numero completo download pdf 396Kb - L'Asino vola
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produzione è innanzitutto importante sottolineare la<br />
singolare e ormai rara vicinanza di tre nomi che<br />
provenivano dal Group Theatre, esperienza che una volta<br />
conclusasi, aveva spesso allontanato reciprocamente chi ne<br />
aveva preso parte. Ma Truckline Café riunisce -e per<br />
l’ultima volta nella storia delle produzioni di Broadwayquesti<br />
tre nomi di straordinaria importanza 17 : la Adler che<br />
spinge Brando come suo allievo più promettente 18 , Clurman<br />
che da uomo di teatro di grande esperienza cerca di<br />
dirigerlo, e Kazan che da produttore osserva (spesso con<br />
disappunto) gli sviluppi dello spettacolo.<br />
Clurman, dopo averlo visto in I Remenber Mama, non<br />
era pienamente convinto che Brando fosse adatto a recitare<br />
il difficile ruolo di un giovane soldato psicopatico che al<br />
ritorno dalla guerra uccide la moglie dopo averne scoperto<br />
l’infedeltà. Ma alla fine acconsentì a dargli la parte, forse<br />
per le pressioni di Stella Adler, forse per intuito di regista. E<br />
un altro regista, dotato di altrettanto intuito, Kazan, in<br />
seguito gli rimproverò tutto, ma non la scelta di Malden e di<br />
Brando:<br />
17 L’altro celebre caso in cui si ricreò il sodalizio tra gli ex membri del<br />
Group Theatre fu ovviamente la fondazione dell’Actors Studio, che riunì<br />
Elia Kazan, Bobby Lewis e Cheryl Crawford. È interessante ricordare<br />
che nel cast, se pur in un ruolo minore, figurava anche Karl Malden,<br />
attore che seguì Brando e Kazan nel cammino dal teatro al cinema, a<br />
partire da A Streetcar Named Desire fino a On the Waterfront. Il<br />
sodalizio con Brando continuò anche nell’unico film diretto da Brando,<br />
One Eyed Jacks (1960).<br />
18 Clurman infatti ricorda che Brando “[...] had been recommended to<br />
me by Stella Adler who praised him highly as the most gifted of her<br />
students”; “[...] mi era stato raccomandato da Stella Adler che lo lodava<br />
come il più dotato dei suoi allievi” (H. Clurman, On Directing, New<br />
York, Macmillan, 1972, p.116).