Facciamoci sorprendere - Blue Liguria - Sagep

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interview
Un salesiano anarchico
Don Gallo is an
anarchic Salesian
Nato a Genova nel 1928, di formazione
salesiana, Don Andrea Gallo compie gli
studi teologici in Brasile, prima di
prestare servizio sulla nave-scuola
Garaventa, dove con i ragazzi difficili
rifiuta i metodi repressivi in favore di
una pedagogia basata sulla fiducia e
sulla libertà. È solo la prima tappa di
un’esperienza umana sempre in bilico tra
fede e anarchia, che culminerà negli
anni da viceparroco del “Carmine”, primo
laboratorio della futura Comunità di San
Benedetto al porto, ancora oggi attiva a
fianco degli emarginati e nel recupero
dalle tossicodipendenze.
Se negli anni 2000 lo ritroviamo in
prima linea in tutte le principali
battaglie per i diritti civili (dalle piazze
nei giorni del G8 genovese al Gay pride
di Genova del 2009), nel tempo, insieme
all'impegno politico, sono cresciute
anche collaborazioni teatrali e televisive
(tra tutte quella nella trasmissione cult
di Fazio e Saviano Vieni via con me), libri
come Angelicamente anarchico
(Mondadori, 2005, con prefazione di
Vasco Rossi), Di sana e robusta
Costituzione e Sono venuto per servire
(per Aliberti) e prove da attore come la
recentissima comparsata in “Una
canzone per il Paradiso" di Nicola di
Francescantonio.
Born in Genoa in 1928, he trained as a
Salesian, finished his theological studies
in Brazil, and then went to work on the
boat-school Garaventa, where problem
children are taught by using trust and
liberty instead of repressive methods.
This was his first human encounter with
walking the fine line between faith and
anarchy, which culminated in the years
that he was the deputy parish priest for
the Carmine blue collar area of Genoa.
His experience here led on to the
Community of St. Benedict in the port,
which still helps those on the margins of
society and the recovery of drug addicts.
If in the 21st century we find Don Gallo
on the front lines in all battles for civil
rights, over time, he has developed
political, theatre, and television contacts
(including an icon transmission by Fazio
and Saviano, Come Away with Me, Vieni
via con me), written books like
Angelicamente anarchico (Angelic-ly
Anarchist, Mondadori, 2005, preface by
rock singer Vasco Rossi), Di sana e
robusta Costituzione (Of a Sane and
Robust Constituion) and Sono venuto
per servire (I Have Come to Serve) by
Aliberti, and of course his theatre. He
just finished appearing with Gino Paoli
in Una canzone per il Paradiso, A Song
for Paradise, by Nicola di
Francescantonio.
cesso e l’uomo di spettacolo: quello che in primavera
ha portato le prediche di Savonarola nei
principali teatri italiani: Milano, Firenze, Bologna.
Quasi tre ore di spettacolo dal titolo emblematico
Io non taccio (da cui è tratto l’omonimo libro,
scritto da Stefano Massini e edito da Corvino Meda),
per fare le carte al presente attraverso una
narrazione di cinque secoli fa.
Don Andrea Gallo, come si è sentito nei panni
di attore?
Stanco. Anzi, esausto. Alla fine dello spettacolo,
ho sempre avvertito una grande fatica. Ma, in
fondo, è stato un passaggio naturale. Nella mia
vita, mi sono trovato a interpretare tante parti.
Nell’ascolto del tossicomane, del rom, del migrante,
ho imparato a conoscere culture e costumi
di vita lontanissimi. Senza dimenticare che
vengo dai salesiani, dove studiavamo la tecnica
filodrammatica. Sarà per questo che maestri come
Dario Fo, Franca Rame e Moni Ovadia hanno
sempre visto in me questa vis comica. La stessa di
Fra’ Gerolamo, che giocava con l’ironia e la satira,
senza ferire nessuno.
Com’è nata l’idea di portare in teatro una figura
come Savonarola?
Mi hanno cercato gli amici di Promomusic, i quali
hanno fatto una grande ricerca sul frate domenicano.
