13.07.2015 Views

ANNO XVI – N. 63 – Dicembre 2012 - Agopuntura.org

ANNO XVI – N. 63 – Dicembre 2012 - Agopuntura.org

ANNO XVI – N. 63 – Dicembre 2012 - Agopuntura.org

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

s’incarna ha un volto visibile, riconoscibile e condivisibile secondo un certo tipo dimorale 7 . In ciò consistono la bellezza necessaria della moralità e la moralità possibiledella bellezza che, per dirla con Dostoevskij “salverà il mondo” 8 . In forza di questorapporto, sebbene la moralità si fondi in un certo senso sulla bellezza, non vale ilcontrario. Nella bellezza, tuttavia, si racchiude sempre quantomeno una promessa,una nostalgia o una eco della moralità. Così come in essa si può sempre celare ilpossibile inganno o disinganno, che degradano (mito di Pandora 9 , Mr. Wickham diRomanticismo risiede proprio nella riscoperta romantica della passione e del sentimento in antitesi alla fredda e rigorosa ragione illuministica: inrealtà, con i Romantici vengono approfonditi e portati alle estreme conseguenze la passione e il sentimento, che però erano già stati scoperti evalutati positivamente da Illuministi quali Rousseau ( La nuova Eloisa ).7 Coerentemente con il movimento estetico di cui Wilde è discepolo, “Il ritratto di Dorian Gray” (The Picture of Dorian Gray) vuole essere unacelebrazione della bellezza senza fine, disinteressata ed eterna (riprende così il concetto dell "Art pour Art", ossia dell'arte per l'arte, senza alcunfine). Il dipinto che mostra il disfacimento morale del protagonista, è simbolo del peccato, mentre Dorian Gray, con il suo bell'aspetto e la sua indolemalvagia rappresenta la b<strong>org</strong>hesia della Victorian age (età vittoriana) che con la sua ipocrisia celava dietro apparenti buone maniere e dietro uncodice di valori, un atteggiamento negativo. Inoltre, Tramite la trattazione della tematica della bellezza (mediante la riproposizione del tema delDoctor Faust, ossia il tema dell'uomo che vende l' anima per realizzare i suoi desideri) obiettivo di Wilde è quello di trasmettere un insegnamento.La morale della novella è che ogni eccesso deve essere punito e che la realtà non può essere ingannata. Infatti quando Dorian Gray distrugge ildipinto non può evitare la punizione per le sue colpe, ossia la morte. Francesca da Polenta, nell'immortale V canto dell'Inferno dantesco, continua apensare con rimpianto al proprio bel corpo che le fu strappato con la morte, e che aveva fatto innamorare di lei il cognato Paolo Malatesta:“Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprendeprese costui de la bella personache mi fu tolta; e il modo ancor m'offende”.Persino dopo morta, persino all'Inferno, Francesca rimpiange la propria bellezza fisica, strumento di seduzione (sia pure involontaria) del giovaneparente e causa indiretta della sua tragica morte e della stessa dannazione eterna. Tale è la potenza di suggestione che esercita la bellezza, non solosu chi la ammira nell'altro, ma anche su chi la ammira in se stesso, se ne compiace e ne rimane, in certo qual modo, soggiogato: soggiogato dallepotenzialità che offre l'avvenenza del proprio corpo. Ma, a questo punto, siamo sicuri che la bellezza del corpo sia solo quella che invita allaseduzione erotica? Il corpo non possiede forse un'altra forma di bellezza, che è intrecciata indissolubilmente a quella dell'anima, e che forma conessa un tutto unico di straordinaria intensità? Prendiamo il caso di un'opera d'arte come La Pietà di Giovanni Bellini, ora conservata presso laPiancoteca di Brera. Si osservi, in modo particolare, il dettaglio dei due volti, vicinissimi, della Madre e del divino Figlio: quel muto colloquio tra lei,viva, e Lui, morto; quelle labbra che sembrano voler soffiare un estremo alito di vita, da un corpo all'altro; lo sguardo straziato, gli occhi di lei chepaiono cercare una estrema scintilla di luce in quelli, chiusi, di Lui. Una scena di una bellezza inesprimibile, sublime. Parafrasando una celebre frasedel grande poeta africano Leopold Sédar-Senghor, potremmo dire che nel mondo della bellezza non esistono confini invalicabili e definitivi,nemmeno tra la vita e la morte. Piuttosto, ci sembra che la vera differenza sia quella tra la bellezza da cui traspare la luce dell'anima (e, in questosenso, anche il Cristo morto