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quaderno n.3 - ars

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Nel percorso che porta a stabilire i "fondamenti psicologici e<br />

fisiologici della responsabilità morale", Daudet individua all'interno di<br />

ogni persona, una volta ottenuta la libertà della coscienza e dell'arbitrio, il<br />

dovere di realizzare il "capolavoro" che ha in sé:<br />

Ogni uomo porta in sé la possibilità di un capolavoro, o più<br />

esattamente del capolavoro su questa terra: la fioritura della propria<br />

coscienza, al di fuori degli ostacoli congeniti. Il mezzo per raggiungere<br />

questo splendido risultato, è la volontà nello sforzo (op. cit., p. 8).<br />

Poiché la reazione alle componenti negative del proprio animo e la ricerca del personale<br />

equilibrio, che prevede la proiezione all'esterno degli elementi di dissidio e turbamento,<br />

viene stimolata da quella che Daudet definisce impulsion créatrice, e viene presa in analisi<br />

una delle forme più elevate risultanti da essa: la creazione letteraria.<br />

è infatti proprio attraverso la scrittura che molti grandi artisti, sostiene lo studioso francese,<br />

sono riusciti a liber<strong>ars</strong>i da quelle fonti di turbamento rappresentate dai loro "protagonisti<br />

psichici", trasferendo nell'opera letteraria e nei personaggi creati gli elementi ereditari del<br />

moi.<br />

Poeta principe del ricongiungimento e della chiara rivincita del soi viene riconosciuto essere<br />

proprio Dante; e se è vero che<br />

e che<br />

L'opera d'arte è spesso uno sforzo personale dell'individuo per<br />

liber<strong>ars</strong>i dalla folla di personaggi che lo ossessionano, presi a prestito<br />

dalla sua ascendenza,<br />

l'opera d'arte geniale e spontanea, più che un agglomerato di<br />

osservazioni, è un'emissione di questi ospiti interiori, collegati gli uni agli<br />

altri da circostanze più o meno plasmate, logicamente dedotte dai loro<br />

contrasti,<br />

il poeta fiorentino natione, non moribus viene riconosciuto come rappresentante eletto della<br />

attrazione del soi, di quella gravità morale che indietreggia senza sosta<br />

di fronte all'analisi, ma alla quale la ragione nel pieno delle sue forze può<br />

ridare chiarezza. La Divina Commedia [...] è un modo per scaric<strong>ars</strong>i<br />

completamente di tutti gli eredismi [termine coniato dall'autore per<br />

indicare il "peso" psico-genetico che ci hanno lasciato i nostri avi; una<br />

sorta di corrispettivo moderno del concetto medievale di "peccato<br />

originale", quindi] fecondati dall'istinto di genesi; tale atto lascia<br />

finalmente libero da costrizioni, a livello delle solitudini stellari, il soi<br />

dell'altissimo poeta e quello della sua Beatrice.

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