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adeguatamente la candidatura di Arrigo VII di Lussemburgo alla corona imperiale.<br />
Nel canto XIX dell’Inferno, i cui protagonisti sono i Papi simoniaci, Dante presenta<br />
il suo atteggiamento nei confronti della Chiesa del suo tempo.<br />
La terza bolgia è punteggiata da specie di pozzetti, da cui emergono le gambe dei<br />
dannati, che guizzano forsennatamente a causa delle fiamme che bruciano loro le<br />
piante dei piedi. Vi sono puniti i simoniaci, uomini di chiesa che fecero mercato delle<br />
cariche sacre e ridussero la curia a mero strumento di potere temporale.<br />
L’anima di Papa Niccolò III Orsini parla della propria rapacità:<br />
...e veramente fui figliol de l’orsa<br />
cupido sì per avanzar gli orsatti,<br />
che sì l’avere e qui mi misi in borsa.<br />
(I.XiX, vv.70-72)<br />
e di quella dei due Papi simoniaci che verranno dopo di lui, Bonifacio VIII e<br />
Clemente V:<br />
...Se’ tu sì tosto di quell’aver sazio<br />
per lo qual non temesti tòrre a inganno<br />
la bella donna, e poi di farne strazio?<br />
(id. vv.55-57)<br />
...dopo di lui verrà di più laida opra,<br />
di ver’ ponente, un pastor sanza legge<br />
(id. vv83-84)<br />
In questo canto Dante sfoga la sua amarezza nei confronti della Chiesa del suo tempo,<br />
malata di nepotismo e di corruzione, che ha perduto i valori evangelici. Gli<br />
ecclesiastici e i Papi sono i diretti responsabili dei mali della Chiesa, che hanno<br />
mondanizzato e politicizzato, anziché circoscriverla nell’ambito spirituale e religioso<br />
che le è proprio.<br />
La donazione di Costantino, che Dante ritenne un fatto storicamente indiscutibile,<br />
demarca la linea tra il vero cristianesimo dell’età apostolica e il falso cristianesimo dei<br />
Papi simoniaci, che allargano il potere economico e politico della loro famiglia<br />
sfruttando la posizione raggiunta.<br />
L’elemento scatenante del canto è assente: Bonifacio Viii non è ancora morto, non<br />
occupa il posto che lo aspetta all’Inferno per aver scatenato odi e passioni<br />
contrapposte nei cittadini di Firenze e costretto Dante all’esilio.<br />
Il dibattito politico, morale e religioso sul Papati s’innesta sulle vicende biografiche e<br />
prende toni profetici: il poeta e la sua poesia diventano i giudici dei mali della società<br />
contemporanea.<br />
Il canto XIX si conclude con un’appassionata invettiva, con cui Dante sfoga la sua<br />
delusione e la sua indignazione: