numero completo download pdf 396Kb - L'Asino vola
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ansia e il suo dramma d’attrice che attraverso Ellida la Duse<br />
esprime, solitaria, in scena.<br />
Nel finale del dramma di Ibsen Ellida non sceglierà il<br />
mare e resterà con il marito. La cronaca è divisa fra chi loda<br />
incondizionatamente anche questa conclusione e chi invece,<br />
come Simoni 60 , la critica pur vedendola riscattata dalla<br />
recitazione della Duse: la decisione finale è la scelta<br />
responsabile per il presente contro le velleità di una libertà<br />
astratta, ma è in realtà una scelta di riconciliazione con il<br />
mondo delle convenzioni prima aborrito: il mare perde d’un<br />
tratto il suo fascino e la responsabilità s’impone come<br />
nuovo valore che ha il potere di riconciliare il singolo con<br />
l’esistenza 61 .<br />
Anche nella recita della Duse sembra che in fine<br />
prevalga il proposito dell’attrice di risolvere la propria<br />
contraddizione.<br />
Poi avvenne il mutamento. Dopo la sorpresa e la commozione per<br />
l’offerta del marito, un raccoglimento profondo, le mani alle tempie, il<br />
capo chino, gli occhi socchiusi, quasi una sospensione di vita. E ancora le<br />
parole fatidiche: ‘Liberamente… sotto la mia responsabilità 62 .<br />
60 “La tragedia della personalità non finisce questa volta con la morte;<br />
finisce con uno di quei placidi accomodamenti che, se non ci fossero i<br />
simboli di mezzo, sembrerebbero borghesemente dolciastri. Pareva che<br />
Ellida partisse per un gran viaggio; ma non ha fatto che camminare a<br />
lungo, tormentosamente, sopra un mattone [...]. Da tutto il mistero è<br />
uscita una questione di responsabilità ridotta a piccole proporzioni”: R.<br />
Simoni, Eleonora Duse al Manzoni, cit.<br />
61 Anche Apollonio vede soprattutto in quel finale e in quella formula<br />
“libertà sotto responsabilità”, il limite del dramma. “Vederlo conoscere il<br />
mondo che si muove verso un senso di vita concorde, che avvera in sé,<br />
poeticamente operoso, le certezze religiosamente proposte, non era dono<br />
che ci potessimo attendere da chi era una volta per tutte tornato indietro<br />
dal cammino di Brand a misurare, sbigottito, il precipizio”: M.<br />
Apollonio, Ibsen, Brescia, Morcelliana, 1944, p.172.<br />
62 G. Baglione, L’arte della Duse, cit., p.205.