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P. VILLARI - E. CASANOVA. SCELTA DI PREDICHE E SCRITTI DI ...

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:EPISTOLA <strong>DI</strong> FRA PLACIDO CINOZZI _5<br />

Predisse essendo venuto lo 'mperadore a Pisa e ito allo<br />

assedio di Livorno, in mode che e non si pensava in Firenze<br />

pi5 alla avu_ di Pisa n_ alla perdita di Livorno, ma<br />

si cominciava pifl presto a temer dello State Florentine;<br />

e per questo era un gran mormorlo per la eitt_, contra al<br />

P. f. Ieronimo, dicendo apertamente: _ Ora siamo chiari che<br />

questo frate ci ha ingannati _. Eil Padre e in pubblico e<br />

in prlvato disse a piO. persons lo 'mperadore non avers a<br />

far nocumento alcuno allo state di Firenze, e come el tornerebbe<br />

per la via che 'l venne presto. E il simile predisse<br />

fra Domenico da Pescia nel medesimo lame predicando<br />

in S. Lorenzo e scongiurando da parts dl Die che 'l non<br />

facessi lesione alcuna a'Fiorentini e che '1 tonmssi per la<br />

via era venuto, molts altre parole dicendo absolute che 'l si<br />

tornerebbe a easa sua. N_ mi par da pretermetter quello<br />

intervenne essendo io a Fiesole, dove era il P. £. Ieronlmo.<br />

f. Domenico e f. Malatesta. E f. Malatesta si voltb al P. f.<br />

Domenico una sera, el quale non area anco parlato in<br />

pubblico di questa cosa, e clissegli: • P. f. Domenico, che<br />

dlte voi a questo case dello Imperadore? _ Allora fra Domenico<br />

rispose' vivamente: (_Livorno non si perdeH_ per<br />

nessun mode, e non vase' dl integri che lo 'mperadore si<br />

tornar'_ per la via she _ venuto sanza far danno veruno<br />

a'Fiorentini, e con sua vergogna e di chice l' ha fatto venire<br />

• : che era suto el Duca di Milano con volont£ di pifi<br />

cittadini di Firenze per fare uno state a lor mode. Allor fra<br />

BIalatesta si volse inverse me e disse: • Seli uomini veggon<br />

seguir questa cosa in tal forma_ io per me non posse<br />

pensare in che mode e' possin pi_ dubitare _, ch_ certo questa<br />

fa dells gran cose sieno accadute centinaia di anni sono,<br />

massime che sapessi le cose particulari le qaali occorsono<br />

e per mare e per terra in quelli giorni. E infra le altre,<br />

essendo certi navili de' Viniziani appresso al porto, andoron<br />

tutti sottosopra, e uno ne dette attraverso; e essendo il<br />

capitan preso prigione, dicendoli alcuni cittadini fiorentini<br />

che avessi pazienzs, rispose quests parole: ¢ Io mel reputo<br />

a gran gloria d'esser prigion non della Signoria di Firenze<br />

ma di Iesfl Cristo, cure sit che io veggo she quel che v'_<br />

stato detto _ veto, cio_ ch' elli _ :Re della cittk di Fircnze *.<br />

E cosl tutto sega_ quanto da loro fu detto.<br />

Predisse pi_ volte che le galline sl mangerebbon le volps,<br />

e eosl intervenne: che alcunl cittadini astutissimi e de'primi

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