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P. VILLARI - E. CASANOVA. SCELTA DI PREDICHE E SCRITTI DI ...

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CRONACA <strong>DI</strong> SIM01ffE FILIPEPI 499<br />

csaminarlo. _Et the s'egli havesse udito _. Girolamo prima, 6t<br />

havuto sua famigliarlt/_._ -- come Simone qui, vol_ndosi a me,<br />

io gli sarei state maggior partigiano che Simone; perch6 di<br />

lui non so ne vidde all'hera se non beno fine alla sua morte,<br />

et the la cosa sua era ita tanto in 1_ che bisognb ch'ella<br />

andasse cosi, come fu f'_tto a Christo. -- Disse altre cose the<br />

tbrse le notcrb in su questo libro, se bene non passano senza<br />

pericolo; ma hormai ml trove nelt'alto marc, et conviemmi<br />

navigate, confidando in Die chela mia barchetta gionger_,<br />

al porto. Io lo dirb pure, se piacer'X a Die. Dissc ancora che<br />

quando egli era degli Otto, et poco dope la morte di f. Girolame,<br />

la Signoria mand5 lore un bollettino sigillato, the,<br />

sotto pena delia vita. non l'aprissino t se prima non era vinto<br />

quello che in esso si conteneva. Di the Doffo, come baldan- -<br />

zoso et di auimo grande, perch6 in quel tempo, per cssere<br />

egli cape de' Compagnaeci, non era si barbato cittadino che<br />

non havesse paura di lui per tal seguito, dove che disse fra<br />

so mcdesimo : Se in questo bollettino fosse eosa che tornasse<br />

contra'li miei parenti et amici, io non intendo si mctta tal<br />

"partite se prima io non lo sappia. Et cosi Io prese et dissigillb<br />

et lesse. I1 quale bollettino disse egli che conteneva<br />

che si dovessino intendere fuori de1 territorio cento venti<br />

case, con tutti i capi ct creature, di quelli che crone de' primi<br />

cittadinl ct credevono a questo frate et alia sua dottrina,<br />

et i mobili et beni lore al Comune, cio_ agli avversarij di<br />

f. Girolamo. Onde detto Doffo non volse far nulla, sl come<br />

n6 anco il giorno del fuoco, quando gli fu fatto il cenno dal<br />

Palazzo.<br />

Scrisse la Signoria a papa Alessandro, dandogli avviso<br />

di tutto questo successo, et pregandolo che mandassc qualche<br />

suo ministro per condannare li tre frati priglonl. Onde<br />

egli_ che forsc non desiderava altro, mandb a Fiorenza spacciatamente<br />

Francesco Romolino spagnuolo, governatore all'hora<br />

di Roma. et con esso il Gcnerale di San Domenico,<br />

il qual Generale s'era mostro innanzi molto contrario alla<br />

dottrina di f. Girolamo. Et esscndo gionti a Fiorenza con la<br />

debita istruttione di quanto havevano da fare, fu Romolino<br />

alloggiato in S. Piero Scaraggio, vicino al Palazzo, ma prima<br />

gli fur mandati incontro dalla Signoria molti degli avversarij<br />

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