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numero completo download pdf 396Kb - L'Asino vola

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poetica della differenza: frequentare la differenza significa<br />

infatti porsi al di fuori della storia e al di fuori del<br />

linguaggio artistico per come si dà in quel preciso momento<br />

storico, significa proporre e proporsi come un’alterità totale.<br />

Significa proporre un modello di recitazione che la critica<br />

non sa definire, ma che difficilmente potrà mettere in<br />

discussione il linguaggio della scena contemporaneo perché<br />

con quello, volutamente, non si mette in rapporto 45 .<br />

Significa infine creare negli spettatori l’illusione che la<br />

lacerazione possa essere ricomposta almeno nell’arte e<br />

dall’artista che, puro e incorrotto, parla per tutti, sublima<br />

simbolicamente il dolore di tutti e tutti invita ad un’adesione<br />

empatica. Il giudizio di Eligio Possenti vale qui come<br />

testimonianza preziosa di quanto questa la poetica<br />

simbolistica della Duse fosse destinata a trovare consensi<br />

entusiastici presso la maggior parte degli spettatori<br />

compreso chi, come Possenti, si era spesso rivelato critico<br />

acuto, sottile e particolarmente sensibile per esempio alla<br />

poetica dell’umorismo pirandelliano:<br />

C’è qualche cosa di religioso nell’arte della Duse, che trasporta le<br />

anime nostre fuor della vita: c’è qualcosa che comunica direttamente con<br />

il nostro spirito senza passar per le orecchie: c’è un’aderenza<br />

taumaturgica, una suggestione che non è suggestione ma divinazione<br />

[...]. Non era più il dramma di Ellida; era il dramma di tutti: Eleonora<br />

Duse parlava per noi e quasi noi si dicevano insieme, le parole del suo<br />

tormento, del nostro tormento 46 .<br />

45 Molinari sostiene che le scelte di repertorio della Duse fossero “in<br />

fondo il modo migliore per essere demodée: non conformarsi con la<br />

cultura più recente, quasi fingendo, o esibendo giovanile curiosità”: C.<br />

Molinari, L’attrice divina. Eleonora Duse nel teatro italiano fra i due<br />

secoli, cit., p.246. Se ciò è vero non significa tuttavia che in quelle scelte<br />

ci fosse anche l’intenzione di entrare in un rapporto dialettico e<br />

conflittuale con le mode allora in voga; pare piuttosto che anche questo<br />

segni una volontà di differenza della Duse che vuol risultare appunto<br />

demodée, senza che questo implichi la messa in discussione profonda del<br />

proprio linguaggio e, tramite questo, di quello corrente.<br />

46 E. Possenti, Eleonora Duse nella “Donna del mare” al Manzoni, in

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