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quaderno n.3 - ars

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Alagia Fieschi rimase vedova di Moruello Malaspina tra gli anni 1313 e 1315. Il 13<br />

giugno del 1313, alcuni mercanti cremonesi e uno bergamasco, dichiararono che durante un<br />

loro transito in val di Trebbia in località “villa di Croce”, territorio di Moruello Malaspina,<br />

furono fermati e trattenuti dagli armigeri dei Malaspina, ma Mouccio di Giovagallo,<br />

famigliare di Moruello, prestò loro protezione e provvide a scortarli fino alle terre di<br />

Brusca, appartenente ai Fieschi, fratelli di Alagia.<br />

Alagia nel 1315 era vedova, come risulta da alcune indulgenze accordate da frate<br />

Berengario maestro dell’ordine dei p.p. predicatori, durante le celebrazioni del capitolo<br />

generale a Bologna. (Pergamene fondo Malaspina, l.c.; Gerini, Uomini illustri della<br />

Lunigiana, vol. II, p. 45).<br />

Morto il marito, Alagia passò dalla Lunigiana a Genova, dove andò a risiedere in<br />

una casa poco distante da Castelletto, abitazione di sua figlia già vedova di un Grimaldi,<br />

aiutandola ad educare i figli minorenni.<br />

Il 5 ottobre 1325, Giovanni di Vegio largiva ad Adalasia, vedova di Moruello Malaspina,<br />

procuratrice di sua sorella Giovanna, alcuni possessi in Lunigiana. La donazione è stipulata<br />

in Genova dal notaio Enrico de Carpena, nel palazzo di Manfredina, vedova di Alaone<br />

Grimaldi, posta a S. Francesco in “contrada berghinorum”, essendo presenti prete Giovanni<br />

di Giovagallo, cappellano della stessa Adalasia e Bastardo Malaspina. (Pergamene fondo<br />

Malaspina).<br />

Il 29 maggio del 1327, Fiesca figlia del fu Moruello Malaspina, erede istituita dal<br />

padre per lire 1000 di genovini, come dal testamento rogato dal notaio Pietro de Dalfinelli<br />

da Pontremoli, cede l’eredità alla madre Alagia.<br />

L’atto fu rogato nel castello di S. Miniato in casa di Ser Simone. (Pergamene fondo<br />

Mlaspina).<br />

Questa figlia aveva sposato Marcoaldo Guidi, conte di Dovadola, ed in seconde nozze<br />

Nicolò del Pecora, signore di Montepulciano.<br />

Il 20 marzo del 1328, Ugo del fu Francesco degli Enrighini di Pontremoli, dichiara<br />

d’aver ricevuto da Alagia, vedova di Moruello Malaspina 10 fiorini d’oro, che darà fra un<br />

anno in Genova.<br />

L’atto fu rogato dal notaio Opizzino detto Luparello del fu Paganino Lupi da<br />

Virgoletta, in Genova, di fronte la chiesa di San Siro, nella casa di Rizzardo Grimaldi e<br />

fratelli “in qua habitat domina Alaxia cum filiis et familia”, essendo presenti prete Giovanni<br />

da Giovagallo, Giovanni Pace da Sarzana e Guglielmuccio Petri di Brina.<br />

Il 12 gennaio del 1331 Federico e Valentino del fu Bernabò Cantello e Teodora<br />

moglie di Erminio Levaggi vendono al notaio Marco da Passano, procuratore di Alagia<br />

figlia del fu Nicolò Fieschi, otto luoghi nelle compere di S. Giorgio. L’atto fu rogato nella<br />

contrada di S. Francesco, in casa di Manfredina, figlia di detta Alagia e vedova di Arone<br />

Grimaldi.<br />

Il 1 luglio del 1331, Rogerio di Dovadola, conte palatino in Toscana, figlio del fu<br />

Salvatico, costituisce procuratore Gianne Maffei della società degli Spini di Firenze, col<br />

mandato di ricevere 1500 lire come rimanenza della dote spettante a Fiesca, figlia di Alagia<br />

Malaspina, sposa di suo figlio Marcoaldo.<br />

Il 1 giugno 1334, Guglielmo da Milano, procuratore del cardinale Luca Fieschi, cede

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