Affidamenti familiari e Centri Affidi in Toscana - Centro regionale di ...
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Bamb<strong>in</strong>i e ragazzi <strong>in</strong> affidamento familiare e nei servizi residenziali <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong><br />
Figura 2 - <strong>Affidamenti</strong> a famiglia o a parenti secondo la con<strong>di</strong>zione dei genitori<br />
e la cittad<strong>in</strong>anza (valori %)<br />
Altro<br />
Nucleo ricostituito con un genitore biologico<br />
Entrambi deceduti<br />
Padre vedovo<br />
Madre vedova<br />
Genitori s<strong>in</strong>goli (madre nubile o padre celibe)<br />
Genitori separati o <strong>di</strong>vorziati<br />
Genitori conviventi<br />
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0<br />
Italiani<br />
Stranieri<br />
regione. Famiglie conviventi, con una quota <strong>di</strong> separati che è esattamente <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea con i<br />
dati della popolazione e un’età della coppia non giovanissima, che generalmente vive da<br />
sola, del<strong>in</strong>eano quel quadro <strong>di</strong> “normalità” <strong>di</strong> cui si è fatto cenno. Il ricorso all’affidamento<br />
per queste famiglie non è qu<strong>in</strong><strong>di</strong> legato a situazioni <strong>familiari</strong> particolari (famiglie monogenitoriali<br />
o peggio bamb<strong>in</strong>i orfani, famiglie numerose per la presenza <strong>di</strong> molti conviventi<br />
o giovanissime coppie <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà).<br />
Ci sono però due aspetti che <strong>in</strong> qualche modo caratterizzano le famiglie dei m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong><br />
affidamento e sono legati al titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e alla situazione economica.<br />
Dai dati a <strong>di</strong>sposizione emerge che per il 90% circa dei m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> affidamento, siano essi italiani<br />
o stranieri, il padre e la madre hanno un titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o non superiore alla licenza me<strong>di</strong>a,<br />
e solamente l’1% circa una laurea. Si tenga presente che nella popolazione femm<strong>in</strong>ile italiana<br />
<strong>in</strong> età compresa tra i 30 e 39 anni (questa classe d’età nel nostro censimento, come detto,<br />
è quella più rappresentata), l’<strong>in</strong>cidenza delle laureate e m<strong>in</strong>ilaureate è pari a circa il 13%.<br />
A titoli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o me<strong>di</strong>o bassi si associano situazioni lavorative piuttosto precarie con oltre<br />
il 40% dei padri (sia italiani che stranieri) non occupati e madri non occupate che arrivano<br />
<strong>in</strong>torno all’80%.<br />
Nel gruppo <strong>di</strong> genitori che hanno un’occupazione, gli operai (nel caso <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong>pendente)<br />
e i lavoratori <strong>in</strong> proprio (nel caso <strong>di</strong> lavoratori autonomi) sono le professioni maggiormente<br />
<strong>in</strong><strong>di</strong>cate.<br />
In questo contesto è abbastanza comprensibile che nel 77% delle famiglie italiane e<br />
ad<strong>di</strong>rittura nel 84% <strong>di</strong> quelle straniere venga <strong>in</strong><strong>di</strong>cata una fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to precaria.<br />
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