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in Flebologia - SIF

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8 - Il l<strong>in</strong>fedema<br />

RISULTATI:<br />

I criteri di valutazione dei risultati sono rappresentati dalla volumetria ad<br />

acqua e dalla l<strong>in</strong>fangiosc<strong>in</strong>tigrafia. Le misurazioni volumetriche ci hanno<br />

permesso di evidenziare risultati ottimi (con riduzione volumetrica dell’edema<br />

dell’arto colpito oltre il 75% rispetto alle condizioni precedenti l’<strong>in</strong>tervento). Il<br />

follow-up dei pazienti trattati mediante microchirurgia comprendeva controlli<br />

periodici l<strong>in</strong>fangiosc<strong>in</strong>tigrafici. La l<strong>in</strong>fosc<strong>in</strong>tigrafia, condotta a distanza di<br />

tempo variabile dall’<strong>in</strong>tervento, ha consentito di dimostrare la pervietà delle<br />

anastomosi microchirurgiche derivative o ricostruttive mediante:<br />

1. la dimostrazione di una riduzione del “dermal backflow”;<br />

2. la “scomparsa” del tracciante <strong>in</strong> corrispondenza delle microanastomosi<br />

per il passaggio nel circolo ematico;<br />

3. la precoce “captazione” epatica del tracciante <strong>in</strong>dicativa di un più<br />

rapido passaggio del tracciante nel circolo sistemico;<br />

4. il riprist<strong>in</strong>o di vie l<strong>in</strong>fatiche preferenziali di risalita del tracciante.<br />

Fig.2 - Caso cl<strong>in</strong>ico di l<strong>in</strong>fedema primario dell’arto <strong>in</strong>feriore dx al IV stadio trattato<br />

con microchirurgia derivativa l<strong>in</strong>fatico-venosa. Il “follow-up” post-operatorio è stato<br />

effettuato ad un anno dall’<strong>in</strong>tervento<br />

188<br />

CONCLUSIONI:<br />

8.3 - IL LINFEDEMA: Le possibilità della Chirurgia<br />

L’utilizzo di tecniche microchirurgiche, nella nostra esperienza 10 , negli stadi<br />

più avanzati, ha consentito di raggiungere una rapida e significativa riduzione<br />

dell’edema (<strong>in</strong> rapporto alla componente liquida dello stesso), che viene<br />

mantenuta nel tempo e migliorata mediante procedure medico-fisiche, atte ad<br />

ottimizzare le vie di scarico realizzate chirurgicamente.<br />

La microchirurgia consente di trattare non solo i l<strong>in</strong>fedemi secondari, ma<br />

anche quelli primari, che riconoscono quasi costantemente una causa ostruttiva<br />

congenita, rappresentata da fibrosclerosi l<strong>in</strong>fonodale prossimale (ascellare o<br />

<strong>in</strong>gu<strong>in</strong>ale), con collettori l<strong>in</strong>fatici, afferenti a tali stazioni l<strong>in</strong>foghiandolari, che<br />

si presentano ben funzionanti e spesso dilatati ed ipertrofici per il tentativo<br />

di superamento dell’ostacolo. Le tecniche microchirurgiche permettono di<br />

derivare il flusso l<strong>in</strong>fatico ostruito su base congenita o acquisita nel circolo<br />

venoso, quando quest’ultimo è <strong>in</strong>tegro.<br />

Inf<strong>in</strong>e, le tecniche microchirurgiche giocano un ruolo di rilievo nella prevenzione<br />

del l<strong>in</strong>fedema secondario, oltre che nel prevenire il peggioramento della<br />

patologia e delle sue complicanze (l<strong>in</strong>fagiti, l<strong>in</strong>forrea, verrucosi l<strong>in</strong>fostatica ed<br />

impianto di un l<strong>in</strong>fangiosarcoma negli stadi più avanzati). Ma esistono, <strong>in</strong>oltre,<br />

concrete possibilità di prevenzione anche del l<strong>in</strong>fedema primario, basate su<br />

studi di genetica e di biologia molecolare, che saranno sicuramente <strong>in</strong> grado,<br />

<strong>in</strong> un prossimo futuro, di fornirci tecniche di bio<strong>in</strong>gegneria capaci di trattare e<br />

correggere anomalie cromosomiche, che sono responsabili di quadri congeniti<br />

di l<strong>in</strong>fedema, ancora durante la vita embrionale.<br />

Possiamo affermare, pertanto, che i risultati dell’esperienza cl<strong>in</strong>ica sopra<br />

riportata, nei pazienti affetti da l<strong>in</strong>fedema periferico degli arti, stanno a dimostrare<br />

come oggi la microchirurgia sia da considerare un presidio terapeutico valido<br />

e determ<strong>in</strong>ante nella complessa problematica terapeutica dei difficili quadri di<br />

patologia dei vasi l<strong>in</strong>fatici.<br />

189

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