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Terzo concorso Il Volo di Pègaso - Istituto Superiore di Sanità

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72<br />

La mia “paura” per un periodo, mi fece <strong>di</strong>ventare fred<strong>di</strong>ssima nei confronti <strong>di</strong> Luca, tanto che mi<br />

muovevo come un robot, agivo perché lo “dovevo” fare e non perché lo “volevo” fare, lo portavo a<br />

lezione dalla logope<strong>di</strong>sta, che era molto gentile e preparata e vedevo che Luca ci andava volentieri,<br />

lo portavo ai corsi in palestra che lo facevano stare in mezzo ai bambini, lo portavo in giro ma<br />

non mi sentivo più una madre adeguata, piangevo spesso e avevo paura che tutto crollasse da un<br />

momento all’altro.<br />

Un pomeriggio per la <strong>di</strong>sperazione bevetti più del dovuto e crollai sul <strong>di</strong>vano, quando un grido<br />

mi fece sobbalzare...<br />

Cominciai a chiamare Luca con tutta la forza che avevo, sapevo che lui non avrebbe risposto…<br />

Lo trovai in camera sua, gli era caduto un mobiletto che aveva li, perché cercava <strong>di</strong> prendere un<br />

oggetto che era andato <strong>di</strong>etro e con tutta la forza che aveva se lo era tirato <strong>di</strong>etro.<br />

Piangeva…<br />

Ebbi paura, gli scendeva sangue dalla testa…<br />

Lo portai all’ospedale in un baleno, tremavo e lui si stringeva a me coperto dalla sua copertina<br />

preferita, lo sentivo piangere…<br />

In quell’istante ripensai a quando il mio piccolo mi fu poggiato sul seno e suoi occhioni<br />

incrociarono i miei pieni <strong>di</strong> lacrime <strong>di</strong> gioia…<br />

Luca era il mio piccolo principe…<br />

Luca era autistico…<br />

Mentre aspettavamo il dottore, lui mi guardò e d’improvviso <strong>di</strong>sse: – “Mamma…”<br />

Per me fu qualcosa <strong>di</strong> indescrivibile, quell’attimo fu come vederlo rinascere ancora una volta,<br />

l’abbracciai forte e gli <strong>di</strong>sse che la sua mamma ci sarebbe stata sempre e non l’avrebbe mai<br />

abbandonato.<br />

Luca riprese a guardare la sua copertina e a stringermi e chissà a cosa stava pensando…<br />

<strong>Il</strong> dottore del pronto soccorso mise dei punti sul taglio che Luca si era procurato e mi <strong>di</strong>sse cosa<br />

fare nei giorni a seguire.<br />

Riportai Luca a casa e gli feci un bel piatto <strong>di</strong> pasta con il pomodoro, era infatti la cosa che<br />

mangiava più volentieri e dopo cena fece una cosa che non faceva <strong>di</strong> solito, accese lo stereo e si<br />

mise seduto ad ascoltare la musica.<br />

<strong>Il</strong> giorno dopo quando lo portai dalla dottoressa gli <strong>di</strong>ssi quello che era successo dopo cena il<br />

giorno precedente e lei mi suggerì <strong>di</strong> perseguire questa strada, spesso infatti la musica per autistici<br />

era molto importante perché li faceva avvicinare in qualche modo al mondo “reale” e alla fi ne mi<br />

suggerì un musico-terapeuta che spesso per chi aveva questi problemi, faceva anche lezioni a casa.<br />

Lo chiamai subito quella mattina e quando mi <strong>di</strong>sse che sarebbe già passato nel pomeriggio non<br />

mi sembrava vero, così chiamai in uffi cio e <strong>di</strong>ssi che nel pomeriggio non sarei andata.<br />

Quel pomeriggio non fu facile tenere calmo Luca ad aspettare il suo insegnante <strong>di</strong> musica, infatti<br />

era molto nervoso e strillava molto e lo fece ancor <strong>di</strong> più quando suonò il campanello. Io aprii<br />

la porta e feci accomodare l’insegnante che scoprii poco dopo si chiamasse Andrea, aveva la mia<br />

stessa età, lavorava con la musica e si prestava spesso per fare la musico-terapia perché aveva fatto<br />

un corso specializzato su questa terapia e aveva avuto sempre degli ottimi risultati.<br />

Luca non era il primo bambino autistico che trattava e infatti riuscì poco dopo ad attirare la sua<br />

attenzione, placandolo d’improvviso e facendolo ad<strong>di</strong>rittura sorridere.<br />

Vederlo sorridere <strong>di</strong> fronte a questo sconosciuto per me fu bellissimo, il suo sorriso era tutto e li<br />

lasciai lì a conoscersi tramite la musica.<br />

Passarono dei mesi e con le lezioni dalla logope<strong>di</strong>sta e <strong>di</strong> Andrea la situazione <strong>di</strong> Luca migliorò<br />

nettamente, infatti aveva cominciato a <strong>di</strong>re qualche parola, ovviamente era una goccia nell’oceano,<br />

ma per era davvero un piccolo mattone per costruire una casa, la “Casa <strong>di</strong> Luca”.

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