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P. VILLARI - E. CASANOVA. SCELTA DI PREDICHE E SCRITTI DI ...

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498 CRONACA <strong>DI</strong> SIMONE :FILIPEPI<br />

timore alcuno, il detto Giovanni da San Minlato lo feee dipingere<br />

nel medesimo [model dishonestlssimamente, come<br />

haveva fatto [di_ ira Girolamo. IIche fece, come si disse,<br />

non tanto per dare a lui questo car]co quanto per rinnovare<br />

la memoria di quell'altra che prima haveva fatta a fra Girolamo.<br />

Et perch' era state questo valent' huomo chiamato<br />

dalla Repubblica, fu chi venne in zelo et ne fece querela<br />

centre dctto Giovanni ; ma hebbe tanto favore che, tutto<br />

che mertasse mille fuochi, il magistrate degli Otto dur8<br />

gran fatica a confinarlo per parecchi ann].<br />

IIaveva lasciato, come la nottc che i Compagnacci assaltarono<br />

il Convento dl San Marco, non contenti della catturn<br />

degli tre £rati, lo rubbarono tutto, et quasi che lo messere<br />

a sacco, portando via gran vine oglio et cib che potevono_<br />

Staudomi io ritirato in casa per dar luogo all' ira, in<br />

quei giorni ch'era state preso f. Girolamo, venne a me un<br />

Baccio di Boccalino. sensale di ogni cosa, mass]me de" regattlcri,<br />

et con seco Lotto Lotti della medesima profess]one,<br />

che i due terzi del dl s_16 star ebrio, et l'arte sua vera 6 di<br />

prestare a usura a rufllani et meretrici su pegni. Et gionto<br />

a me questo Lotto in sala, messe mane a una storta per<br />

darmi, dicendo: -- Ah! traditore, tu sei di quell] che con<br />

f. Girolamo lust] causa che fusse tagliato il cape a Bernardo<br />

del .Nero. mio ziG.- Io sub]to ripresi le parole meglio che<br />

io seppi, in quclla fur]a, et dis_ili: -- Lotto, io non sonG mai<br />

state, n5 v'-hebbi mai fantasia alcuna, n6 so che ti dichi;<br />

tu hai preso errore o mala informatione di me, et mi hai<br />

co]to in iscambio.- Et tanto gli andai con le buone parole<br />

(sic), che gli fei metier dentro l'al_ni, ma prima mi disse molte<br />

parole ingluriose; ma DiG et la rag]one mi aiutb, ch'io la<br />

tampa].<br />

Questo di hove di aprile 1503, uscendo di casa io Simone<br />

di Mariano 1Filipepi per ire al vespro in San Marco, mi salutb<br />

Doflb Spin]. il quale era con Bartholomeo di Lorenzo Carducci.<br />

I1 qual Bartholomeo mi si voltb et disse che fra Girolame<br />

et li P_agnoni havevono guasta et disfatta questa citt'£.<br />

Onde tra lui et me furono molte parole che non accade qui<br />

scrivere per non essere prolisso. Ma Doffo riprese le parole,<br />

et disse che mai non hebbe pratica con fra Girolamo, se non<br />

quando era prig]one, essendo _gli all' hera degli Otto, per<br />

t Gl_ellano.

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