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ANNO XVI – N. 63 – Dicembre 2012 - Agopuntura.org

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inadeguatezza della cura, creando uno stato depressivo che rende più grave ecomplessa la patologia. In un suo recente saggio Jerome Groopman lviii ci mostra comein realtà la pratica clinica sia molto simile a una forma d'arte. Anche se a poco a pococi siamo abituati a pensare alla medicina come a una vera e propria scienza,supportata da mezzi diagnostici sempre più potenti e accurati, la verità è che essa sibasa ancora su una sorta di capacità "artigianale", che per tentativi ed errori arriva amettere a punto un quadro clinico che è sempre possibile rimettere in discussione.Questo non significa certo che non ci si debba o possa fidare dei dottori. Ma un buonmedico deve saper ascoltare senza pregiudizi il proprio paziente, perché è soloattraverso un attento dialogo che si può trovare una cura efficace e, soprattutto,capace di risolvere o mitigare la sofferenza, secondo l’assioma di Ambroise Paré 38 :“guarire a volte, curare spesso, consolare sempre” lix . Come è stato scritto di recente,le Medicine Complementari, non solo tendono a spiegare l’anima dei pazienti, ma anzi,attraverso una completa empatia, la spingono a migliorare lx . Come annota lo38Da: http://www.tropeamagazine.it/fratellivianeo/luigimonga/pare.jpg. Nato nel 1510 e morto nel 1590,certamente il padre della chirurgia moderna. Figura di grande spessore nella Francia e nell'Europa del secolo <strong>XVI</strong>, sarà il chirurgo di grandi sovranifrancesi, quali Enrico II, Francesco II, Carlo IX ed Enrico III. Paré nacque a Laval nel 1509, fece il suo primo apprendistato presso un chirurgo-barbiereall'età di 13 anni e a 19 era già all'ospedale Hôtel-Dieu, una delle scuole di medicina più famose di quel tempo. Ma fu sul campo di battaglia chedivenne famoso e conosciuto in tutta Europa. Egli, infatti, nel 1537, accompagnando il duca di Montejean, si trovò a prendersi cura dei soldati feritidurante la battaglia del Passo di Susa. Qui scoprì che, al contrario di ciò che si credeva, la polvere da sparo non conteneva veleni; era tradizionesanitaria curare allora queste ferite con dell'olio bollente ed un ferro arroventato per cauterizzare. Egli fu chirurgo-barbiere fino al 1554, anno in cuifu ammesso nella confraternita di San Cosma, anche chiamata “Collegio Reale dei Chirurghi”. La confraternita fu molto entusiasta di averlo tra i suoiadepti, tanto che ridusse al massimo tutte le procedure solitamente necessarie per ammettere un nuovo chirurgo e gli conferì la carica di Maestroaddirittura alla fine dello stesso anno. Nel 1567 Ambroise cercò anche di ottenere un posto di rilievo nella confraternita, ma le sue umili originirappresentarono per i colleghi un valido motivo per opporsi ai suoi tentativi. Per lo stesso motivo entrò in conflitto con la facoltà nel 1575, quandopubblicò alcuni suoi lavori. In questa occasione il collegio reale dei chirurghi fece notare che la riduzione delle procedure di ammissione allaconfraternita non era stata esattamente “legale”, costringendo Paré a tacere per evitare eventuali conseguenze. Suo grande merito, negli ultimianni di vita, fu quello di aver messo per iscritto la maggior parte delle sue esperienze chirurgiche, accompagnate dagli eventi più importanti dellasua vita. I suoi scritti rappresentano dunque una straordinaria eredità sia per i chirurghi, che hanno utilizzato le sue tecniche per i seguenti trecentoanni, sia per gli storiografi, che hanno potuto utilizzare i suoi libri come fonti per le stesure di sue biografie. Aspetto interessante della vita di Paré èil suo rapporto con la religione, cosa di cui gli storici della medicina hanno sempre molto discusso. In effetti, dai suoi scritti si evince una profonda esentita fede, ma quasi tutte le opere dell'epoca erano piene di lodi a Dio. Questo era un metodo per lasciare intendere che sia l'autore che il suomecenate, erano uomini buoni e pii. C'è, poi, da tener conto del fatto che Ambroise nacque in una famiglia ugonotta, e che riuscì ad evitare lepersecuzioni dei cristiani solo grazie all'intervento di Carlo IX. Data l'onestà che accompagnava la sua figura, è improbabile che egli nascose le sueorigini, o si convertì per vantaggi professionali; più probabile è che non fosse molto dedito alle attività rituali del Cristianesimo, ma che in ogni casocredesse in Dio, e che affidasse a Lui i suoi pazienti dopo averli operati. Egli Rivoluzionò totalmente lo stesso concetto di chirurgia. Introdusse ilmetodo della legatura dei vasi nelle amputazioni e la sutura nelle ferite da arma da fuoco, eliminando l’uso di versarvi sopra l’olio bollente e lacauterizzazione con il ferro rovente.. A causa dell’abitudine di cucire le ferite, venne a lungo deriso e osteggiato dai suoi colleghi che lo schernivanochiamandolo “sartina”. Nel 1550, a complicare la vita dei chirurghi, erano comparse le armi da fuoco. Ambroise Paré era un chirurgo tanto validoche Carlo IX re di Francia,dopo la notte di S.Bartolomeo ( 22 Agosto 1572 ) volle salvargli la vita. Infatti qualche giorno prima della celebre notte,ilParè,da medico al di sopra delle parti,ugonotte e cattoliche,aveva assistito con la sua arte il capo ugonotto Ammiraglio di Coligny. Quindi, nellamattanza degli Ugonotti doveva anche il Parè essere ucciso. Fu Carlo IX, che pur favorevole alla strage degli Ugonotti,lo salvò dandogli rifugio neisuoi appartamenti esclamando: ” Non ha senso ammazzare un uomo che vale tutta l’umanità!” Infatti il Parè era ormai famoso in tutta Europa peraver imparato con la grande pratica di medico militare, l’ “arte della chirurgia”. Aveva partecipato insieme al celebre Vesalio alla dissezione delcranio di quattro criminali nel tentativo di capire la posizione della lancia che Enrico II di Francia aveva ricevuto in un occhio dal conte diMontgomery in un torneo amichevole. Purtroppo il celebre consulto non portò a nulla ed il re morì dopo 11 giorni di lenta agonia.132

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