Affidamenti familiari e Centri Affidi in Toscana - Centro regionale di ...
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Gli affidamenti <strong>familiari</strong> <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong> nell’esperienza delle zone socio-sanitarie:<br />
analisi e valutazione del fenomeno e del sistema degli <strong>in</strong>terventi<br />
Le percentuali si attestano <strong>in</strong>fatti sul 75% circa <strong>di</strong> affi<strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ziali, rispetto ad un 25%<br />
circa <strong>di</strong> quelli consensuali. Questa tendenza è confermata anche dai dati della ricerca presentata<br />
<strong>in</strong> questo volume, dove si evidenziano che, su un totale <strong>di</strong> 1.462 affidamenti<br />
(2,9‰ dei m<strong>in</strong>ori residenti), si rileva come 1.102 <strong>di</strong> questi siano giu<strong>di</strong>ziali (circa il 75,3%),<br />
mentre solo la restante parte, 360 (circa il 24,6%), consensuali. Tali proporzioni rimangono<br />
pressoché <strong>in</strong>variate se si considerano anche soltanto gli affidamenti <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori stranieri<br />
(qui è <strong>in</strong>teressante osservare come si possa stimare che più della metà degli affi<strong>di</strong> <strong>familiari</strong><br />
giu<strong>di</strong>ziali <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori stranieri, riguarda le situazioni <strong>di</strong> ragazzi non accompagnati; sempre<br />
a tal proposito si segnala come oltre il 70% dei 471 m<strong>in</strong>ori stranieri non accompagnati <strong>in</strong><br />
affidamento, riguar<strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori delle zone pistoiese, pratese e fiorent<strong>in</strong>a).<br />
Lo stesso trend si verifica peraltro anche laddove si consider<strong>in</strong>o i dati riferiti a m<strong>in</strong>ori italiani<br />
e stranieri affidati a servizi residenziali: su un totale <strong>di</strong> 529 affi<strong>di</strong>, il 77,7% è giu<strong>di</strong>ziario,<br />
mentre solo poco più del 20% è consensuale. Le proporzioni non <strong>di</strong>fferiscono <strong>di</strong> molto<br />
se consideriamo separatamente la popolazione m<strong>in</strong>orile italiana e straniera. Come possiamo<br />
leggere e <strong>in</strong>terpretare questi dati? Perché persiste nel tempo questo forte <strong>di</strong>vario tra<br />
queste due tipologie <strong>di</strong> affidamento?<br />
Si ritiene <strong>in</strong>nanzitutto che vi siano delle risposte da cercare nella nostra cultura, nella<br />
storia dello sviluppo della famiglia <strong>in</strong> Italia, nel forte valore dato ai legami <strong>di</strong> sangue, per<br />
cui – come peraltro la stessa legislazione afferma – il bamb<strong>in</strong>o ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> crescere nella<br />
sua famiglia. Proprio <strong>in</strong> questa <strong>di</strong>rezione le politiche sociali hanno <strong>in</strong>tensificato nel<br />
tempo i propri sforzi, rafforzando <strong>in</strong><strong>di</strong>rettamente anche l’idea che l’affido possa o debba<br />
essere l’ultima spiaggia tra i possibili <strong>in</strong>terventi pre<strong>di</strong>sposti a favore <strong>di</strong> un nucleo familiare.<br />
La stessa magistratura m<strong>in</strong>orile si sbilancia spesso <strong>in</strong> questo senso, rilevando come<br />
il legislatore della legge 184/83 avesse avuto forse troppa fiducia nella solidarietà sociale<br />
(e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> nella possibilità <strong>di</strong> attivare reti virtuose tra famiglie per l’accoglienza <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori<br />
<strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà); come si corra molte volte il rischio <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>re l’istituto dell’affido laddove<br />
lo stesso venga scelto solo perché non si riescono a raggiungere i risultati sperati tramite<br />
<strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> natura preventiva; e quando, sia a livello <strong>di</strong> servizi territoriali che <strong>di</strong> tribunale<br />
m<strong>in</strong>orile, non si fa lo sforzo <strong>di</strong> comprendere la sofferenza, la <strong>di</strong>versità, le carenze<br />
delle famiglie che sono ai marg<strong>in</strong>i e trovare <strong>in</strong>sieme a loro quelle possibili strade che<br />
prevengono l’allontanamento del bamb<strong>in</strong>o 13 . Dati <strong>in</strong> controtendenza rispetto a quelli<br />
italiani si hanno <strong>in</strong>vece <strong>in</strong> alcuni Paesi anglosassoni (Gran Bretagna, Germania) dove più<br />
del 70% dei m<strong>in</strong>ori assistiti beneficiano <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> affidamento familiare 14 a riprova del<br />
fatto che la cultura è uno dei fattori primari che <strong>in</strong><strong>di</strong>rizza anche scelte operative oltre<br />
che legislative.<br />
13 G. Casciano, Sem<strong>in</strong>ario sull’affidamento familiare, Istituto degli Innocenti, Firenze, 23 settembre 2004.<br />
14 CAM (a cura <strong>di</strong>), Italia – Europa. Alla ricerca <strong>di</strong> nuovi modelli <strong>di</strong> tutela per l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza, Milano, Franco<br />
Angeli, 2001.<br />
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