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9 - L’ulcera venosa<br />
206<br />
9.3 - La radiofrequenza (pulse dose)<br />
nella gestione delle ulcere venose.<br />
Solimeno G., Quarto G., Goffredi L., Fur<strong>in</strong>o E., Benassai G.,<br />
ABSTRACT:<br />
Atelli P.F., Sellitti A., Apperti M.<br />
Radiofrequency (RF) treatments have been used for over 30 years for a variety<br />
of pa<strong>in</strong> syndromes 1 . The rationale is the theory that heat<strong>in</strong>g peripheral nerves<br />
can <strong>in</strong>hibit nociceptive <strong>in</strong>put. However, classical RF, as used <strong>in</strong> past decades,<br />
results <strong>in</strong> an irreversible thermal damage of the treated nervous structures. So,<br />
<strong>in</strong> 1998, Sluijter et al. 2 applied high-voltage RF current <strong>in</strong> bursts of 20 ms per<br />
500 ms, permitt<strong>in</strong>g the generated heat to be washed out dur<strong>in</strong>g the other silent<br />
480 ms. This is the beg<strong>in</strong>n<strong>in</strong>g of the Pulsed RadioFrequency (PRF), which<br />
has advantage of imped<strong>in</strong>g nociceptive <strong>in</strong>put, without subsequent heat-<strong>in</strong>duced<br />
nerve <strong>in</strong>jury. Radiofrequency Pulse Dose (PD) is a further advance <strong>in</strong> the treatment<br />
of chronic pa<strong>in</strong>, which gives great results without any special effects.<br />
This method was also effective <strong>in</strong> the outpatient management of chronic pa<strong>in</strong> <strong>in</strong><br />
patients with venous chronic ulcers.<br />
INTRODUZIONE:<br />
La Radiofrequenza (RF) rappresenta una tecnica utilizzata oramai da decenni<br />
nella gestione del dolore cronico di varia orig<strong>in</strong>e, dalla neuralgia trigem<strong>in</strong>ale,<br />
alla cervicalgia, al dolore somatico di orig<strong>in</strong>e sp<strong>in</strong>ale, alla neuralgia occipitale,<br />
all’artralgia di varia orig<strong>in</strong>e, al dolore post-chirurgico, a quello oncologico. Il<br />
razionale di utilizzo della radiofrequenza è legato all’assunto che il calore da<br />
essa generato nei tessuti target, e nella fattispecie nelle strutture nervose, determ<strong>in</strong>a<br />
un danno irreversibile che impedisce la trasmissione dell’impulso nocicettivo.<br />
9.3 - La radiofrequenza (pulse dose) nella gestione delle ulcere venose<br />
Infatti, quando applicata a tessuti biologici, questa corrente determ<strong>in</strong>a<br />
l’oscillazione di molecole elettricamente cariche, soprattutto prote<strong>in</strong>e, la cui<br />
frizione reciproca e con i tessuti sviluppa calore. Se il calore sviluppato raggiunge<br />
determ<strong>in</strong>ate temperature, si determ<strong>in</strong>a un danno termico.<br />
Lo sviluppo di un danno termico <strong>in</strong>dotto dalla RF richiede un circuito, rappresentato<br />
da un generatore di corrente collegato a due term<strong>in</strong>ali 3 . Ad un term<strong>in</strong>ale<br />
è collegato un elettrodo la cui estremità è posizionata a stretto contatto con<br />
il tessuto target; l’altra estremità è collegata ad una placca a larga superficie<br />
posizionata sulla cute del paziente, più o meno <strong>in</strong> prossimità della zona da trattare.<br />
La corrente fluisce <strong>in</strong> questo modo dall’elettrodo alla placca. Grazie alla<br />
differenza di superficie tra l’elettrodo e la placca, il calore generato nei tessuti<br />
a contatto con quest’ultima non genera alcun tipo di danno, mentre nei tessuti<br />
a diretto contatto con la punta dell’elettrodo si sviluppa una temperatura che <strong>in</strong><br />
alcuni casi può raggiungere i 90 °C, sufficiente a garantire un danno termico di<br />
tipo irreversibile.<br />
Questa metodica, oramai datata, è stata negli ultimi anni gradualmente soppiantata<br />
dalla cosiddetta Radiofrequenza Pulsata (PRF). Nel 1998 <strong>in</strong>fatti, Sluijter<br />
et al. 2 hanno <strong>in</strong>trodotto una tecnica consistente nell’utilizzo della radiofrequenza<br />
<strong>in</strong> scariche sequenziali della durata di 20 ms con un’ampiezza di 45 Volt,<br />
<strong>in</strong>tervallate da periodi di pausa di 480 ms.<br />
I periodi di pausa hanno la f<strong>in</strong>alità di “raffreddare” i tessuti colpiti, che raggiungono<br />
così temperature mai superiori ai 42 °C, permettendo qu<strong>in</strong>di una neuro<br />
modulazione 7 dell’impulso nocicettivo con conseguente riduzione del s<strong>in</strong>tomo<br />
dolore, <strong>in</strong> assenza di danno irreversibile dei tessuti nervosi trattati 6 . Il meccanismo<br />
d’azione della PRF non è ancora completamente chiarito, ma sembrerebbe<br />
legato alla capacità, grazie al campo elettrico generato, di <strong>in</strong>durre una <strong>in</strong>tensa e<br />
duratura ripolarizzazione delle fibre nervose trattate 5 , con conseguente effetto<br />
“stupor” temporaneo del segnale nocicettivo, che può durare anche alcuni mesi.<br />
Recentemente è stata <strong>in</strong>trodotta una ulteriore variante di questa metodica, denom<strong>in</strong>ata<br />
Pulse Dose (PD).<br />
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