Facciamoci sorprendere - Blue Liguria - Sagep

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lue storie do, from these two brothers. This bit of information is published in Genealogia de Antioquia, a book which holds the history of every family of the Colombian province in which I was born.” This is what Fernando Botero, tells us. The famous artist is spending the summer in Pietrasanta, in his villa immersed in the greenery on a hill covered in olive groves under the sight of a rook that dates to the Lombard invaders of the Roman empire. In the workshops of this town near Versiglia, on the eastern borders of Liguria, Botero founds his sculptures, and—taken as he is by a parallel passion for painting which knows no season and cannot be abandoned not even for a moment— spends the rest of the day painting and setting up seducing new tales on canvas. The same rite is repeated in Paris, New York, and Montecarlo, and namely everywhere he goes, even during some of his outings at sea in his personal “boat” which is outfitted for his needs. But for him, work is pure entertainment. In all of these circumstances his characters take form and substance characterized by a placid obesity which affects even the objects around them, the room that contain 98 Nato a Medellin (Colombia) nel 1932, cresciuto in un’agiata e colta famiglia cattolica di origine ligure, Fernando Botero vive tra Bogotà, New York, Parigi e Pietrasanta, in Toscana, dove fonde le sue sculture. Legato alla tradizione popolare e all’ambiente tipico dell’America Latina, la sua pittura si ispira anche al Rinascimento italiano, conosciuto e studiato in uno dei suoi primi viaggi studio in Italia, negli anni Cinquanta. Sopra, “Tavola da cucina” (olio su tela, 2002). Born in Medellin (Colombia) in 1932, and raised in a well-off, cultured Catholic family of Ligurian origin, Fernando Botero now resides between Bogotà, New York, Paris, and Pietrasanta, in Tuscany, where he casts his sculptures. With its ties to the peasant tradition and typical environment of Latin America, his painting is also inspired by the Italian Renaissance, which he saw and studied during one of his first study trips to Italy in the fifties. Above, “Kitchen Table” (oil on canvas, 2002). scorre il resto della giornata a disegnare e a impostare nuovi seducenti racconti sulla tela. E un simile rito si ripete a Parigi, a New York, a Montecarlo, ovunque egli si trovi, magari anche nel corso di qualche uscita in mare sulla personale “barca” attrezzata alla bisogna. In tutte queste circostanze prendono forma e sostanza i suoi personaggi caratterizzati da una placida obesità che coinvolge anche gli oggetti di contorno, le stanze che li contengono, il paesaggio che li asseconda. Da un simile connubio emerge un’armonia edenica che chiama in causa la nostalgia del tempo e del luogo smarriti per noi con l’infanzia. Infatti le sue figure si specchiano in una connotazione esagerata insita nella tradizione popolare e nell’ambiente tipici dell’America Latina e che abbiamo imparato a conoscere per esempio attraverso i romanzi di Gabriel García Márquez. Comunque un simile approccio creativo trova un’ulteriore giustificazione nella continua ricerca di un equilibrio formale che riguarda i volumi e il loro rapporto con lo spazio, un equilibrio che viene esaltato nelle sculture allorché il colore viene sostituito da una sintesi compositiva che trasferisce il fascino recondito della favola nella bronzea fissità del mistero. Fissità di volti ed essenzialità di forme. Così la sua crescita cognitiva affinatasi a Firenze nella seconda metà degli anni Cinquanta a contatto di alcuni capolavori del Rinascimento nostrano e corroborata altrove da ulteriori sguardi rivolti a Vermeer, Rubens, Rembrandt e Velázquez (tanto per fare alcuni nomi), ha trovato nella terza dimensione nuovi agganci che conducono agli egizi, agli etruschi prima di soffermarsi magari sull’opulenza di un Maillol. Comunque, alla fine di ogni percorso indagatore, incontriamo sempre Botero: grazie a lui lo sguardo del nostro tempo può nutrirsi di frutti i cui semi provengono da una cultura che ci appartiene nell’intimo e continua ad affascinarci. E poi c’è quell’aggancio dei due Botero (o Bottero) che con lui rinnovano l’ideale legame con la Liguria: l’agognato e probabilmente mai raggiunto filone aureo oggi si specchia e rinnova l’incanto nelle straordinarie opere dell’augusto discendente. them, and the landscapes that back them up. From a similar marriage come an Eden-like harmony which calls to the nostalgia of the times, and of places lost for us since our childhood. In fact his figures are mirrored in an exaggerated connotation that is inherent in folk traditions and typical environments of Latin America, which we have gotten to known through the novels of Gabriel García Márquez. All the same, a similar creative approach finds yet another justification in the continual seeking of a formal equilibrium with respect to volumes and their relationship with space, an equilibrium which is exalted when the sculpture and color (an element that is narratively and emotionally important in his painting) are substituted by a composition synthesis which transfers the hidden fascination of the tale in the bronze fixed by mystery. Fixed in terms of faces and essentiality of forms. In this way his cognitive growth, refined in Florence in the second half of the fifties when placed in contact with some masterpieces of our Renaissance, and supported elsewhere by additional glances in the direction of Vermeer, Rubens, Rembrandt and Velázquez ( just to name a few), has also found in the third dimension new trails leading to the Egyptians and the Etruscans, before stopping before the opulence of a Maillol. All the same, at the end of every investigative route, we always find Botero. Thanks to him a look at our times can be nourished by the fruits whose seeds come from a culture which belongs intimately to us, and which continues to fascinate us. And then there are those ties to the two Boteros (or Botteros) which through him renew an ideal link to Liguria, the coveted and probably never reached aural thread that today is mirrored and renewed by the enchantment of the extraordinary works of this august descendent.
GENOVA GAVI Si sa, per il motociclista non è importante il punto di arrivo, ma il viaggio. La strada deve essere sempre tortuosa, panoramica e ardita. Chilometri di curve e tornanti percorsi con l’obiettivo di assaporare la strada, metro dopo metro, ascoltando nel silenzio solo il suono del motore. Poche, brevi pause, e poi di nuovo in sella. Le gioie che le due As we all know, for motorcyclists the arrival is not important. What is important for them is the trip. The road must be always winding. It must be panoramic, and strenuous. Kilometers of bends and twists are necessary to totally enjoy the road, meter by meter, itinerari itineraries blue In sella tra curve e tornanti In the Saddle on a Winding Road Per i motociclisti c’è un itinerario da Genova a Gavi, da fare in una giornata, che assicura stupendi panorami, soste golose, visite culturali e un po’ di storia For motorcyclists we propose a day trip that goes from Genoa to Gavi that guarantees incredible views, stupendous cuisine, culture and history ruote regalano al centauro sono tante, i dolori invece, sono spesso riservati al passeggero, alla “zainetta”! L’itinerario proposto è facilmente percorribile in una giornata e prevede panorami meravigliosi, strade con mille curve, ma anche soste golose, visite culturali e un po’ di storia. Da Pontedecimo una salita ripida porta a Praglia, dove improvvisamente ci si Ludovica Schiaroli foto di Ugo Roffi Sosta sulla strada verso i piani di Praglia Resting a moment on the road to Piani di Praglia 99
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