Al primo incontro con questo grande profeta
disarmato, mi sono sentito inadeguato. Poi,
però, mi sono lasciato coinvolgere dall’incredibile
attualità di quelle parole. È una voce profonda,
per nulla mitica. Cinque secoli fa ad ascoltarlo andavano
i poveri, gli indigenti, il popolo. Non a caso,
il primo punto di Fra’ Gerolamo riguarda il bene
comune. Si rivolge ai governanti, ai ricchi e ai
potenti, si rivolge alla sua Chiesa, che definisce la
“Leonessa vorace”, alla “Vacca Italia”, così spezzettata
e occupata dagli invasori. E li inchioda con
una semplice domanda: avete davvero a cuore il
bene comune?
Chi sono oggi i “profeti disarmati”?
Penso a don Peppe Diana e a don Puglisi, che hanno
pagato con la vita le loro idee, ma anche Don
Ciotti, oggi, e padre Turoldo, ieri. Hanno testimoniato
e sfidato i soprusi del loro tempo, attirandosi
le ire dei poteri forti. Il potere stronca, impicca,
brucia il profeta disarmato. Proprio come Savonarola,
attorno a cui erano cominciate subito a
circolare le accuse di eresia.
C’è chi lo ha accusato di essere solo un agitatore
di piazze.
Molti storici lo hanno liquidato come eretico, come
predicatore. Sono giudizi maliziosi nei confronti
di un personaggio che la stessa Chiesa nei
secoli ha riabilitato. In realtà, alle spalle c’era un
“Say ‘No’ to Dal Molin” fight against a new American
military base in Vicenza. He even fought for Gay
Pride, as he defended citizens’ civil rights. And lastly,
he is a successful writer of books and theatre, as just
this Spring he brought the teachings of Savonarola
to the most important theatres of Italy—Milan,
Florence, Bologna. Almost three hours of spectacle
entitled, emblematically, I Will Not Be Silent (the title
also of the book written by Stefano Massini and
published by Corvino Meda), which speaks of the
present by using a narrative from five centuries past.
Don Andrea Gallo, how do you feel as an actor?
Tired. Actually…exhausted. At the end of the show, I
feel such fatigue. But, after all, it is a natural passage.
During the course of my life, I have played so many
roles. While listening to drug addicts, to gypsies, to
immigrants, I have learned how to get to know the
culture and the customs of far-off lives. And this
without forgetting that I come from the Salesians,
where we studied drama techniques. Perhaps this is
why maestros like Dario Fo, Franca Rame, and Moni
Ovadia have always seen this comic face in me. The
same face as Fra’ Gerolamo [Savonarola], who acted
with irony and satire, without hurting anyone.
How did you come up with the idea of bringing
Savonarola to the theatre?
My friends at Promomusic, sought me out. Those
friends had done intense research on the Dominican
friar. At my first meeting with this great unarmed
prophet, I did not feel up to the task. Then, however, I
was swayed by the incredible pertinence of his words
today. He speaks profoundly, no wonder he became a
legend. Five centuries ago the poor, the underclass,
the people, would go to hear him. Fra’ Gerolamo’s
guiding ideal was the common good. He faced those
who governed—the rich, the powerful—he cast an eye
on the Church, which he defined as “a voracious
lioness”, and saw Italy, “Vacca Italia”, as a cow
devoured, dismantled, occupied by invaders. And his
question was simple: do you really have the common
good at heart?
Who are the “unarmed prophets” of today?
Don Peppe Diana and Don Puglisi, who paid for their
ideas with their lives, come to mind. Also Don Ciotti,
today, and Father Turoldo, yesterday. They testified
and challenged the abuses of their times, attracting
the ire of the powers that be. Power will do all that it
can to destroy, hang, burn, the unarmed prophet, just
as they did with Savonarola, around whom they
immediately began to spread accusations of heresy.
And those who said that he was just an agitator.
Many historians have liquidated him as a heretic, as a
preacher. These are malicious voices without respect
for a man that even the Church itself has
rehabilitated over the centuries. In reality, behind him