occasione, per ogni luogo, per ogni bisogno. Esistono poi gli spiriti : in genere sitratta di entità naturali che non hanno consapevolezza ma che possono esserepericolosi per gli uomini. Si possono tenere a bada con alcuni acc<strong>org</strong>imenti: gli uscidebbono essere alzati in modo che non possano essere passati, i ponti vengonocostruiti a zigzag 17 in modo che non possano attraversali, nelle abitazioni bisognacostruire un foro nella parete opposta alla porta, in modo che se, per caso, unospirito entra in casa, possa uscirne agevolmente attraverso esso vii viii . La più parte diqueste credenze ci sono giunte grazie al gran lavoro di ricerca di Jan Jacob Maria deGroot 18 , trascritto nell'opera The Relìgious System of China ix x . Secondo il FengshenYanyi 封 神 演 义 (“La creazione degli Dei”, noto anche come Fengshen Bang 封 神 榜 ),una delle maggiori raccolte letterarie di novelle scritte durante la dinastia Ming (1368-1644) sulla fondazione delle dinastie Shang (1600-1046 a.C.) e Zhou (1046-256a.C.), spiriti e fantasmi fanno parte integrante della vita dei vivi, anche in modo pocosimpatico o rassicurante xi . I temi della vita e della morte, della creazione del mondo,del continuo intrecciarsi dei rapporti tra cosmo (sole, luna, stelle), fenomeni naturali,corpo e mente, la relazione con gli antenati, sono tutti concetti rappresentati come sevivi e morti condividessero spazi e tempi, su dimensioni differenti che, a volte e inparticolari condizioni, comunicano fra loro xii . Da qui deriva tutta una serie dipersonaggi fantastici, creature mostruose ed eroi straordinari. La creazione di mitinella letteratura cinese appare solo dopo lo sviluppo delle filosofie del confucianesimo,del taoismo 19 20e delle altre “Cento Scuole di Pensiero” 諸 子 百 家 xiii . Prima si parla solo17 Infatti, secondo i cinesi, questa razza di demoni o spettri, che viene generata dalle anime di coloro che in vita sono stati malvagi, hanno laparticolarità di muoversi sempre in linea retta e subitaneamente si voltano indietro non appena incontrano un ostacolo, anche semplice come unparavento di bambù. Questi esseri, in Tibet, sono simili ai nostri vampiri, rappresentati come terribili creature dagli occhi iniettati di sangue e con labocca verde, divoratori di morti e padroni dei cimiteri.18 Sinologo olandese (Schiedam 1854 - Berlino 1921), professore a Leida (1891-1911), quindi a Berlino. La sua opera più nota è The religious systemof China (6 voll., 1892-1910). E’ grazie a questa monumentale opera chè possibile dire che, anche in Cina, in area sciamanica e in epoca antichissima,nascono figure terrifiche come vampiri e licantropi. Nell'area sciamanica il collegamento tra il mondo dei vivi e quello dei morti "non ammettevasoluzioni di continuità, secondo convenzioni del tutto mancanti nelle credenze 'religiose' occidentali". L'aldilà era un mondo parallelo e rovesciatorispetto a quello dei viventi, opposto ma complementare, spesso posto oltre un fiume che poteva essere oltrepassato soltanto al termine di unpercorso iniziatico. Giacché questo percorso non era facile, si comprende la tentazione, per il morto, di rinunciarvi cercando invece di ritornareverso il mondo dei viventi. Anche se personaggi simili al vampiro erano stati segnalati in oriente già da Marco Polo, i viaggiatoti occidentali ne hannoiniziato lo studio sistematico solo nell'Ottocento. In Malesia il polong e il pelesit - spesso accusati di succhiare il sangue - non sembrano vampiri maspiriti creati o fatti apparire con atti di magia nera. In particolare il polong è uno spirito malvagio che può essere attirato in una bottiglia dove èstato raccolto per due settimane il sangue di un uomo assassinato. Il pelesit - che di solito accompagna il polong - gli prepara la strada