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quaderno n.3 - ars

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Pochi vengono riconosciuti gli "eletti" che impiegano il proprio tempo nell'analisi delle<br />

caratteristiche interiori; e le difficili leggi che regolano la loro comprensione, proprio per la<br />

loro componente di difficile razionalizzazione, "talvolta divengono fonte di ispirazione per il<br />

poeta, o suggeritrici di scoperte per il sapiente, ma anche apportatrici di gioia e di dolore,<br />

cioè motivo di movimento di un determinato pathos.<br />

Introducendo poi il concetto di "aspirazioni vaghe", Daudet sottolinea come questi elementi<br />

che costituiscono il "margine esterno del moi" siano spesso, con il loro senso di<br />

indeterminatezza, forieri di una condizione di schiavitù dell'uomo, poiché ne legano la<br />

coscienza: ne è un esempio la passione ideale, che si trasforma in ossessione<br />

(dantescamente: in travalicamento dell'aristotelico "giusto mezzo"), in quanto vago e privo<br />

di una finalità.<br />

Per sfuggire a questa condizione, è necessario che venga esercitato un costante controllo su<br />

se stessi, a cui è preposto proprio il soi, l'être original, l'essenza della personalità libera dagli<br />

hérédismes.<br />

E, ricorda Daudet, estrinsecazione prima del soi è proprio l'impulsion o initiative créatrice, il<br />

porsi cioè di una finalità che informi le "aspirazioni vaghe"; così inizia l'emancipazione della<br />

componente ereditaria: dirigersi verso un'azione "definita", com'è per il pellegrinaggio<br />

dantesco, fa sì che l'individuo sia mosso solo da "se stesso" (benché, medievalmente,<br />

rapportato ad una presenza infinita ed assoluta, quindi ultraterrena).<br />

Si ricorderà, a questo punto, che il termine della funzione di guida -ragione assunta da<br />

Virgilio, in vetta al Purgatorio (regno della piena riedificazione morale ed intellettiva), verrà<br />

siglato con queste parole rivolte a Dante dal poeta latino: «libero, dritto e sano è tuo<br />

arbitrio» (Purgatorio, XXVII 140).<br />

Viene giustamente sottolineato che<br />

l'elemento permette la distinzione fra aspirazioni vaghe e action<br />

définie, è l'equilibre par la raison, senza il quale ogni tipo di saggezza<br />

sarebbe impossibile, anzi inconcepibile. Questo equilibrio intellettuale e<br />

morale è proprio dell'essere umano: è solo attraverso la sua virtù che si<br />

sviluppa e si accresce. La ragione umana cerca l'equilibrio poiché è l'unica<br />

condizione di tranquillità interiore; tale ricerca parte dal soi, e ad esso<br />

ritorna [...].<br />

La sintesi degli elementi del soi si concretizza nel cosidetto "atto di fede", da deputare alle<br />

gerarchie politico-morali più alte, poiché il soi è sociale, e rifiuta l'anarchia, in quanto è<br />

portatore di istanze costruttrici e agglomeranti.<br />

Suo compito precipuo è quello di incanalare le ossessioni del moi, utilizzarle nello sviluppo<br />

delle capacità personali, altrimenti l’individuo è destinato alla disperazione ed alla mancanza<br />

di evoluzione, poichè l’unica preoccupazione del moi è di esaltare i difetti nel disprezzo<br />

delle proprie qualità, in quanto è sinonimo di dissociazione e dispersione; infatti Daudet<br />

afferma, a questo proposito:

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