Terzo concorso Il Volo di Pègaso - Istituto Superiore di Sanità
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S1/21 <strong>Il</strong> silenzio della ragazza<br />
Manuela MAGNI<br />
La ragazza era andata poco entusiasta, <strong>di</strong> controvoglia, giusto per accontentare i suoi genitori.<br />
A lei piaceva vivere nel silenzio, senza far sapere agli altri della sua malattia.<br />
Quella sala era piena <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci e persone che parlavano e <strong>di</strong>scutevano del suo problema, ma lei<br />
non voleva sentire!<br />
Le sue orecchie erano tappate come il suo cervello che, pensò, <strong>di</strong> farla quasi svenire per uscire da<br />
quel frastuono e tornare nel suo silenzio.<br />
Arrivò una donna che la soccorse, aveva i suoi stessi segni sul volto, le sorrise serena, facendola<br />
sedere.<br />
Poi ne arrivò un’altra che la portò fuori e fecero due chiacchiere.<br />
<strong>Il</strong> silenzio si allontanava: nessuno la conosceva, ma tutti l’aiutavano, l’accettavano, e si sentì<br />
presto una <strong>di</strong> loro: era come in famiglia! Straor<strong>di</strong>nario! Ci furono altre persone, tutte come lei,<br />
ragazzi, uomini, ragazze, donne, bambini, non c’era <strong>di</strong>ff erenza, tutti con<strong>di</strong>videvano lo stesso<br />
problema: la Sclerosi Tuberosa.<br />
Allora si poteva vivere con questa malattia, gli altri erano sereni e felici, felici <strong>di</strong> poter con<strong>di</strong>videre,<br />
<strong>di</strong> aver trovato qualcuno che li capiva.<br />
<strong>Il</strong> silenzio pian piano se ne andò, una musica salì nella sala, tutti, proprio tutti, iniziarono a<br />
ballare.<br />
Anche la ragazza ballò, ballò fi no all’ultima nota, fi nché il silenzio tornò, ma era <strong>di</strong>verso, non era<br />
più sola.Convegno sulla Sclerosi Tuberosa, Trapani 3 ottobre 2010<br />
Rifl essioni sull’importanza della con<strong>di</strong>visione dei problemi degli aff etti <strong>di</strong> patologie rare come la<br />
ST. La protagonista aff etta da ST non voleva neppure sentire queste sillabe, alla fi ne della serata,<br />
passata in compagnia <strong>di</strong> altri aff etti e delle loro famiglie, è uscita con la maglietta dell’associazione<br />
<strong>di</strong>cendo che l’avrebbe portata tutti i giorni al lavoro!!<br />
S1/22 Silenzio bianco<br />
Francesco BENEDICENTI<br />
I bambini spesso riescono a sorprenderti. Quando meno te lo aspetti, se ne escono con delle frasi<br />
talmente dense <strong>di</strong> signifi cato da lasciarti senza parole. Emma non era nuova a uscite <strong>di</strong> questo<br />
genere.<br />
Ricordo ancora bene lo stupore che mi colse una mattina in spiaggia dopo una sua esclamazione.<br />
Ero appena tornata all’ombrellone dopo una nuotata e, in pie<strong>di</strong>, mi stavo asciugando al sole.<br />
Emma era seduta all’ombra e mi scrutava attraverso i suoi occhialetti da sole colorati. A un certo<br />
punto mi <strong>di</strong>sse: “Mamma, sei tutta piena <strong>di</strong> mare!” Quell’immagine la trovai meravigliosa, <strong>di</strong> più,<br />
vi ravvisai un che <strong>di</strong> autenticamente poetico e, svanita l’iniziale sorpresa, mi avvicinai a lei e le<br />
sussurrai che aveva detto una cosa molto bella.<br />
Un’altra volta passeggiavamo insieme nel parco e, arrivate nei pressi del laghetto, vedemmo<br />
un’anatra col suo aff ollato seguito <strong>di</strong> anatroccoli attraversare la strada proprio davanti a noi.<br />
Dopo aver assistito a quella scena inusuale, Emma, tutta eccitata, iniziò a riempirmi <strong>di</strong> domande<br />
sulle anatre e su come nascono i pulcini. Poi all’improvviso si fermò e mi chiese: “E Luca ed io,<br />
mamma, perché siamo nati?” Non era uno dei soliti perché, la domanda era <strong>di</strong> quelle importanti.