numero completo download pdf 396Kb - L'Asino vola
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annullamento 42 , nell’attimo stesso in cui si dà si fa<br />
immediatamente allusione ad un assoluto astratto pur nella<br />
versione negativa del nulla. Sottrarsi, annullarsi, quasi<br />
togliersi di scena -tratti stilistici che, per ciò che riguarda gli<br />
spettacoli di cui ci occuperemo qui, sono già in parte<br />
presenti nella Donna del mare, ma saranno più evidenti<br />
nelle recite successive- sono il modo “decadente” in cui la<br />
Duse reagisce al senso di perdita e di frantumazione dell’io<br />
che caratterizza questo periodo storico. Al senso di perdita -<br />
di un centro così come della totalità- l’attrice oppone la<br />
rivendicazione di un’arte che pretende di riscattare<br />
attraverso il suo stile sublime il vuoto che da quella perdita<br />
deriva dopo averlo ‘depurato’ dai suoi legami con la storia e<br />
dalle ragioni che l’hanno determinato. La sottrazione della<br />
Duse si fa allusione continua e interamente solitaria ad un<br />
altrove assoluto, un ignoto -posto in un passato tanto<br />
indefinito e astratto quanto non più riproponibile- e,<br />
insieme, espressione della sublime differenza dell’attrice<br />
che sola a quell’assoluto può alludere a patto di non<br />
permettere che la realtà di corruzione, di cui invece tutta la<br />
storia è intrisa, intervenga a disgregare l’uno -l’assoluto- e<br />
l’altra -l’attrice o, meglio, il suo stile. Così nella Donna del<br />
mare il ricordo permette, da una lato, che il fascino e il<br />
terrore della vita piena e libera propri di Ellida-Duse si<br />
mantengano all’interno di una tensione solitaria all’assoluto<br />
-in quanto solo la protagonista, a differenza di tutti gli altri,<br />
può ricordare- e, dall’altro, che la drammaticità dello<br />
scontro con le cose e gli altri personaggi sia eliminato<br />
perché, posto in altro tempo, può solo essere evocato e non<br />
42 C. Molinari, L’attrice divina. Eleonora Duse nel teatro italiano fra i<br />
due secoli, cit., pp.194-195.