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libertà al fine di poter raggiungere la deità, o nobiltà, o santità. Infatti è questo il motivo per<br />
cui Catone sarà il sapiente e severo custode anche della risalita delle anime verso la<br />
sommità del Purgatorio e quindi verso la deità, mentre, in rapporto a Dante, sarà anche in<br />
grado di perentoriamente indicare qual è il rito a cui dovrà essere sottoposto per rendersi<br />
docile, permeabile, all'Opera della Grazia divina ( Pur., I, 94-99 ). Sostiene Dante che come<br />
il giunco è docile, morbido, flessibile, al moto ondoso delle acque che circondano la<br />
montagna del Purgatorio, così lui dovrà essere sottomesso, f<strong>ars</strong>i docile, all'Opera della<br />
Grazia divina. Il moto ondoso dell'acqua simboleggia la Grazia operante proveniente da<br />
Dio; il giunco schietto che asseconda il moto ondoso dell'acqua è invece la Grazia<br />
cooperante dell'essere umano rettamente intenzionato, ovvero quanto dovrà diventare<br />
pienamente attivo in Dante. L'intesa fra le due forme di Grazia, operante e cooperante, è<br />
quanto è necessario a condurre le anime alla deità e di cui Catone ha scienza. Tenuto<br />
presente che nel Purgatorio, alla partenza di questa lenta crescita, il "direttore d'orchestra" è,<br />
appunto, Catone, una qualche basilare importanza, nel contesto della salvezza, questo<br />
pagano la dovrà pur avere. Io ritengo che l'esegesi dantesca tradizionale non abbia, sotto<br />
questo profilo, potuto afferrare la figura di Catone perchè, anche in questo caso, le sono<br />
mancate le basi astrologiche e liturgico-cristiane.<br />
Orbene, siccome Dante pone Crux a coronare e qualificare la testa di Catone, " Li raggi de<br />
le quattro luci sante / fregiavan sì la sua faccia di lume, / ch'i 'l vedea come 'l sol fosse<br />
davante " ( Pur., I, 37-39 ), è di tutta evidenza che egli intende far dipendere le predette ed<br />
eccelse qualità di Catone dalla stessa "virtuosior" Croce del sud. Ma se Dante si permette<br />
poi di paragonare gli influssi di Crux a quelli del Sole ( " ch'i ìl vedea come 'l sol fosse<br />
davante " ), dopo averci fatto sapere che nessuna cosa sensibile di questo mondo è più<br />
degna di assomigliare a Dio del Sole stesso ( Convivio, III, XII, 7 ), è di tutta evidenza che<br />
egli finisce per riconosce anche a Crux di poter essere paragonata a Dio e quindi di poter<br />
presiedere alla Nascita di Dio, cioè del Figlio, la seconda Persona della Santissima Trinità.<br />
Mi sembra anzi di poter dire che Crux, per Dante, abbia qualcosa in più da aggiungere al<br />
senso di Luce del Mondo e di Luce della Coscienza che l'astrologia e Dante attribuiscono<br />
allo stesso Sole e che sappiamo risolversi nello stato ontologico di Comunione.<br />
Probabilmente Crux riguarderebbe allora la Confermazione di quanto è già proprio al Sole<br />
stesso e, perciò, essa sarebbe inerente al martirio. Orbene se la divinità a cui inclina Crux<br />
conduce al martirio e il martirio è identificabile col candore, il suicidio di Catone dovrebbe<br />
corrispondere allora per Dante ad un genere di martirio. Ma se così, la vesta "chiara" con<br />
cui un giorno Catone stesso salirà in Paradiso dovrà intendersi nel senso che il suo corpo<br />
sarà candido come quello dei martiri. Recita Dante: " Tu 'l sai, che non ti fu per lei ( per<br />
la libertà ) amara / in Utica la morte ( martirio ), ove lasciasti / la vesta ch'al gran dì ( per<br />
aver subito il martirio ) sarà sì chiara ( ovvero, per me, candida ) " ( Pur., I, 73-75 ).<br />
Per inciso, se il candore è il segno distintivo dei martiri, allora quando la Beatrice<br />
personaggio appare a Dante nel Paradiso terrestre con la testa coperta da un velo candido,<br />
potrebbe anche voler significare che la Beatrice persona forse subì in vita un qualche<br />
genere di martirio: " sovra candido vel cinta d'uliva / donna m'apparve ... " ( Pur., XXX,<br />
31-32 ). Io ipotizzo che il suo martirio consista nel dover essere andata in sposa a Simone<br />
de' Bardi quando invece amava Dante e perciò fu sposa contro la sua volontà ( ? ). E' ovvio