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in Flebologia - SIF

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5 - La terapia medica e compressiva della malattia venosa cronica<br />

che danneggiano il collagene, l’elast<strong>in</strong>a, l’acido ialuronico e predispongono<br />

all’aumento della permeabilità vasale con formazione di edema 3 .<br />

OPZIONI TERAPEUTICHE:<br />

In queste situazioni patologiche trova <strong>in</strong>dicazione, oltre ai ben noti trattamenti<br />

elastocompressivi, chirurgici, scleroterapici, ecc., il trattamento farmacologico,<br />

che deve essere f<strong>in</strong>alizzato a:<br />

1. prevenire la patologia venosa;<br />

2. ridurre la s<strong>in</strong>tomatologia cl<strong>in</strong>ica;<br />

3. ridurre la recidiva;<br />

(pur potendo essere, <strong>in</strong> ogni caso, vario e, soprattutto, dipendente dallo stadio<br />

cl<strong>in</strong>ico della flebopatia).<br />

La fase di prevenzione rappresenta il momento più importante del trattamento<br />

e deve essere messa <strong>in</strong> atto quando i s<strong>in</strong>tomi cl<strong>in</strong>ici sono appena comparsi. In<br />

questa fase spesso il paziente riferisce senso di tensione, formicolii, lieve edema,<br />

pesantezza, s<strong>in</strong>tomi che si accentuano nelle ore serot<strong>in</strong>e e/o quando il paziente<br />

rimane a lungo <strong>in</strong> ortostatismo o nelle giornate di grande caldo o, nelle donne, la<br />

settimana che precede il ciclo mestruale. Spesso, nel momento dell’osservazione<br />

del paziente, è già presente una condizione di stasi microcircolatoria con<br />

alterazione della funzione di drenaggio venoso e l<strong>in</strong>fatico, ristagno dei liquidi<br />

<strong>in</strong>terstiziali e alterazione funzionale della matrice extracellulare. La matrice<br />

extracellulare gioca un ruolo importante nel mantenimento della funzione di<br />

drenaggio vascolare venoso e l<strong>in</strong>fatico. Essa è costituita da una <strong>in</strong>tricata rete<br />

di macromolecole che riempie lo spazio extracellulare collegandosi, mediante<br />

strutture specifiche (glicocalice), alle varie cellule, regolando, cosi, gli scambi<br />

tra lo spazio <strong>in</strong>terstiziale e le cellule stesse.<br />

Ciò garantisce il normale apporto di sostanze nutritizie alle cellule e<br />

l’allontanamento da queste di cataboliti e toss<strong>in</strong>e. In tal modo si mantengono<br />

attivi i meccanismi di drenaggio da parte dei piccoli capillari venosi e l<strong>in</strong>fatici<br />

evitando la stasi del microcircolo.<br />

Possiamo affermare che <strong>in</strong> questa fase il trattamento medico assume un ruolo<br />

importante per evitare o, perlomeno, ritardare la cronica evoluzione di una<br />

flebopatia verso la I.V.C.<br />

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FLEBOTROPI:<br />

5.1 - Trattamento medico delle flebopatie con flebotropi<br />

Tra i vari farmaci <strong>in</strong> uso ricordiamo i FLEBOTROPI. La maggior parte di questi<br />

farmaci appartiene alla famiglia dei flavonoidi, che sono dei polifenoli vegetali<br />

con la struttura chimica del flavone. In quanto attivi sui tessuti degli esseri<br />

viventi, nel 1955 per decisione della Accademia delle Scienze di New York fu<br />

dato ad essi più propriamente il nome di “bioflavonoidi”. Tra i bioflavonoidi<br />

annoveriamo i benzopironi, i flavoni, flavani, rut<strong>in</strong>a, rutosidee, esc<strong>in</strong>a, ruscus<br />

aculeatus, centella asiatica, anticianosidi, diosm<strong>in</strong>a, esperid<strong>in</strong>a, dobesilato di<br />

calcio, g<strong>in</strong>kgo biloba 3 .<br />

1. Flavonoidi: sono un ampio gruppo di pigmenti naturali che<br />

condividono una comune struttura chimica: una molecola a tre anelli<br />

e gruppi ossidrilici ad essa legati (C 28 H 32 O 15 ). Hanno una azione<br />

prevalentemente venotonica, antiedemigena, riducente la permeabilità<br />

capillare, e ant<strong>in</strong>fiammatoria. Inoltre stimolano la bios<strong>in</strong>tesi del<br />

collagene, stabilizzano le fibre del collagene, <strong>in</strong>teragiscono con<br />

l’elast<strong>in</strong>a stabilendo un complesso flavonoidi-elast<strong>in</strong>a che protegge<br />

l’elast<strong>in</strong>a della parete vascolare dall’attività proteolitica dell’enzima<br />

elastasi che viene liberata <strong>in</strong> condizioni di stasi veno-l<strong>in</strong>fatica,<br />

migliorano l’adesività delle fibre elastiche ai fibroblasti e alle cellule<br />

muscolari lisce, esplicano un’azione estrogeno-agonista ed estrogenoantagonista<br />

ed ancora esplicano un’azione antiossidante. La diosm<strong>in</strong>a<br />

rappresenta la sostanza più efficace nel processo di normalizzazione<br />

della permeabilità venulocapillare mediante l’aumento del tono venoso,<br />

la riduzione della risposta dei recettori venulari alle catecolam<strong>in</strong>e,<br />

<strong>in</strong>ibendo l’aumento della permeabilità <strong>in</strong>dotta dall’istam<strong>in</strong>a e dalla<br />

bradich<strong>in</strong><strong>in</strong>a, riprist<strong>in</strong>ando l’<strong>in</strong>tegrità del film endoteliale di fibr<strong>in</strong>a.<br />

Gli studi farmacoc<strong>in</strong>etici hanno dimostrato che la diosm<strong>in</strong>a, come<br />

tale, non è assorbita. Infatti <strong>in</strong> seguito a somm<strong>in</strong>istrazione orale, la<br />

diosm<strong>in</strong>a è trasformata dalla flora batterica <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ale nel suo aglicone,<br />

diosmet<strong>in</strong>a, più liposolubile, e come tale è assorbita a livello <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ale.<br />

Una volta <strong>in</strong> circolo, la diosmet<strong>in</strong>a, svolge le note attività di riduzione<br />

sulla permeabilità capillare, di aumento del tono venoso e sulla portata<br />

l<strong>in</strong>fatica e di riduzione dell’<strong>in</strong>fiammazione mediante l’<strong>in</strong>ibizione della<br />

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