numero completo download pdf 396Kb - L'Asino vola
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assorta e una dizione lievemente disfatta” 100 in cui sia<br />
l’assorto della mimica sia il disfatto della dizione non sono<br />
certo espressioni che si addicono alla recitazione della<br />
Duse, mentre invece colgono qualcosa di profondo che è<br />
proprio di Benassi e, pur non volendo, ne indicano così la<br />
forza attorica autonoma.<br />
Com’era prevedibile quasi tutta la critica 101 fu concorde<br />
nel preferire questa versione della Duse a quella di Zacconi<br />
per una supposta maggiore fedeltà al testo, per aver<br />
ricondotto la figura di Elena Alving al centro della vicenda,<br />
per il significato simbolico che il dramma avrebbe allora<br />
riacquistato, anche se un po’ in ritardo rispetto ai tempi,<br />
secondo Simoni.<br />
È qui opportuno ricordare ciò che d’Amico individuò<br />
come elemento cardine della drammaturgia di Ibsen e poi in<br />
particolare di Spettri perché riprende un tema già ricordato a<br />
proposito della prima e della seconda rappresentazione della<br />
Duse: il rapporto con il passato.<br />
[L]a nostra anima nuova anela alla felicità, per cui è creata, e il<br />
mondo moderno pare offrirle tutti i mezzi atti alla sua conquista: ma<br />
100 D’Amico poi, per collocare subito ogni cosa al suo posto, prosegue :<br />
“Non ha avuto un solo applauso a scena aperta; ecco il suo migliore<br />
elogio. In compenso, ha avuto ed ha la soddisfazione di tutti gli<br />
intelligenti, per la vittoria riportata, soprattutto su se stesso. La vittoria<br />
dell’interprete sul comico”: S. d’Amico, Eleonora Duse e gli “Spettri”<br />
al Costanzi, in “L’idea nazionale”, 6 dicembre 1922; i corsivi sono<br />
nostri.<br />
101 Una fra le poche voci discordanti è il critico della “Stampa”, Gigi<br />
Michelotti, che a differenza degli altri mette in discussione l’assoluta<br />
centralità di Elena Alving e per questo motivo nella cronaca dello<br />
spettacolo si sofferma molto più che sulla Duse su Benassi, elogiato<br />
soprattutto per la sua capacità di lottare contro la memoria ingombrante<br />
delle recite di Zacconi: gi.mi., [G. Michelotti], Spettri di Enrico Ibsen<br />
nella interpretazione di Eleonora Duse, in “La stampa”, 13 novembre<br />
1922.