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Gabriella Benedini, Costellazioni, 1990, polimaterico su tela, 70x100
Ecco dunque Costellazioni, installazione site-specific, affascinante e
possente: su una quinta in legno nera di 12 metri si susseguono a
creare un orizzonte dieci riquadri regolari dal blu intenso sulla cui superficie
affiorano e affondano piccole candide presenze in plastica
bianca, grumi di pigmento, segni, lacerti di carta. Di fronte su un pavimento
formato da lastre di piombo si appoggia l’opera Relitto, grande
frammento calcificato di un’antica imbarcazione. Dialogo di una navigazione
interrotta tra cielo e mito.
Un secondo ciclo di altre dodici Costellazioni, questa volta di dimensioni
più ridotte, accompagna l’opera principale: fronte a loro l’artista
ha adagiato l’opera Canoa, una sottile forma orizzontale di oltre tre
metri di lunghezza che riflette sulla sua superficie tracce di cielo.
Uno dei momenti di snodo principali della mostra è l’installazione
Arpa Marina, pensata appositamente per lo spazio espositivo: passaggio
ponte tra la dimensione delle Costellazioni e quella delle Arpe,
Vele, Mappe e Pendoli, cicli aperti, strumenti di misurazione del
tempo e di orientamento nello spazio del viaggiatore.
E anche in questo caso, accanto all’opera prima, Gabriella Benedini ha
voluto esporre nove Piccole Arpe,delicate sculture armoniche. Tre
opere differenti racchiudono altrettanti temi cari all’artista: il tempo, il
suono e le mappe, ovvero la capacità dell’uomo di orientarsi con
quello che la natura mette a sua disposizione.
Tutto il suo lavoro può essere interpretato come un approfondimento
della condizione umana, che si confronta con l’assoluto della natura
e formula un tentativo di risposta alle grandi domande che i nostri
progenitori, e ciascuno di noi, si sono rivolti per cercare di interpretare
e comprendere l’universo fisico e astronomico, ma anche poetico e
metafisico. n
work through her ability to find "pre-technological" objects-witness
consumed by the time, at which she gives a new role and
meaning, changing them deeply. Constellazioni is a charming
and powerful site-specific installation: on a black 12 meters high
wooden backstage, ten regular blue boxes with white plastic
pieces, pigment signs and fragments of paper on their surfaces
are placed as to form an horizon. In front of this floor of lead
plates the work Relitto is found, a large calcified fragment of an
old boat, the dialogue of an interrupted navigation between
heaven and myth. A second round of other twelve Costellazioni,
smaller this time, is found next the the main work: in front of
them lies the work Canoa, a thin horizontal shape of over three
meters in length that reflects on its surface pieces of the sky.
One of the main works of the exhibition is the installation Arpa
Marina, designed specifically for the exhibition space: a link between
Costellazioni and Arpe, Vele, Mappe and Pendoli, open
loops, instruments for measuring time and space in the orientation
of the traveler. Even in this case, next to the main work,
Gabriella Benedini chose to expose nine Piccole Arpe (Small
Harps), delicate and harmonic sculptures. Three different works
contain three themes dear to the artist: the weather, the sound
and maps, which is to say, the ability of man to orientate with
what nature puts at his disposal. All of her work can be interpreted
as a deep study of the human condition, which is compared
with the absolute nature and makes an attempt to answer
the big questions that our ancestors, and each of us, have tried
to answer in order to understand the physical and astronomical
but also poetic and metaphysical universe.
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