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numero completo download pdf 396Kb - L'Asino vola

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iesca a manifestare la propria personalità subordinandosi al<br />

poeta e sembra invece testimoniare l’autonomia dell’attrice<br />

dal dramma e dall’interpretazione che del dramma dà<br />

d’Amico all’inizio del suo intervento.<br />

Il primo segnale che mette in dubbio la coerenza del<br />

discorso è costituito proprio dal fatto che quelle riserve che<br />

il critico ha sempre manifestato nei confronti di Ibsen e che,<br />

sebbene in modo non così esplicito come altrove, anche in<br />

questo articolo costituiscono la base del discorso di<br />

d’Amico sul drammaturgo, nel passaggio dal testo alla<br />

recita vengono immediatamente a cadere.<br />

Confesso o no, Ibsen dal Vangelo ha isolato, ai suoi fini, uno dei<br />

motivi essenzialissimi, quello dell’affermazione dell’autonoma libertà<br />

dello spirito, contro il morto formalismo farisaico [...] è la nota, religiosa<br />

e umana, che lo fa grande. Ma quanto al trascendente [...] Ibsen l’ha<br />

messo da parte, anzi l’ha negato tout court: per lui è tirannia, e<br />

contradizione [sic] in termini con autonomia e libertà. Così tutta la sua<br />

visione s’è storta in modo orribilmente parziale 133 .<br />

Si comprende qui meglio cosa si intendeva dire al<br />

principio del paragrafo: la spaccatura fra passato e presente<br />

che, concepiti in modo astratto, bloccano qualunque forma<br />

di dialettica storica, non è sanabile per d’Amico se non con<br />

un salto nel trascendente, salto che Ibsen non compie: unica<br />

alternativa possibile, che è quella praticata dal<br />

drammaturgo, è la “disperazione” 134 . Per questo motivo<br />

anche la conclusione di Spettri non può che essere<br />

disperata. Eppure -e qui avviene il secondo ma decisivo<br />

passaggio- è sufficiente collocare la chiave del dramma<br />

nella colpa di viltà della protagonista, per porre un argine<br />

alla disperazione: se Elene è l’unica responsabile di sé e<br />

133 S. d’Amico, Ibsen, cit., pp.47-48.<br />

134 Ibidem.

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