insinuandosinel corpo della vittima. Qualche affinità con il vampiro hanno il langsuyar e il pontianak, talora confusi fra loro.19 Come religione <strong>org</strong>anizzata, il taoismo è documentato solo a partire dal n secolo dell’era cristiana, anche se il taoismo religioso affonda le proprieradici in pratiche magiche molto più antiche. Dal IV secolo in poi la chiesa taoista fu rigidamente articolata secondo vari livelli (a quelli inferiorierano ammesse anche le donne). Un secolo dopo è documentata l’esistenza di quello che viene popolarmente definito il “papa taoista” (tianshi,maestro celeste), del quale l’ultimo discendente è vissuto fino a non molto tempo fa: una figura che nello Stato cinese non ha però mai ottenutoparticolare riconoscimento e legittimità. Seguendo il modello buddista, il taoismo fondò monasteri accentuandone il carattere di luoghi di pace e diritiro spirituale, e introdusse una serie di norme monastiche anche per il laicato. Oltre ai monaci che vivevano in comunità – anche se con regolemeno rigide rispetto a quelli buddisti – c’era una categoria di sacerdoti, detti daoshi (maestri del Dao), che vivevano in famiglia e predicavano inmezzo alla gente; i daoshi venivano occasionalmente chiamati per presiedere o partecipare a cerimonie di culto e a riti per lo più a caratterefamiliare. Nel nord della Cina il taoismo sviluppò maggiormente certe forme di ricerca della perfezione personale, a imitazione del buddismo e delconfucianesimo, dando vita a una setta riformata che si chiamava Quanzhen Dao (“Religione della verità integrale”). Wang Zhongyang, fondatoredella setta, predicava il distacco dalle necessità materiali e dalle ambizioni terrene. I seguaci di Wang si astenevano dai piaceri, trascuravano lapolitica e si ritiravano nei monasteri o sulle montagne per meditare, lontani dalle attività e dalle tentazioni mondane. Grandissima importanzaveniva attribuita alla meditazione, considerata un mezzo per ridurre lo Yin e incrementare lo Yang. Zhang Jun, che succedette al fondatore dellascuola, bandì dal taoismo le pratiche superstiziose, i rituali magici e l’alchimia. Raccomandò, invece, l’introspezione e le tecniche utili per conseguirela trasformazione interiore. Inoltre osteggiò, come illusoria, la ricerca dell’immortalità, e spinse piuttosto i suoi discepoli a vivere rettamente, Lasetta Quanzhen si considera non soltanto erede del taoismo, ma anche del confucianesimo e del buddismo. Nel sud della Cina ebbe invecemaggiore sviluppo e seguito la setta tradizionale, detta Zhengyi Dao (“religione dell’unità ortodossa”), che faceva ampio ricorso all’alchimia.L’ingresso dell’alchimia e lo studio delle erbe medicinali nel taoismo (in funzione della ricerca dell’immortalità), avvenuti nel il secolo a.C., si devonoin particolare alle opere del guaritore ChangTao Ling (o Zhang Daoling), il primo “maestro celeste” del taoismo, che diede un contributofondamentale alla strutturazione del taoismo in forma di religione. La concorrenza del buddismo portò il taoismo ad evolversi per sopravvivere, ecosì anche il buddismo ha finito per essere colorato di tinte taoiste. Il sincretismo cinese ha permesso alle tre religioni (buddismo, taoismo econfucianesimo) di coesistere pacificamente, di evolversi e di evitare la guerra religiosa.96
