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Esercizio 2012 - Cassa Rurale di Rovereto

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L’ECONOMIA NAZIONALE<br />

In Italia, la <strong>di</strong>namica negativa del PIL osservata nella prima metà dell’anno (circa -1,0% nei<br />

primi due trimestri) ha registrato un rallentamento nel terzo trimestre (-0,2%) per riprendere<br />

a fine anno (-0,9%).<br />

Complessivamente il valore del Pil nel <strong>2012</strong> in termini <strong>di</strong> volume segna una <strong>di</strong>minuzione del<br />

2,4% rispetto all’anno precedente. Nel 2011 si era invece registrato un incremento pari allo<br />

0,4%, in netto rallentamento rispetto alla crescita dell’1,7% manifestatasi nel 2010. La caduta<br />

dell’ultimo anno ha quasi annullato la risalita dei due anni precedenti, facendo scendere il Pil<br />

in volume leggermente al <strong>di</strong> sotto del livello registrato nel 2009.<br />

La caduta del Pil nel <strong>2012</strong> è stata accompagnata da una <strong>di</strong>minuzione delle importazioni <strong>di</strong><br />

beni e servizi del 7,7%. Dal lato degli impieghi si registra una contrazione sia dei consumi<br />

finali nazionali (-3,9%), sia degli investimenti fissi lor<strong>di</strong> (-8,0%). Un contributo negativo alla<br />

variazione del Pil particolarmente ampio (-4,8 punti percentuali) è venuto dalla domanda<br />

nazionale, mentre la variazione delle scorte ha sottratto 0,6 punti percentuali. All’opposto, la<br />

domanda estera netta ha fornito un forte apporto positivo (3,0 punti percentuali).<br />

Secondo le previsioni <strong>di</strong> Confindustria e FMI, l’Italia sarà in recessione anche nel 2013 (-1,0%)<br />

per tornare su un sentiero <strong>di</strong> crescita positiva nel 2014 (+0,7%).<br />

L’inflazione, misurata dalla variazione annua dell’in<strong>di</strong>ce nazionale dei prezzi al consumo,<br />

è gradualmente scesa al 2,3% in <strong>di</strong>cembre sia per effetto della decelerazione dei prezzi dei<br />

prodotti energetici, sia per il venir meno dell’impatto dell’aumento delle imposte in<strong>di</strong>rette<br />

nell’autunno del 2011.<br />

La produzione industriale ha continuato a ridursi, sebbene a ritmi meno intensi nel complesso<br />

della seconda metà del <strong>2012</strong>. Tale debolezza dell’attività ha riguardato tutti i principali comparti<br />

industriali, particolarmente quello dei beni <strong>di</strong> consumo durevoli. Le recenti inchieste<br />

presso le imprese non prefigurano una ripresa dell’attività industriale nel trimestre in corso.<br />

Gli in<strong>di</strong>catori PMI restano su valori inferiori alla soglia <strong>di</strong> espansione della produzione, mentre<br />

l’in<strong>di</strong>ce del clima <strong>di</strong> fiducia delle imprese manifatturiere si è stabilizzato da alcuni mesi,<br />

anche se su livelli modesti. Gli investimenti delle imprese sono scesi a ritmi meno intensi nel<br />

terzo trimestre del <strong>2012</strong> rispetto alla prima metà dell’anno (-1,4% su base trimestrale), grazie<br />

all’attenuazione del calo della spesa in attrezzature, macchinari, mezzi <strong>di</strong> trasporto e beni immateriali.<br />

L’attività <strong>di</strong> accumulazione ha risentito soprattutto delle prospettive incerte della<br />

domanda e degli ampi e crescenti margini <strong>di</strong> capacità produttiva inutilizzata.<br />

Il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione è arrivato a livelli massimi nel <strong>2012</strong>: nel quarto trimestre ha raggiunto<br />

infatti l’11,6% (+2 punti percentuali rispetto a un anno fa), <strong>di</strong> cui 10,7% quello maschile<br />

e 12,8% quello femminile. Il numero <strong>di</strong> occupati (arrivato a 22,9 milioni) si è ridotto <strong>di</strong> 37<br />

mila unità su base annua (-0,2%). Ha continuato a crescere il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione della<br />

popolazione compresa tra i 15 e i 24 anni <strong>di</strong> età (39%, +6,4 punti percentuali in più su base<br />

annua).<br />

La ricchezza netta delle famiglie, secondo i dati della Banca d’Italia, è scesa del 5,8% nei cinque<br />

anni della crisi (<strong>di</strong> cui uno 0,5% solo nel primo semestre del <strong>2012</strong>). Il totale delle attività è<br />

calcolato come somma delle componenti reali (abitazioni, terreni, oggetti <strong>di</strong> valore) e finanziarie.<br />

Un aspetto <strong>di</strong> cui tenere conto è anche quello della <strong>di</strong>stribuzione del patrimonio. Alla<br />

Bilancio <strong>2012</strong> <strong>Cassa</strong> <strong>Rurale</strong> <strong>di</strong> <strong>Rovereto</strong> - Banca <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo - Società Cooperativa<br />

Relazione sulla Gestione<br />

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