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Terzo concorso Il Volo di Pègaso - Istituto Superiore di Sanità

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Stava tornando a casa in auto e c’era traffi co. Sostò al bar per bere un aperitivo, e lì si mise a<br />

parlare con un camionista <strong>di</strong> passaggio. Gli <strong>di</strong>sse che aveva un fi glio <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciassette anni. Così il<br />

camionista gli chiese come se la cavava il fi glio con le ragazzine, e lui gli rispose che le tormentava;<br />

che proprio il giorno prima l’aveva beccato su un motorino assieme ad una spilungona bruna; che<br />

non pensava ad altro. <strong>Il</strong> camionista gli sorrise e gli <strong>di</strong>ede una pacca sulla spalla.<br />

Quando tornò a casa, si sedette <strong>di</strong> fronte a Luca e rimase lì a fi ssarlo, a fi ssare la sua faccia scavata,<br />

la bocca spalancata e gli occhi aperti nel vuoto, le mani come quelle <strong>di</strong> un anziano paralitico<br />

<strong>di</strong> novant’anni. Quando Diana tornò, aprì la porta e si presentò con tre buste piene <strong>di</strong> spesa,<br />

le rovesciò sul tavolo e fece un sacco <strong>di</strong> casino mettendosi a farfugliare <strong>di</strong>scorsi a proposito <strong>di</strong><br />

argomenti che solo lei conosceva. Poi andava vicino a lui e lo scuoteva chiedendogli se la capisse,<br />

se la ascoltasse. Allora lui le <strong>di</strong>ede una piccola spinta per farla smettere, e Cristo in croce la vide<br />

inciampare e battere la testa sul tavolo <strong>di</strong> marmo e non muoversi più.<br />

Quando la portò all’ospedale il me<strong>di</strong>co gli <strong>di</strong>sse che la moglie era stata fortunata, della gente era<br />

fi nita in coma per delle banali botte simili a quella.<br />

Diana è a casa. Ha comprato una torta per festeggiare questo giorno. Luca <strong>di</strong>venta maggiorenne.<br />

Va in soggiorno e dà un bacio a Luca, steso immobile sulla se<strong>di</strong>a a sdraio. Sul tavolo nota un<br />

messaggio, l’ha lasciato lui, <strong>di</strong>ce che è sceso da poco e che tornerà più tar<strong>di</strong>.<br />

Diana mette la torta in frigo e consulta l’orologio in cucina, sono le sette e mezzo <strong>di</strong> sera.<br />

Sono le due e lui è appena rientrato. Diana è a letto, ma sveglia. Sente i passi in casa. Lui va in<br />

cucina, apre lo sportello del frigo e vede la torta. Diana dal letto riesce a vedere il balcone, dove<br />

lui è poggiato alla ringhiera e sta fumando una sigaretta. Diana guarda Luca e osserva <strong>di</strong> nuovo<br />

lui, poi si sposta su un fi anco, chiude gli occhi e cerca <strong>di</strong> addormentarsi.<br />

S1/29 La voce dal silenzio<br />

Ewa Maria WASILEWSKA COZZI<br />

La passeggiata.<br />

Sento la voce <strong>di</strong> mio marito che <strong>di</strong>ce: – “dai an<strong>di</strong>amo a fare una passeggiata perché se continui<br />

a stare sempre sdraiata fi nisce che ti si atrofi zzano tutti i muscoli” ed io, tra me e me, penso: io<br />

non mi sto atrofi zzando, io sto morendo! Ma non <strong>di</strong>co nulla e da brava mi preparo e vado a<br />

fare la stramaledetta passeggiata. Con quali forze, non lo so; ricordo che faceva caldo, forse il<br />

paesaggio era bello ma io, piegata in due dalla mancanza <strong>di</strong> forze, sognavo soltanto <strong>di</strong> tornare a<br />

casa e dormire.<br />

La fame.<br />

Mio marito sta facendo una scenata: – “devi mangiare! Smettila <strong>di</strong> vomitare! Allora è proprio vero:<br />

sei <strong>di</strong>ventata come la tue pazienti, anoressica!” ed io, tra me e me, penso: non sono anoressica, io<br />

la fame ce l’ho, io mangerei qualunque cosa se soltanto non vomitassi tutto, l’acqua compresa!<br />

Ma da brava, non <strong>di</strong>co niente e mi sforzo <strong>di</strong> mangiare un pezzetto <strong>di</strong> mela che però vomito subito<br />

dopo.<br />

Mia fi glia.<br />

Vado a pie<strong>di</strong> a prendere la mia meravigliosa fi glia che esce da scuola. In qualche modo riesco ad<br />

arrivare fi no al cancello della scuola dove ci sono già molte altre mamme. Mi fermo all’ombra<br />

<strong>di</strong> una pianta benedetta ma siccome non riesco a stare in pie<strong>di</strong>, mi accovaccio sul marciapiede.<br />

Le altre mamme mi guardano ma nessuna <strong>di</strong>ce niente: hai bisogno d’aiuto? Vuoi un bicchiere<br />

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