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in questo ciel, di sé medesmo rise.<br />
E se tanto secreto ver proferse<br />
mortale in terra, non voglio ch’ammiri:<br />
ché chi ‘l vide qua sù gliel discoperse<br />
con altro assai del ver di questi giri.<br />
Nel canto che segue Dante, per bocca di Beatrice descriverà il tempo, il luogo e il modo<br />
della creazione angelica, la ribellione di Lucifero e le facoltà degli angeli, trovando anche<br />
l’occasione per una invettiva sdegnata verso le vanità filosofiche che credono erroneamente<br />
di poter interpretare la realtà dei cieli, “si che là giù, non dormendo, si sogna/credendo e non<br />
credendo dicer vero”.<br />
Ma ormai, aggiunge Beatrice, Dante è in grado di<br />
contemplare da solo “l’eccelso e la larghezza de l’etterno valor” e, con la guida significativa<br />
di S. Bernardo e l’intercessione della Vergine Maria, Dante può attingere alla conoscenza<br />
suprema del Principio, alla ineffabile ed eterna luce divina.