Sì come ... quando 'l corno de la capra del ciel col sol