di influenze, benevole o nefaste, di tipo etereo xiv . Il termine utilizzato piùcomunemente per indicare gli spettri in Cina è gui 21 鬼 , che sta per fantasma e che siritrova già nel primo glossario cinese, lo Erya Jinzhu, del III secolo a.C. Comeaffermano gli esperti, nella logica dei testi antichi i caratteri si definiscono in coppie diomofoni e al carattere gui è associato gui 歸 , che sta generalmente per “ritornare”(gui zhi wei yan gui ye 鬼 之 为 言 归 也 22 ), ma che è in realtà un termine complesso edambiguo, che significa anche fare affidamento su, stabilire alleanze con, sposare (peruna donna) e morire xv xvi . Un ampio e dettagliato studio recente di Isabella Mazzanti xviici semplifica il compito, sintetizzando che, nell’accezione più comune gui significatornare a casa o tornare alle proprie radici, il che fa s<strong>org</strong>ere spontanea la domanda diquale casa e quali radici si parli. Nel Liji 禮 記 , il celebre “Libro dei Riti”, si chiarisceche: “tutte le cose devono morire, e una volta decedute devono tornare alla terra:questo è ciò che si intende essere un fantasma” e si aggiunge: “quando spirito e corposono separati (dalla morte) ognuno ritorna al suo “vero” (luogo o natura). Questo èquindi ciò che si intende per fantasma: entità non viva che appartiene alla morte ealla propria vera dimora, che non è la falsa dimora occupata in vita, ma quella vera dacui si ha avuto origine al principio di tutte le cose xviii xix . La cultura Zhuo, nel ChunqiuZuozhuan 春 秋 左 转 (“Annali delle Primavere e Autunni”), suggerisce che “se uno spettroha un luogo a cui far ritorno, esso non diverrà uno spirito maligno”, mentre nelloShuowen jiezi 说 文 解 字 , un dizionario Han del 1 sec d.C., si riporta: “Gui è ciò a cuiuna persona ritorna. La parte superiore (tian 田 ) raffigura la testa di un gui, la parteinferiore continene due radicali, il radicale per persona (ren 人 ) e il radicale per “nonappropriato al bene pubblico” (si 厶 ). Questo perché lo yin qi 阴 气 di un gui èpericoloso e quindi contrario al bene pubblico”. Come aggettivo gui inizialmente siriferisce a tutto ciò che è straniero e/o distante, ma successivamente acquisisceanche il significato di “astuto”, “nascosto”, “furtivo”, “insondabile”, “misterioso” e“insensato”, anche se il suo senso primario resta sempre legato alle manifestazionispettrali. Secondo quanto riportato nel drappo funerario di Mawangdui xx è evidenteche la cultura che ha generato la Medicina Cinese, lega al concetto di fantasma iltermine Hun 魂 (anima o spirito del Fegato 23 ) e, secondo tale idea, l’anima sarebbecomposta di due entità, una yin 阴 e l’altra yang 阳 , che al momento della morte sidividono, recandosi la parte hun (yang) in cielo e la parte po 魄 (yin) nella terra 24 .Questa separazione dal corpo, nella tradizione letteraria e medica cinese, non avvienesoltanto con la morte, ma anche in particolari momenti, come durante il sogno o nellostato di coma. Spesso infatti l’anima disincarnata, raffigurata come un’ombra o come20 Le scuole di pensiero elencate nel Taishigong Zixu e nel Yiwenzhi furono sviluppate sotto la dinastia Zhou, fino alla repressione operatadall'imperatore Shi Huangdi.21 In Efeo kuei.22 Che si traduce “gli spiriti fanno ritorno”.23 Il termine hun si ritrova in molti dei vocaboli composti riferiti ai fantasmi: youhun 幽 魂 (spettro degli Inferi) youhun 游 魂 (anima sperduta)yuanhun 冤 魂 (fantasma di chi è stato accusato ingiustamente), gu hun 孤 魂 (anima solitaria), e huanhun 还 魂 , letteralmente “anima che ritorna”.In contrasto col verbo gui, dove la direzione del ritorno è ambigua, huan significa inequivocabilmente “tornare indietro” chiarendo che le anime deimorti ritornano qui ed ora a perseguitare il mondo dei vivi.24 Una delle credenze cinesi più diffuse riguarda la molteplicità dell'anima; si ritiene, infatti, come già nell'Antico Egitto, che ogni essere umanopossegga più anime, ognuna delle quali con un differente destino. Una di queste si pensa resti nel cadavere: è il p'o, il livello più basso: se il corpoospite non viene distrutto completamente e viene anzi a trovarsi esposto ai raggi della Luna, o se entra a contatto con il sangue di un qualcheanimale, l'essenza vitale del po si fortifica.97
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