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Terzo concorso Il Volo di Pègaso - Istituto Superiore di Sanità

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Con Andrea spesso ci fermavamo oltre l’orario della lezione <strong>di</strong> Luca a parlare e a scoprirci e avevo<br />

capito che in me, come in lui, stava nascendo qualcosa che andava oltre all’amicizia e la stima,<br />

infatti una sera ci baciammo e fu bellissimo perché sentivo <strong>di</strong> volere davvero bene ad Andrea e<br />

non solo perché aveva aiutato Luca, ma perché giorno dopo giorno mi aveva dato la possibilità<br />

<strong>di</strong> scoprirlo.<br />

Dopo quasi un anno, Andrea si trasferì a casa nostra e incominciò una vita a tre, una vita che<br />

avevo sempre sognato e Luca sembrava ad<strong>di</strong>rittura essere più felice <strong>di</strong> avere sempre Andrea a<br />

casa, purtroppo non capiva che per lui poteva essere un padre, non sapeva che cosa era, ma<br />

l’importante è che fosse felice e continuasse a fare progressi.<br />

Un giorno vi<strong>di</strong> Luca strano e più pallido del solito, infatti aveva la febbre alta e decisi <strong>di</strong> chiamare<br />

il pe<strong>di</strong>atra, che mi segnò delle me<strong>di</strong>cine e mi <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> lasciarlo a riposo, che non mi dovevo<br />

preoccupare.<br />

Purtroppo questa febbre persistette oltre le due settimane e allora richiamai il me<strong>di</strong>co che mi <strong>di</strong>sse<br />

<strong>di</strong> fare delle analisi del sangue a Luca.<br />

Feci le analisi, il mio piccolo <strong>di</strong>magriva a vista d’occhio e stava praticamente sempre a letto, io<br />

ero molto preoccupata e per fortuna avevo Andrea che mi sorreggeva nei momenti in cui ero in<br />

ansia per Luca.<br />

Qualche giorno dopo il me<strong>di</strong>co ci chiamò e <strong>di</strong>sse che aveva i risultati e sarebbe passato nel<br />

pomeriggio a casa per parlare con me.<br />

Attesi il pomeriggio con ansia, il me<strong>di</strong>co arrivò puntuale e mi <strong>di</strong>sse che adesso la strada per Luca<br />

sarebbe stata in salita, dovevamo stragli accanto e sorreggerlo sempre.<br />

Leucemia mieloide cronica…<br />

<strong>Il</strong> mio piccolo Luca aveva la Leucemia…<br />

Luca non sapeva niente, non capiva o chissà forse ci osservava e aveva già capito tutto, quel<br />

calvario che gli spettava e il dolore che avrebbe dovuto provare…<br />

Questo tipo <strong>di</strong> leucemia era molto rara nei bambini, erano forme aggressive e la strada da seguire<br />

era molto dura, infatti gli stu<strong>di</strong> ci <strong>di</strong>cevano che la chemioterapia sarebbe stato quasi un palliativo<br />

per Luca, in questi casi serve un trapianto <strong>di</strong> midollo osseo da fratello o da donatore compatibile.<br />

Io ero a pezzi perché non potevo credere al calvario a cui si sarebbe dovuto sottoporre Luca,<br />

infatti lo guardavo dal vetro che ci <strong>di</strong>videva nella stanza in cui era stato messo dopo la prima<br />

chemioterapia per non rischiare infezioni visto che aveva le <strong>di</strong>fese immunitarie molto basse e<br />

sarebbe bastato un raff reddore per farlo morire.<br />

Lo guardavo e mi sembrava sempre così piccolo e in<strong>di</strong>feso, proprio come quando mi fu appoggiato<br />

sul seno appena nato…<br />

Lo guardavo muoversi e <strong>di</strong>ssi a me stessa che avrei lottato per lui…<br />

Lo vi<strong>di</strong> che mi guardava e piangeva e lessi il suo labiale: – “Mamma…”<br />

Piansi appoggiando la mano al vetro…<br />

Ero con lui, ma non potevo stringerlo come quando aveva paura…<br />

Mi sentivo impotente, ma parlai con la dottoressa che seguiva Luca in ospedale e lei mi <strong>di</strong>sse che<br />

avevano già avviato la ricerca <strong>di</strong> un donatore compatibile, ma <strong>di</strong>sse anche, che la ricerca sarebbe<br />

stata lunga e <strong>di</strong>ffi cile e il tempo era sempre troppo poco in casi come questo.<br />

In quel calvario scoprii che ero rimasta incinta e pensai solo fosse un miracolo, donato in quello stesso<br />

istante in cui la dottoressa mi <strong>di</strong>ceva che per Luca rimaneva poco tempo se non facevamo il trapianto.<br />

La dottoressa avviò degli esami per capire se il nascituro non avesse la stessa malattia <strong>di</strong> Luca e<br />

quando mi <strong>di</strong>sse che era tutto a posto, fui la persona più felice <strong>di</strong> questo mondo..<br />

Andai alla stanza <strong>di</strong> Luca e poggiai la mano al vetro quasi se come quel vetro ci unisse e separasse<br />

contemporaneamente…<br />

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