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ANNO XVI – N. 63 – Dicembre 2012 - Agopuntura.org

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occasione, per ogni luogo, per ogni bisogno. Esistono poi gli spiriti : in genere sitratta di entità naturali che non hanno consapevolezza ma che possono esserepericolosi per gli uomini. Si possono tenere a bada con alcuni acc<strong>org</strong>imenti: gli uscidebbono essere alzati in modo che non possano essere passati, i ponti vengonocostruiti a zigzag 17 in modo che non possano attraversali, nelle abitazioni bisognacostruire un foro nella parete opposta alla porta, in modo che se, per caso, unospirito entra in casa, possa uscirne agevolmente attraverso esso vii viii . La più parte diqueste credenze ci sono giunte grazie al gran lavoro di ricerca di Jan Jacob Maria deGroot 18 , trascritto nell'opera The Relìgious System of China ix x . Secondo il FengshenYanyi 封 神 演 义 (“La creazione degli Dei”, noto anche come Fengshen Bang 封 神 榜 ),una delle maggiori raccolte letterarie di novelle scritte durante la dinastia Ming (1368-1644) sulla fondazione delle dinastie Shang (1600-1046 a.C.) e Zhou (1046-256a.C.), spiriti e fantasmi fanno parte integrante della vita dei vivi, anche in modo pocosimpatico o rassicurante xi . I temi della vita e della morte, della creazione del mondo,del continuo intrecciarsi dei rapporti tra cosmo (sole, luna, stelle), fenomeni naturali,corpo e mente, la relazione con gli antenati, sono tutti concetti rappresentati come sevivi e morti condividessero spazi e tempi, su dimensioni differenti che, a volte e inparticolari condizioni, comunicano fra loro xii . Da qui deriva tutta una serie dipersonaggi fantastici, creature mostruose ed eroi straordinari. La creazione di mitinella letteratura cinese appare solo dopo lo sviluppo delle filosofie del confucianesimo,del taoismo 19 20e delle altre “Cento Scuole di Pensiero” 諸 子 百 家 xiii . Prima si parla solo17 Infatti, secondo i cinesi, questa razza di demoni o spettri, che viene generata dalle anime di coloro che in vita sono stati malvagi, hanno laparticolarità di muoversi sempre in linea retta e subitaneamente si voltano indietro non appena incontrano un ostacolo, anche semplice come unparavento di bambù. Questi esseri, in Tibet, sono simili ai nostri vampiri, rappresentati come terribili creature dagli occhi iniettati di sangue e con labocca verde, divoratori di morti e padroni dei cimiteri.18 Sinologo olandese (Schiedam 1854 - Berlino 1921), professore a Leida (1891-1911), quindi a Berlino. La sua opera più nota è The religious systemof China (6 voll., 1892-1910). E’ grazie a questa monumentale opera chè possibile dire che, anche in Cina, in area sciamanica e in epoca antichissima,nascono figure terrifiche come vampiri e licantropi. Nell'area sciamanica il collegamento tra il mondo dei vivi e quello dei morti "non ammettevasoluzioni di continuità, secondo convenzioni del tutto mancanti nelle credenze 'religiose' occidentali". L'aldilà era un mondo parallelo e rovesciatorispetto a quello dei viventi, opposto ma complementare, spesso posto oltre un fiume che poteva essere oltrepassato soltanto al termine di unpercorso iniziatico. Giacché questo percorso non era facile, si comprende la tentazione, per il morto, di rinunciarvi cercando invece di ritornareverso il mondo dei viventi. Anche se personaggi simili al vampiro erano stati segnalati in oriente già da Marco Polo, i viaggiatoti occidentali ne hannoiniziato lo studio sistematico solo nell'Ottocento. In Malesia il polong e il pelesit - spesso accusati di succhiare il sangue - non sembrano vampiri maspiriti creati o fatti apparire con atti di magia nera. In particolare il polong è uno spirito malvagio che può essere attirato in una bottiglia dove èstato raccolto per due settimane il sangue di un uomo assassinato. Il pelesit - che di solito accompagna il polong - gli prepara la strada insinuandosinel corpo della vittima. Qualche affinità con il vampiro hanno il langsuyar e il pontianak, talora confusi fra loro.19 Come religione <strong>org</strong>anizzata, il taoismo è documentato solo a partire dal n secolo dell’era cristiana, anche se il taoismo religioso affonda le proprieradici in pratiche magiche molto più antiche. Dal IV secolo in poi la chiesa taoista fu rigidamente articolata secondo vari livelli (a quelli inferiorierano ammesse anche le donne). Un secolo dopo è documentata l’esistenza di quello che viene popolarmente definito il “papa taoista” (tianshi,maestro celeste), del quale l’ultimo discendente è vissuto fino a non molto tempo fa: una figura che nello Stato cinese non ha però mai ottenutoparticolare riconoscimento e legittimità. Seguendo il modello buddista, il taoismo fondò monasteri accentuandone il carattere di luoghi di pace e diritiro spirituale, e introdusse una serie di norme monastiche anche per il laicato. Oltre ai monaci che vivevano in comunità – anche se con regolemeno rigide rispetto a quelli buddisti – c’era una categoria di sacerdoti, detti daoshi (maestri del Dao), che vivevano in famiglia e predicavano inmezzo alla gente; i daoshi venivano occasionalmente chiamati per presiedere o partecipare a cerimonie di culto e a riti per lo più a caratterefamiliare. Nel nord della Cina il taoismo sviluppò maggiormente certe forme di ricerca della perfezione personale, a imitazione del buddismo e delconfucianesimo, dando vita a una setta riformata che si chiamava Quanzhen Dao (“Religione della verità integrale”). Wang Zhongyang, fondatoredella setta, predicava il distacco dalle necessità materiali e dalle ambizioni terrene. I seguaci di Wang si astenevano dai piaceri, trascuravano lapolitica e si ritiravano nei monasteri o sulle montagne per meditare, lontani dalle attività e dalle tentazioni mondane. Grandissima importanzaveniva attribuita alla meditazione, considerata un mezzo per ridurre lo Yin e incrementare lo Yang. Zhang Jun, che succedette al fondatore dellascuola, bandì dal taoismo le pratiche superstiziose, i rituali magici e l’alchimia. Raccomandò, invece, l’introspezione e le tecniche utili per conseguirela trasformazione interiore. Inoltre osteggiò, come illusoria, la ricerca dell’immortalità, e spinse piuttosto i suoi discepoli a vivere rettamente, Lasetta Quanzhen si considera non soltanto erede del taoismo, ma anche del confucianesimo e del buddismo. Nel sud della Cina ebbe invecemaggiore sviluppo e seguito la setta tradizionale, detta Zhengyi Dao (“religione dell’unità ortodossa”), che faceva ampio ricorso all’alchimia.L’ingresso dell’alchimia e lo studio delle erbe medicinali nel taoismo (in funzione della ricerca dell’immortalità), avvenuti nel il secolo a.C., si devonoin particolare alle opere del guaritore ChangTao Ling (o Zhang Daoling), il primo “maestro celeste” del taoismo, che diede un contributofondamentale alla strutturazione del taoismo in forma di religione. La concorrenza del buddismo portò il taoismo ad evolversi per sopravvivere, ecosì anche il buddismo ha finito per essere colorato di tinte taoiste. Il sincretismo cinese ha permesso alle tre religioni (buddismo, taoismo econfucianesimo) di coesistere pacificamente, di evolversi e di evitare la guerra religiosa.96

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