della Pietà di Bellini sembra solo addormentato) e la bellezza senz'anima, fatta di soli corpi. La stessa cosa vale per labellezza del corpo umano. Un corpo senz'anima non esiste, è una contraddizione in termini; eppure è proprio quello che hanno cercato dirappresentare uno stuolo di artisti moderni: dei corpi seducenti, ma privi di anima. Ed è anche il modello cui si ispirano milioni e milioni di persone,uomini e donne, nella loro vita di tutti i giorni, trasformando i propri corpi in altrettanti strumenti di guerra per la conquista dell'altro, mediante losfruttamento di una sensualità esasperata. Da quei corpi, però, non traluce - sovente - nemmeno un barlume di anima: la loro è una bellezza cheabbaglia, ma non riscalda; che confonde, ma non rasserena; che stimola, ma non appaga. Da essi, al contrario, traspare una cupa tristezza, un velodi pesantezza che ha quasi un sentore di dissoluzione, di morte.8 Il tema della bellezza che salverà il mondo è molto antico viene riportato a galla in età moderna dal grande romanziere russo F. Dostoevskij. Inparticolare, nell'opera L'Idiota, che vede protagonista un essere assolutamente buono, il principe Myskin, alle prese con un mondo invececompletamente malvagio. La missione di questo eroe atipico sarà appunto quella d'instillare il seme della bellezza, di cui lui è portatore, in uncontesto di assoluta desolazione spirituale. Missione che lui stesso fallirà inesorabilmente; così come fallì Cristo portatore del divino, ma chetuttavia non fu creduto dagli uomini e per questo fu crocifisso. La bellezza domina questo capolavoro dostoevskijano, dalla prima all'ultima riga,aleggiandovi ed esercitando sui lettori un'irresistibile fascinazione. Bellezza che, in altri termini, non può che essere di derivazione platonica, vistol'indiscutibile platonismo della cultura ortodossa, di cui Dostoevskij fu uno dei massimi esponenti. Per l'appunto uno dei testi fondativi delmisticismo russo s'intitola Filocalia, che vuol dire proprio: amore per la bellezza. Sia Platone che Dostoevskij non credevano in questo mondo, predadella bruttezza, bensì non smisero mai di credere nell'oltremondo della bellezza - intesa come fuoriuscita da un mondo inferiore. Entrambicorroborarono, dunque, la profezia sulla bellezza salvatrice.9 La fanciulla “tutta doni” che, foggiata da Efesto per volere di Zeus, per rispondere ai doni di Prometeo, da agli uomini "il male di cui gioiranno".Simile alle dee, adornata da Atena stessa di velo e diadema, Pandora venne offerta a Epimeteo, che la prese nonostante l'avvertimento diPrometeo. Pandora con se portava un vaso colmo di ogni male, comprese le malattie e la morte, che solo da allora colpirono gli uomini. Celebre ilfilm Il vaso di pandora (Die Büchse der Pandora), conosciuto anche con il titolo Lulu - Il vaso di Pandora, diretto nel 1929 da Ge<strong>org</strong> Wilhelm Pabst einterpretato dalla irrestibile Louise Brooks, che, per la prima volta nel cinema, mostra sullo schermo l'attrazione lesbica del personaggio dellacontessa Geschwitz nei confronti di Lulù. Pandora è il nome del pacifico Pianeta invaso dai marines americani in “Avatar”: opera in 3D del 2011 diJames Camerun di cui si è detto essere un film ingenuamente pacifista ed ecologista, in cui, vedendo l’esercito americano invadere un paese(pianeta) arretrato e diviso in fazioni tribali con il solo fine di privarlo delle sue risorse minerarie, fa pensare all’Iraq o all’Afghanistan. In molta dellafantascienza letteraria e cinematografica il futuro politico della Terra viene rappresentato unitario, perlopiù come una federazione. Qui invece, nel2154, sono proprio gli Americani, i marines per la precisione, a essere il braccio armato della corporation terrestre che invade il pacifico pianetaPandora. Un dettaglio non trascurabile, se si vuole attribuire una valenza politica ad Avatar. Si tratta delle due facce dell’America, quellademocratica e illuminata, che dialoga con gli indigeni attraverso gli avatar, e quella neocolonialista, in cui il tecnocrate ignorante e servo delcapitalismo, e il colonnello dei marines “fascista e stronzo”, come ha scritto Michele Serra, danno l’ordine del genocidio mangiando o bevendo ilcaffè, figura tipica della pratica del male nel cinema americano.11

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!