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Una vita sott’acqua
An Underwater life
Armando Passeri fa il palombaro da quasi cinquant’anni ed è uno dei precursori italiani
dei lavori subacquei. A 13 anni fece la prima immersione a Moneglia, a 19 il primo lavoro
a Suez: piazzò dell’esplosivo su una nave
Armando Passeri has been a deep sea diver for almost fifty years. One of the first in Italy to
work underwater, at age 13 he dove for the first time in Moneglia, and at 19 got his first
underwater job in the Suez Canal, putting explosives on a ship
a parte più dura del nostro lavoro
«Lsi svolge sott’acqua. Per deformazione
professionale, quindi, siamo abituati
a risparmiare il fiato. Poche parole, molti
fatti». Armando “Dino” Passeri, 67 anni,
sguardo penetrante, capelli e barba brizzolata,
è decano dei palombari genovesi e
ancora in attività. Nella sede della sua
Drafinsub conserva un tesoro: scafandri
d’epoca, elmi, attrezzature antiche (pompe,
manichette, maschere) che hanno fatto
la storia dei palombari. Tutto materiale
che ha raccolto nel corso dei lunghi
anni della sua professione perché non andasse
perduto il ricco patrimonio di conoscenza
della scuola genovese dei palombari,
la prima in Italia, essendo stata
fondata nel 1849 da Robert Gardener.
Impossibile elencare tutte le imprese di
Dino Passeri. Ha partecipato al salvataggio
dei naufraghi della London Valour (il
mercantile inglese che a causa di una violenta
libecciata e di una forte mareggiata
affondò dopo aver sbattuto contro la
diga foranea del porto di Genova nel
1970) guadagnandosi la medaglia di
bronzo di Benemerenza marinara. E’ stato
il primo a immergersi sulla Haven dopo
l’affondamento avvenuto alle 16,30
del 14 aprile 1991 davanti ad Arenzano. E’
intervenuto, assieme alla Marina Militare,
nelle operazioni di recupero e successiva
posa in mare, dopo il restauro, del Cristo
degli Abissi di San Fruttuoso, nel 2003.
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he hardest part of our work is
«Tdone under water. And as a result
we are used to holding our breath. Few
words, much action.” Armando “Dino”
Passeri is 67. He has a penetrating gaze,
and pepper and salt hair and beard. He
is the doyen of Genoese deep sea divers,
and he still is working. At his Drafinsub
headquarters he safeguards many
treasures—antique diving suits and
helmets, ancient equipment like pumps,
hoses, and masks—the type of things
that made deep sea diving history. All of
these were collected during the long
years that Passeri has carried out his
trade, and now he is anxious to ensure
that the rich Genoese heritage in the
field will not be lost for future
generations. After all, the deep sea
divers’ school in Genoa was the first of
its kind in Italy, founded in 1849 by
Robert Gardener. Passeri has done it all.
He helped save the sailors on the
London Valour, an English ship that was
pushed by a strong southwestern wind
and rough seas onto the breakwater of
the port of Genoa in 1970. That rescue
won him a bronze medal from the
Benemerenza Marinara. He was the first
to dive after the Haven caught fire and
sank at 16:30 on April 14, 1991 off the
coast of Arenzano. He even helped the
Italian Navy in 2003 pull the statue of
the Christ of the Abysses in San
Alessandro Arado
Lei con il mare ha sempre avuto un
rapporto speciale...
Sì, fin da bambino ho avuto una particolare
attrazione. A 13 già mi immergevo
con l’Aro (Autorespiratore a ossigeno
n.d.r.), il sistema usato dagli incursori della
Marina durante l’ultimo conflitto
mondiale. Frequentavo con gli scout le
grotte marine di Finale Ligure soprattutto
per pescare polpi.
A 18 anni decide che quello sarà il suo
lavoro e comincia a girare il mondo.
Sono passati quasi cinquant’anni: non
le è ancora passata la voglia?
Nemmeno per sogno. Certo per lavoro mi
immergo molto meno perché ci sono i
miei figli (Gianluca, Dino e Raffaella) con
i quali porto avanti l’azienda. Ma quando
sono in vacanza non resisto. Devo immergermi.
Il primo lavoro da palombaro?
A Suez a 19 anni. Dovevamo mettere
l’esplosivo su una nave, tagliare le lamiere
col cannello plastico.
Quale immersione ricorda più volentieri?
“La prima nel 1953 a 13 anni con l’Aro, a
Moneglia. Una sensazione bellissima”.
Quella più divertente?
“A Favignana, dovevamo recuperare una
nave affondata. Quando siamo scesi ad
ispezionarla, ho aperto una porta che era
chiusa e mi sono trovato nella cambusa.
C’era una grande quantità di bottiglie di
Fruttuoso out of the sea so that it could
be restored, and then put back in its
place 17 meters (over 50 feet) below the
surface of the waters.
You have always had a special
relationship with the sea…
Yes, ever since I was a child the sea has
called to me. At 13 I was already scuba
diving with the oxygen rebreather
system that the Italian Navy used
during the last world war. I would use it
when I went with the boy scouts to the
sea caves in Finale to hunt for octopus.
At the age of 18 you decided that
this is what you wanted to do in life,
and you began to travel the world.
Almost 50 years have gone by, are
you tired of doing this?”
No, not at all. Of course, I now dive less,
because my children have also come to
work with me. But I can’t give it up; I
have to dive.
What was your first job as a diver?
In Suez at age 19. We needed to put
explosives on a ship, cutting through
the metal sheets with a plastic
blowtorch.
Which dive for you was the most
memorable?
The first, 1953, when I was 13, with Aro,
in Moneglia. What a wonderful
sensation.
Which was the most fun?
“In Favignana. We had to recover a