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Terzo concorso Il Volo di Pègaso - Istituto Superiore di Sanità

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poche ore senza vedere può essere traumatizzante, soprattutto se non sai quando potrai <strong>di</strong> nuovo<br />

vedere…”. Ha annuito senza commentare. Anche se tutto può causarti trauma quando vieni<br />

colpito da una malattia <strong>di</strong>ffi cile. Bisogna essere forti e credere… credere in qualcosa che ti dà<br />

forza, e soprattutto credere in te stesso. In fondo i migliori me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> noi stessi siamo noi.<br />

La compassione è la risposta spontanea dell’amore; la pietà l’involontario rifl esso della paura.<br />

(Paul C. Roud)<br />

S1/19 L’unica vita che mi è data<br />

Franca MOROTTI<br />

Ascolto il silenzio attorno a me, <strong>di</strong>stesa al buio nel mio letto.<br />

La notte i pensieri inespressi, le paure controllate nella luce del giorno s’infi ttiscono, si<br />

raggrumano, s’arruff ano, ti tagliano l’aria: l’ansia è una bestia notturna che si ciba dei secon<strong>di</strong><br />

che non scivolano via, dei minuti che sembrano ore e delle ore che non riescono a compiersi e a<br />

scoccare. Ascolto il battito del mio cuore e il fruscio delle mie gambe nervose che cercano invano<br />

refrigerio nella stoff a fresca delle lenzuola.<br />

Brucio dentro.<br />

Un fuoco invisibile mi consuma le energie dal <strong>di</strong>dentro: fatico a muovere questo mio corpo<br />

<strong>di</strong>ventatomi improvvisamente ostile. Fitte repentine, lancinanti alle caviglie e ai polsi mi tengono<br />

sveglia; le mani <strong>di</strong>ventano insensibili come fossero <strong>di</strong> legno.<br />

<strong>Il</strong> mio compagno dorme al mio fi anco, sogna e si rimugina nel letto.<br />

Lui non vuole sapere come sto, da sempre ha timore del dolore fi sico, perciò non parliamo del<br />

mio “malessere”, quasi che ignorandolo esso scompaia così come si è presentato.<br />

Non cerco più la sua comprensione perché si chiude a riccio e il suo mutismo non mi aiuta.<br />

I parenti e gli amici evitano accuratamente, forse per pudore, <strong>di</strong> interpellarmi sulla mia strana<br />

malattia, o forse il senso d’impotenza che mi avviluppa li scoraggia.<br />

L’alba falsamente ristoratrice non arriva; gli occhi mi s’inari<strong>di</strong>scono.<br />

Mi sono sottoposta ad una sequenza spaventosa <strong>di</strong> analisi, consulti me<strong>di</strong>ci per giungere ad<br />

un’unica “incertezza”: malattia rara d’origine autoimmune?! Forse! Quale sia non si sa; che<br />

sviluppi avrà? Tutte le risposte appartengono al futuro.<br />

Non voglio arrendermi, questa è l’unica vita che mi è data e voglio “vendere a caro prezzo la mia<br />

pelle”. Lotterò in silenzio, ma lotterò, questa è l’unica certezza che ora ho.<br />

S1/20 Sii te stesso<br />

Maria Maddalena SIGNORI<br />

Ti chiedo scusa, bambino mio.<br />

Ti ho desiderato da quando, adolescente, cercavo la mia autonomia sognando <strong>di</strong> dovermi<br />

occupare <strong>di</strong> qualcuno.<br />

Ti ho aspettato quando gli anni del matrimonio passavano ari<strong>di</strong> senza la tua presenza.<br />

Ti ho accolto con gioia quando ho saputo che saresti nato e già mi ripromettevo <strong>di</strong> regalarti una<br />

vita tua, soff ocando le mie aspettative, perché ti amavo troppo per tessere attorno a te la rete dei

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