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quaderno n.3 - ars

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124) perchè è l’avaro stesso a leg<strong>ars</strong>i alla materia, al possesso sterile. I golosi, dalla figura<br />

oscura e cava, palida nella faccia e tanto scema che dall' ossa la pelle s’informava (Purg<br />

XXIII, 24-24), condannati a una sorta di supplizio di Tantalo, sono un ritratto ante litteram<br />

della anoressia nervosa, di cui è caratteristica una costante preoccupazione con il cibo, fino<br />

al punto di stivarne grandi quantità senza però nutrirsene. Infine i lussuriosi ardono èn sete<br />

e èn foco, però a differenza dell’Inferno, dove sono trascinati incessantemente dalla<br />

passione, nel Purgatorio, cioè nella fase terapeutica, non agiscono lussuriosamente, non<br />

seducono come Francesca, ma ardono senza l’oggetto della libido e proprio per l’assenza<br />

dell’oggetto provano ìsete e focoî: l’impulso è presente, non soddisfatto, ma sublimato in<br />

un breve bacio (Purg XXVI, 32)<br />

Durante il processo terapeutico si acquisisce coscienza di sè, evento all’inizio non sempre<br />

piacevole, ma D. riconosce che tosto sarà ch’a veder queste cose non ti fia grave<br />

( Purg XV, 31-32). Il bene si diffonde e come specchio l’uno all’altro rende (Purg XV,<br />

75). Mi pare interessante osservare che coscienza di sè e consapevolezza della propria<br />

condizione esistenziale, cat<strong>ars</strong>i, apprendimento interpersonale, imitazione di modelli di vita e<br />

presenza di una guida, sono considerati fattori terapeutici nelle terapie di gruppo<br />

[I.D.Yalom, The theory and practice of group psychotherapy, 1985, Basic Books, New<br />

York]. Come spesso avviene in terapia, anche qui si passa attraverso fasi di amarezza:<br />

m’andava io per l’aere amaro e sozzo (Purg XVI, 13).<br />

Nel Canto XVI D. tratta il tema: necessità e libero arbitrio (Purg XVI, 67-81). In termini<br />

moderni, potremmo parlare di libertà e determinismo biologico. Il fatto che vi sia pur<br />

sempre possibilità di scelta nei limiti della struttura mentale imposta dalla natura, significa<br />

che l’individuo ha sempre un grado di responsabilità, tanto nella vita quanto nella terapia.<br />

Ne segue che il manifest<strong>ars</strong>i di una pulsione è necessità, ma il ritenerla è una scelta (Purg<br />

XVIII, 70-72). Il concetto di amore, distinto in naturale e d’animo (Purg XVII, 91-102),<br />

che si rifà al pensiero di Tommaso d’Aquino, è in fondo sovrapponibile al concetto<br />

psicoanalitico di libido. La pulsione naturale, in quanto tale, non è nè buona nè cattiva, è per<br />

così dire, energia. E’ l’Io, dotato di volontà e ragione, che può controllare e indirizzare tale<br />

energia, e all’Io appartiene l’amore ìd’animoî.<br />

Ho già accennato al Purgatorio come la vita vera ma anche come comunità terapeutica.<br />

Mantenendo questo paragone, osserviamo che la liberazione di un’anima dal Purgatorio<br />

(Purg XX) si accompagna a terremoto e canti: è un evento degno di nota e tale è pure la<br />

partenza di un membro dalla comunità terapeutica e, come nelle comunità terapeutiche, il<br />

Purgatorio libero è qui da ogni alterazione (Purg XXI, 43), non c’è posto per i mutamenti<br />

indotti dal caso. C’è inoltre una ìlista d’attesaî per entrarvi: l’antipurgatorio.<br />

Ritorniamo al girone dei lussuriosi: qui D. è ancora una volta attratto dai personaggi che lo<br />

popolano, e egli stesso dimostra propensione a godere con l’udito (Purg XXVI, 99) e con<br />

la vista (Purg XXVI, 103). Per andare oltre il girone dei lussuriosi D. deve attraversare il<br />

fuoco purificatore. Ma vi è sostanziale differenza tra questa fiamma e quella che avvolge i<br />

lussuriosi? In entrambi è tormento, anche se qui Virgilio chiarisce che può esser tormento<br />

ma non morte (Purg XXVII, 21), e l’esortazione ad andare oltre si accompagna ad un<br />

riferimento a Gerione, di cui abbiamo già discusso la minaccia sessuale: sovresso Gerion ti<br />

guidai salvo (Purg XXVII, 23), rassicura Virgilio. In altre parole, se prima è stata superata

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