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in Flebologia - SIF

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9 - L’ulcera venosa<br />

mostrato efficacia nell’accelerare il processo di guarigione dell’ulcera.Una revisione<br />

sistematica di studi controllati e randomizzati ha documentato che la<br />

compressione facilita la guarigione delle ulcere venose e può prevenire le recidive:<br />

qualsiasi cura dovrebbe sempre essere associata alla compressione. La<br />

compressione serve ad aumentare il flusso venoso, a dim<strong>in</strong>uire il reflusso patologico<br />

durante il camm<strong>in</strong>o, a migliorare la microcircolazione ed il drenaggio<br />

l<strong>in</strong>fatico. In tal modo si riduce l’edema cronico, si riduce l’essudato dell’ulcera<br />

e la lesione regredisce più rapidamente. La terapia compressiva può essere<br />

attuata utilizzando bendaggi o calze elastiche. Nella fase acuta dell’ulcera è<br />

preferibile una compressione fatta con bende anelastiche, con bende all’ossido<br />

di z<strong>in</strong>co o con un bendaggio multistrato, da lasciare anche per una settimana;<br />

ma all’<strong>in</strong>izio del trattamento, f<strong>in</strong>chè l’essudato e l’edema non dim<strong>in</strong>uiscono,<br />

è preferibile rimuovere ed applicare il bendaggio più spesso. La tecnica del<br />

bendaggio deve essere eseguita da personale ben addestrato, <strong>in</strong> grado di esercitare<br />

la dovuta compressione, soprattutto con bendaggio multistrato anche nei<br />

casi cui viene eseguito su medicazioni avanzate utilizzate per il trattamento<br />

topico dell’ulcera. Il bendaggio dovrebbe essere <strong>in</strong> grado di esercitare una pressione<br />

a riposo di almeno 20-30 mmHg alla caviglia ed al terzo <strong>in</strong>feriore di<br />

gamba per poi decrescere <strong>in</strong> maniera graduata. Nei pazienti <strong>in</strong> cui sia presente<br />

un’arteriopatia obliterante di modesta entità con un <strong>in</strong>dice ABI compreso tra<br />

0.6 e 0.8, il bendaggio va praticato con molta attenzione. È imperativo <strong>in</strong> questi<br />

casi che venga fatto con materiale anelastico, <strong>in</strong> modo da esercitare una bassa<br />

pressione a riposo. Se l’<strong>in</strong>sufficienza arteriosa è severa con un <strong>in</strong>dice ABI al di<br />

sotto di 0.6, qualsiasi tipo di compressione è contro<strong>in</strong>dicata. La compressione<br />

mediante calze elastiche è utilizzata per mantenere il risultato raggiunto nella<br />

cura dell’ulcera venosa e prevenire le recidive. Generalmente, sono utilizzate<br />

calze della 2° classe di compressione (30-40 mmHg di pressione alla caviglia)<br />

o della 3° classe (40-50 mmHg). Nei pazienti allettati o che comunque camm<strong>in</strong>ano<br />

poco, può essere presa <strong>in</strong> considerazione l’opportunità di utilizzare la<br />

calza antitrombo. Il successo della compressione dipende anche dalla mobilità<br />

del paziente, il quale deve essere perciò <strong>in</strong>coraggiato a muoversi e a compiere<br />

regolari esercizi fisici e riabilitativi.<br />

194<br />

RISULTATI:<br />

9.1 - Terapia medica e compressiva dell’ulcera venosa<br />

La complessità del trattamento dell’ulcera venosa vede nella terapia medica e<br />

nel trattamento elastocompressivo, i card<strong>in</strong>i di una strategia terapeutica “versus<br />

guarigione”. Questi due aspetti trovano, <strong>in</strong> s<strong>in</strong>ergia, un’associazione v<strong>in</strong>cente<br />

come dimostrano i ” trials” effettuati e la revisione sistematica della letteratura,<br />

con studi che evidenziano come l’uno non è impresc<strong>in</strong>dibile dall’altro, anche<br />

perché raramente vengono riportati tassi di complicanze e motivi di sospensione.<br />

La comb<strong>in</strong>azione dei due trattamenti ha mostrato un maggior grado di<br />

evidenza scientifica nella cura delle ulcere venose, grazie ad una riduzione dei<br />

tempi di guarigione, ad una miglior gestione del paziente e ad un m<strong>in</strong>or numero<br />

di medicazioni. Applicando questa associazione con l’utilizzo di bende<br />

la cui estensibilità sarà <strong>in</strong> funzione dei risultati che si vorranno ottenere, misurando<br />

la pressione venosa e valutando le caratteristiche cl<strong>in</strong>iche dell’ulcera,<br />

valuteremo l’efficacia del trattamento comb<strong>in</strong>ato esposto. Le osservazioni fatte<br />

trovano conferma nel verificare come realmente il paziente portatore di ulcera<br />

flebostatica ha una migliore “compliance” e migliori risultati nel percorso di<br />

guarigione, nonché m<strong>in</strong>ori recidive.<br />

CONCLUSIONI:<br />

L’ulcera venosa è una condizione cronica che compromette la normale vita<br />

del paziente comportando dolore, disturbi del sonno, limitazioni nelle attività<br />

quotidiane. La scarsa attenzione, che spesso viene data a questa patologia, dipende<br />

dalla superficialità degli operatori sanitari, pensando questi che una volta<br />

fatta la diagnosi ed impostata la terapia, avvenga la guarigione. La corretta<br />

ed idonea strategia terapeutica passa attraverso la conoscenza dei meccanismi<br />

fisiopatologici e nella valutazione cl<strong>in</strong>ica che emerge da un attento esame obiettivo.<br />

Nella vasta gamma dei trattamenti utilizzati per la terapia dell’ulcera<br />

venosa meritano maggior considerazione la terapia medica e la compressione,<br />

le quali s<strong>in</strong>golarmente o <strong>in</strong> maniera comb<strong>in</strong>ata, permettono di gestire al meglio<br />

i pazienti portatori di queste lesioni trofiche agli arti <strong>in</strong>feriori. L’efficacia di<br />

tale s<strong>in</strong>ergia vede nella riduzione dei tempi di guarigione, ripresa dell’attività<br />

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