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Léon Daudet non perderà occasione di rimarcare il debito che lo lega ai due autori, per lui<br />
fondamentali. Spesso raffronterà la sua opera con quella di Rabelais, sentendo che la sua<br />
spiccata ironia ed il gusto per la satira e la polemica, affondano le radici nella sua opera.<br />
Grande rilievo avrà anche lo studio della letteratura latina e greca, con un'attenzione<br />
particolare per la lingua latina, che secondo lui è "ciò che fa il fondo -e la forma- delle lettere<br />
francesi".<br />
Il padre lo impegnerà altresì nello studio della lingua tedesca, che il figlio parla già ad 8<br />
anni; é un insegnamento impartito, non tanto per un desiderio di avvicinamento alla cultura<br />
germanica, quanto perché il giovane Léon possa conoscere il suo nemico, il popolo che ha<br />
umiliato la Francia.<br />
Il rendimento scolastico sarà ottimo: già in lui si manifesta uno spiccato senso della<br />
competizione, ed una intima determinazione a primeggiare, certo non estranea ad un'insita<br />
tensione verso la perfezione.<br />
Gli anni del liceo portano con sé profondi turbamenti emotivi, mettendo ancor più in luce<br />
l'animo inquieto di Daudet. Ne La Recherche du Beau parlerà del risveglio dei sensi e<br />
dell'importanza dell'amore; descrivendo minuziosamente la prima volta che è stato turbato<br />
eroticamente: la descriverà come un’esperienza sconvolgente per lui che, fino ad allora,<br />
aveva cercato il "bello" nei libri.<br />
L'eredità più ingombrante e tragica lasciata dal padre sarà quella della malattia: il brusco<br />
peggioramento della salute, già cagionevole, di Alphonse rivelerà la vera natura delle sua<br />
sofferenze, frutto di un'infezione sifilitica, che lo costringerà a continui ricoveri ed a<br />
soggiorni nelle stazioni termali, nel tentativo di trovare sollievo agli spasmi muscolari che<br />
spesso lo attanagliano. Sarà un duro colpo per lui: il suo amato padre potrebbe morire entro<br />
breve e comunque il tempo che gli resta lo trascorrerà tra dolori che si faranno sempre più<br />
atroci.<br />
Sentirà l'ombra della malattia su di sé, uno spettro che egli cercherà di esorcizzare negli<br />
studi sull'ereditarietà, soprattutto ne L'Hérédo, che avrà come sottotitolo Essai sur le drame<br />
intérieure, proprio a sottolineare la tragedia personale. Hérédo è un termine medico usato<br />
per indicare la sifilide ereditaria. Léon lo fa assurgere a concetto che descrive il peso<br />
dell'ereditarietà, che non è solo biologica ma è anche comportamentale. L'uscita di questo<br />
testo segna la fine di anni di dubbi e di timori sulla presenza del "male" in lui e soprattutto<br />
nei suoi figli.<br />
Per alcuni biografi è proprio la malattia del padre che lo spinge a intraprendere gli studi di<br />
medicina, lasciando indietro la passione per la letteratura: si iscriverà all' École de médecine<br />
di Parigi, e supererà il concorso di internato, passando così un periodo all' H...tel-Dieu, il<br />
maggiore ospedale di Parigi.<br />
Il carabin Léon Daudet, così si chiamavano gli studenti di medicina, si trova a frequentare<br />
una facoltà che in quel momento gode di una particolare considerazione. Gli studi sull'isteria<br />
del Prof. Charcot sono noti in tutta Europa. Molti sono gli studenti che si recano a Parigi<br />
per alcuni mesi per potere seguire le lezioni che Charcot ed i suoi assistenti tengono alla<br />
Salpêtrière. Basti pensare all'influenza che l'esperienza parigina ebbe su Sigmund Freud per<br />
rendersi conto della portata "rivoluzionaria" delle teorie sull'isteria proposte dal patologo<br />
francese. Daudet sarà insieme affascinato e disgustato dalla cour des miracles creatasi