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quaderno n.3 - ars

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dello stesso giorno lo raggiunsero Dante, il notaio ed i testimoni che avevano presenziato<br />

all’atto di procura.<br />

Nella camera del palazzo vescovile, davanti a tutti i testimoni, la pace venne conclusa<br />

con il bacio scambiato tra Dante ed il Vescovo di Luni. Il bacio che chiuse la missione del<br />

poeta, suggellando lo scopo politico per il quale il poeta era stato chiamato in Lunigiana,<br />

ponendo così fine ad una lunga serie di contrasti e di violenze, dove quella terra e quelle<br />

genti erano stati straziati in più modi.<br />

A questa parte conclusiva ed ufficiale è da aggiungere tutto il periodo preparatorio<br />

dell’avvenimento dei cui modi e della cui durata non abbiamo documentazione, ma<br />

considerando la complessità degli interessi in giuoco e della lunga rivalità di può certamente<br />

dedurne che essa sicuramente non fu ne breve ne facile.<br />

Non è assurdo pensare che Dante per conoscere e meglio poter valutare le varie<br />

possibilità che questa trattativa gli offriva, si sia spostato ed abbia percorso vari itinerari nei<br />

castelli Malaspiniani sp<strong>ars</strong>i in terra ligure.<br />

Alagia Fieschi, consorte di Morello Malaspina, per concorde testimonianza dei<br />

commentatori e degli storici antichi, fu donna di grande bontà e di grande valore. Forse fu<br />

proprio lei che patrocinò l’ospitalità concessa dai Malaspina a Dante, proteggendolo e<br />

consolandolo in quel terribile momento di vita, quando dopo le guerre mugellane e l’infelice<br />

tentativo della Lastra, fuoriusciti fiorentini perdevano ogni speranza di ritornare in patria<br />

con la forza delle armi e più terribile risuonava da Firenze la conferma del bando per il<br />

poeta, che nei suoi versi citati cerca di ricompensare degnamente la sua generosa protettrice.<br />

Poiché Dante vi apprezzava la sua bontà e nello stesso tempo soggiunge un<br />

ammonimento contro i malvagi influssi della sua casa, sembra che egli abbia per donna<br />

Alagia provato un vivo sentimento.<br />

E quando può il poeta aver concepito una tale emozione se non in quel momento in<br />

cui godette dell’ospitalità dei Malaspina?<br />

L’opinione di molti studiosi è appunto quella che Alagia abbia procurato la<br />

conoscenza e la familiarità fra Dante e suo marito, ma purtroppo è soltanto un’ipotesi, ma di<br />

tale importanza che meriterebbe più attenzione, in quanto essa spiegherebbe, nel modo più<br />

semplice e più conveniente, l’omaggio esortivo che i poeta offre nei suoi versi alla nobile<br />

donna.<br />

Gli antichi commentatori di questo canto furono abbondanti di lodi per questa donna e<br />

uno di essi scrisse: .<br />

L’autore di questa nota fu ospite per molto tempo in Lunigiana nel castello di<br />

Giovagallo, presso Morello Malaspina e per questo conobbe Alagia e vide coi propri occhi<br />

che faceva dire messe ed orazioni per suo zio Ottobono.<br />

Dante conobbe Alagia giovanissima, nobile e cortese castellana e l’ammirò<br />

profondamente; secondo alcuni studiosi anzi, egli l’amò di un amore rispettoso e platonico.<br />

Più probabilmente fu l’ammirazione reverente di un uomo ormai maturo, per una<br />

giovane donna dai lineamenti delicati e dal carattere dolcissimo.<br />

Questa sua ammirazione traspare evidente nei versi messi in bocca allo zio, anche se<br />

al temo stesso questi gettano un’ombra scura sul casato dei Fieschi.<br />

Benvenuto da Imola avverte che Dante discorre con onestà e cautela, giacché afferma

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