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Terzo concorso Il Volo di Pègaso - Istituto Superiore di Sanità

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80<br />

Mi lascio cadere sulla se<strong>di</strong>a e resto senza parole, onestamente non so proprio <strong>di</strong> che malattia si<br />

tratti ma suona così male che non mi da nessuna possibilità <strong>di</strong> appiglio. Le chiedo e mi chiedo ad<br />

alta voce “ma che <strong>di</strong>avolo è?” Certo non potevo chiedergli perché non mi avesse fatto partecipe<br />

<strong>di</strong> quel tunnel in cui era a suo malgrado entrata in punta <strong>di</strong> pie<strong>di</strong>, sola, ferendosi su pezzi <strong>di</strong> vetro<br />

invisibili ma altrettanto taglienti. Avrei voluto starle vicino in quello stu<strong>di</strong>o me<strong>di</strong>co ma Giuseppe<br />

era dapprima stato mio marito e subito dopo il mio peggior incubo e lei per evitare ogni mio<br />

coinvolgimento psicologico, ha aff rontato tutto da sola.<br />

“ti leggo… per Polimiosite si intende una progressiva infi ammazione dei muscoli scheletrici,<br />

in particolare i muscoli delle spalle e del bacino per cause ancora ignote… e sono una prescelta<br />

fi gurati che la prevalenza è risultata <strong>di</strong> 4 su 100.000 persone, è una malattia rara al vaglio <strong>di</strong><br />

ricerche sperimentali…”<br />

La guardo negli occhi e non riconosco più la donna che ho <strong>di</strong> fronte, ho davanti una bambina<br />

impaurita che si sente sola, abbandonata, fi nita, gli ho permesso <strong>di</strong> cadere nel baratro e rivedo<br />

me stessa e solo in quel momento, in quel preciso attimo so che lei ha bisogno <strong>di</strong> me. Capisco<br />

l’importanza <strong>di</strong> essere vicini alla persona amata <strong>di</strong> de<strong>di</strong>cargli tutto il tempo necessario <strong>di</strong> essere la<br />

sua spalla e dare possibilità <strong>di</strong> conforto anche in un solo semplice sguardo. Avendo toccato il fondo,<br />

guidata da puro egoismo, cinismo e ipocrisia credendo <strong>di</strong> essere l’unica vittima l’incompresa, mi<br />

alzo, fi nalmente mi spoglio da ogni cosa, dal guscio dell’in<strong>di</strong>ff erenza, dallo strato <strong>di</strong> pelle che non<br />

mi appartiene e gli sorrido così dolcemente che so fi nalmente cosa fare.<br />

“Mamma non ti preoccupare io sono qui e lo sarò sempre… insieme aff ronteremo qualsiasi<br />

battaglia perché siamo combattive e non ti devi preoccupare <strong>di</strong> Giuseppe, lo chiamo adesso e<br />

torneremo insieme da lui anche oggi stesso perché lui fa ancora parte della nostra vita lui ti ha<br />

sempre voluto bene e non voglio che la mia cecità mi oscuri ancora la mente… sono qui mamma.<br />

<strong>Il</strong> calvario della malattia è cominciato… purtroppo hanno confermato la <strong>di</strong>agnosi, sarà dura ma<br />

lei mia madre con me vicino è tornata forte e a testa alta aff ronta ogni cosa, ogni mattina quando<br />

si sveglia si sente protagonista della sua vita e sa che non è sola… non lo è!<br />

Passa il tempo seguo lo scenario che mi si prospetta davanti giorno per giorno insieme a mia<br />

madre che mi trasmette una forza enorme. Lei è una foglia aggrappata ad un ramo che resiste<br />

alla forza del vento, il quale cerca in ogni modo <strong>di</strong> farla cedere e raggruppare con le altre a terra,<br />

perse, vinte dal proprio destino.<br />

È una donna che vive la sua malattia con <strong>di</strong>gnità, con un grande coraggio e cerca <strong>di</strong> farmi capire<br />

l’importanza della vita, <strong>di</strong> un destino che non ci segna ma ci insegna ad amare la sua custode, la<br />

vita stessa.<br />

Nei momenti dove il dolore è più acuto, soff rendo da tempo anche <strong>di</strong> artrite, non riesce a fare i<br />

movimenti più elementari, ha <strong>di</strong>ffi coltà a respirare, io non posso fare molto, l’abbraccio massaggio<br />

le sue morbide spalle con la massima attenzione per darle quel minimo <strong>di</strong> calore, <strong>di</strong> conforto,<br />

ascolto il suo silenzio e l’espressione del suo corpo.<br />

Nei momenti meno bui parliamo, ed è lei che mi fa capire con le sue parole e con il suo esempio<br />

che la vita va ancora più vissuta e che perio<strong>di</strong> come il mio può darci l’impressione che tutto<br />

sia fi nito che tutto sia ingiusto, ma in defi nitiva, non è altro che una tappa come le altre, una<br />

<strong>di</strong>ffi coltà che ci deve solo formare, forgiare e che deve essere solo un’impronta in più per darci<br />

la spinta a trovare la serenità la stessa che noi meritiamo! E mi ripete sempre “ogni tua decisione<br />

seguila fi no in fondo solo se in accordo con la tua ragione personale e il tuo buonsenso”<br />

Mia madre ha 50 anni e sta vivendo intensamente questa malattia ma mai come adesso ci siamo<br />

ritrovate. Se l’avvenire <strong>di</strong> un fi glio è l’opera <strong>di</strong> sua madre… beh ho solo il compito <strong>di</strong> portarla<br />

avanti.<br />

Amo molto una citazione <strong>di</strong> Immanuel Kant ma che io preferisco citare al presente:

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