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quaderno n.3 - ars

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Palacios e Cerulli. Viene presentata una serie di «esempi di situazioni strutturali del<br />

“Libro della Scala” che permettono a Dante di cre<strong>ars</strong>i un modello analogico, anche<br />

se sul piano della realizzazione artistica un abisso separerà la “Commedia” dal<br />

“Libro”, opera di livello abbastanza popolareggiante ma che forse attrasse dante per<br />

la variopinta ricchezza tipologica e figurale soprattutto dell’Inferno». Si conclude<br />

affermando che «è assai agevole provare che il modello strutturale per la<br />

“Commedia” viene direttamente dal “Libro” e la “Commedia” hanno in comune<br />

elementi per così dire costruttivi, architettonici dell’oltretomba e descrizioni di pene<br />

infernali assenti dal riassunto».<br />

CUSANI, EMMA Il grande viaggio nei mondi danteschi.<br />

Iniziazione ai Misteri Maggiori, Mediterranei, Roma 1993.<br />

- Lettura in chiave esoterica della<br />

“Commedia”, sostanzialmente conforme all’Esoterismo tradizionale. Il poema<br />

dantesco, si legge nel risvolto di copertina, deve essere sottratto «all’imprimatur<br />

della Chiesa cattolica e alla convenzionale e talvolta mummificante interpretazione<br />

degli Accademici». Dante vuole registrare «l’espandersi della Coscienza di un<br />

Discepolo – Iniziato sui Regni superfisici della Natura. Una iniziazione de nei<br />

Misteri Maggiori veniva impartita sempre e solo all’Equinozio di Primavera e che,<br />

all’epoca di Dante, coincise con i tre giorni del “Grande Viaggio” di Lui». Una<br />

efficace successione dell’opera della Cubani è stata fatta da Luciano Ferr<strong>ars</strong>i sul<br />

fascicolo n. 4, giugno 1998, di “Sotto il Velame”.<br />

DONATI, UMBERTO L’ermetismo in Dante, A. Signorelli, Roma<br />

1969.<br />

- Si tratta di una conferenza tenuta il 21<br />

settembre 1968 a Gualdo Tadino, durante la celebrazione annuale della “sagra di<br />

Dante”. Affronta alcuni punti controversi come quello della interpretazione del<br />

Veltro.<br />

Questo non è che il «libro nato da stracci<br />

pressati tra “feltro e feltro”, destinato a fissare, diffondere rapidamente e perpetuare<br />

nei secoli il pensiero umano col ritorno a una concezione spirituale dell’essere».<br />

Proposta questa originale interpretazione, l’autore prosegue: «Si potrebbe azzardare<br />

l’ipotesi che il “cinquecento dieci e cinque” voglia significare il numero<br />

approssimativo delle pagine preventivate da Dante per la prima stesura del poema».<br />

Dante, pertanto, avendo coscienza della grandezza del suo ingegno, occulta dietro<br />

l’immagine del Veltro la sua “Commedia”, che avrà lo scopo di distruggere la lupa,<br />

liberando per sempre gli uomini dai suoi poteri diabolici.

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