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Terzo concorso Il Volo di Pègaso - Istituto Superiore di Sanità

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alla superiorità del proprio male.<br />

L’identità, la personalità, l’unicità <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> noi devono avere la possibilità <strong>di</strong> manifestarsi<br />

per donarci qualche attimo <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione e riscatto! Passato il momento dello sconforto, della<br />

rabbia, della rassegnazione, in ognuno <strong>di</strong> noi e, più ampiamente, in ognuna delle nostre famiglie,<br />

deve arrivare il momento in cui ci si rimbocca le maniche e, insieme, si cerca <strong>di</strong> ottenere il meglio<br />

da quanto si ha. E questa fase implica automaticamente anche la con<strong>di</strong>visione del proprio <strong>di</strong>sagio<br />

con gli altri: l’esposizione del proprio quadro! Non si può pretendere solidarietà costruttiva e<br />

fattiva collaborazione se noi, per primi, non siamo <strong>di</strong>sposti a metterci in mostra per quello che<br />

siamo e questo, nel nostro intimo, vuol <strong>di</strong>re aver accettato il verdetto che ci riguarda ma vuol <strong>di</strong>re<br />

anche che, lasciato da parte lo sconsolato fatalismo, guar<strong>di</strong>amo al futuro con fi ducia.<br />

Per uscire dall’oblio <strong>di</strong> una pinacoteca polverosa e <strong>di</strong>sertata dalla società, occorre allora <strong>di</strong>ventare una<br />

mostra itinerante, accessibile a tutti, dove i rifl ettori accesi sulle nostre fi gure magari consentiranno<br />

ad alcuni critici <strong>di</strong> dare suggerimenti per evitare errori <strong>di</strong> interpretazione puramente estetica e<br />

dove, magari anche, qualche estimatore vedrà in noi i nostri elementi <strong>di</strong> pregio, valorizzandoci.<br />

*****<br />

Di proposito in questo scritto non ho assunto connotazioni palesi, anche se mi sarebbe piaciuto<br />

svelarle per provare, forse, un po’ d’orgoglio. Grazie a questa generalità potrete allora attribuirmi<br />

l’immagine a voi più consona e, magari, riconoscermi in chiunque incontrerete lungo la vostra<br />

strada. <strong>Il</strong> risultato allora sarà più collettivo dando la visione <strong>di</strong> un quadro sociale meno <strong>di</strong>staccato<br />

e apatico.<br />

E, aspettando che nella mia vita qualcosa cambi, spero intanto che questo mio desiderio <strong>di</strong><br />

sensibilità corale abbia lasciato un forte segno che funga da traccia per tutti voi.<br />

D. L.<br />

(con l’aiuto <strong>di</strong> uno dei tanti artisti che stanno contribuendo ogni giorno a <strong>di</strong>pingere il mio quadro per<br />

completarmi sempre più e che, come guerrieri instancabili, si pro<strong>di</strong>gano per darmi gioia e visibilità)<br />

S1/11 Ritorno a Martina Franca<br />

Marco MARTELLONI<br />

Sabato 8 maggio 2010. Policlinico Universitario <strong>di</strong> “Tor Vergata”, Roma.<br />

Dalla fi nestra si scorge il cielo limpido, un cielo tagliato dai palazzi che sono <strong>di</strong> fronte. <strong>Il</strong> cielo<br />

<strong>di</strong> Roma. È una banalità, ma ho sognato spesso <strong>di</strong> potermi trovare qui, a guardare questo cielo.<br />

Sono sempre stata attratta dal cielo <strong>di</strong> Roma, covavo il sogno <strong>di</strong> poterlo vedere così come lo vedo<br />

adesso, dall’alto della collina del Pincio: i tetti rossi, le cupole delle chiese, i rumori lontani del<br />

traffi co. Tutto come l’avevo immaginato. A <strong>di</strong>re il vero non è proprio così. Non ero riuscita ad<br />

immaginare tanto splendore. Non sarei mai riuscita ad immaginarlo così: la luce del tramonto<br />

sullo sfondo e nel cielo nuvole <strong>di</strong> uccelli che descrivono strane ed improvvise fi gure. Agli uccelli<br />

non avevo pensato anche se, mi <strong>di</strong>cono, le loro evoluzioni in cielo fanno parte del paesaggio della<br />

città. Un paesaggio sempre mutevole e <strong>di</strong>verso. Un paesaggio unico ed irripetibile.<br />

Domenica 9 maggio 2010. Policlinico Universitario <strong>di</strong> “Tor Vergata”, Roma.<br />

La mamma, per il mio se<strong>di</strong>cesimo compleanno, ha voluto regalarmi questo viaggio nella capitale.<br />

Ha voluto sod<strong>di</strong>sfare questo mio desiderio nato, tempo fa, da un quadretto che mia nonna<br />

esponeva con orgoglio nella sua camera da letto. Un quadro che stonava con il resto del mobilio:<br />

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