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ANNO XVI – N. 63 – Dicembre 2012 - Agopuntura.org

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un bosco detto "lucus Angitiae", sacro alla dea, alla quale all'inizio della primaveravenivano offerte delle serpi come atti propiziatori. Una leggenda narra che Ovidio,poeta latino nato a Sulmona, autore delle “Metamorfosi”, il “poema delletrasformazioni” 31 , perdutamente innamorato di una bella fanciulla dal cuore dighiaccio, si rifugiò nel bosco di Angizia dove apprese le arti magiche. I Marsi eranonoti nel mondo antico per i loro poteri sui serpenti velenosi e sono menzionati nel I eII secolo d.C. come guaritori e indovini ambulanti a Roma. Nella cultura cinese,vietnamita, coreana e giapponese, si tramandano le leggende dei Long (Yong inCoreano, Ryu in giapponese 32 ) , creature a metà tra il piano fisico e il piano astrale,ma raramente descritte in forma umanoide, che possono assumere a piacere la formaumana e quella di rettile. Nel Medio Oriente sono conosciuti i Jinn, uomini serpente odragoni di cui si parla fin dai tempi più antichi. Il un libro apocrifo falsamenteidentificato come il perduto Libro di Jasher 33 , viene descritta una razza di uominiserpente 34 .E’ la più piccola vipera d’Europa, si nutre di ortotteri, lucertole e piccoli roditori e come la congenere Vipera comune (Vipera aspis) è dotata di unsistema di difesa velenifero, ma questo risulta essere molto meno dannoso anche per le ridotte dimensioni delle zanne, in grado di iniettare unalimitata quantità di veleno. Detto in dialetto territoriale “aspe surdu”.31 Che iniziò a comporre intorno al 3 d.C. e si sviluppano in 15 libri di esametri (unica opera, nella sua produzione, scritta in questi versi), contenenticirca 250 miti uniti tra loro dal tema della trasformazione: uomini o creature del mito si mutano in parti della natura, animata e inanimata. Opera inapparenza dis<strong>org</strong>anica e "barocca", frutto quasi di un'obbedienza eccessiva alle norme della "varietas", le "Metamorfosi" rivelano invero la lorounità nella concezione di una natura animata, fatta di miti divenuti materia vivente, partecipe di un tutto che si trasforma: una natura intesa comearchivio fremente di storie trascorse, ove è possibile avvertire la presenza di una creatura mitica in un albero, in una fonte, in un sasso. La naturaovidiana appare percorsa dai fremiti arcani delle tante creature d'amore e di dolore che essa cela nel suo grembo. E’ qui che il mondo di Ovidio, cosìin apparenza legato alle forme e alle superfici, ai suoni e ai colori, rivela dimensioni insospettate. Sì, certo, in Ovidio il mito, oltre che umanizzarsi, siatteggia a splendida favola, ad affresco fastoso (gli dèi e gli eroi, scomparsa ogni motivazione religiosa del mito, servono solo ad alimentare lasfarzosa immaginazione del poeta); e tuttavia, specie in alcuni casi, il brillante gioco delle superfici s'accompagna, in singolare simbiosi, a unasensibilità inquieta di creature tormentate, che trovano nel trasformarsi l'unica via d'uscita a una situazione impossibile, a una passione assurda: neldivenire altra cosa rispetto a una realtà divenuta umanamente intollerabile, esse ritrovano finalmente il loro riscatto.32 I giapponesi raccontavano storie sui Kappa, un popolo mitologico di anfibi umanoidi.Da: http://it.wikipedia.<strong>org</strong>/wiki/File:Kappa_jap_myth.jpg.33 Vedi: http://www.dicriscito.it/religione/bibbia/libri-perduti.asp.34 Gli Aborigeni d'Australia credono che il mondo sia stato creato da Kurrichalpongo, un grande serpente sovrannaturale. Dalle sue uova sarebberonate le montagne, gli alberi e gli animali. Sempre gli Aborigeni venerano il serpente arcobaleno, che collega il cielo alla terra, ed è il guardianodell'acqua, che distribuisce, rappresentando la fertilità della terra e dell'uomo. In Africa ritroviamo delle credenze simili, dove il serpente è legatoall'arcobaleno e di conseguenza alla fertilità portata dalla pioggia. Alcuni popoli d'Africa considerano il serpente un antenato comune a tutta la loroetnia, e vi consacrano un tempio. Alcune sacerdotesse si occupano di nutrire e curare i serpenti ospiti di queste strutture, in modo da avere incambio protezione per tutta la comunità. Curiosamente, molte di queste credenze si sono evolute in modo parallelo in punti opposti del globo, emolte di queste credenze ancestrali sono poi state riprese dalle religioni più recenti. Nell'Antico Egitto la dea naja Ejo proteggeva la zona del deltadel Nilo e garantiva la sovranità del Faraone. Non a caso, sulla corona di questi ultimi, veniva rappresentata sotto forma di ureo, un cobra (Naja) dalcappuccio aperto che proteggeva il Sole ed il Faraone con il suo respiro infuocato. In Mesopotamia, l'Eufrate veniva identificato ad un serpentemaschio. Una leggenda babilonese racconta delle avventure di Gilgamesh che raccolse, nel mondo dei morti, l'erba d'immortalità per riportarla nelpaese dei vivi. L'eroe babilonese si fece rubare l'erba dal serpente che divenne immortale a dispetto dell'uomo. L'immortalità del serpente, ispirataal fatto che "cambi" pelle periodicamente, è comune a numerose culture. Ad esempio per gli Aztechi il serpente era il dio inventore del calendario,simbolo di morte e di rinascita. I Toltechi e gli Aztechi consideravano Quetzalcoatl, il Serpente piumato, un dio che abbandonò il proprio popolo pervagare verso l'eternità.33

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