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numero completo download pdf 396Kb - L'Asino vola

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L’anno è il 1914. Eleonora Duse annuncia di voler<br />

fondare una “Casa della Cultura” per offrire innanzitutto<br />

alle attrici (ma anche agli attori) “un centro di cultura [...] un<br />

luogo dove gli artisti possano tra loro riunirsi, dove abbiano<br />

dei libri da consultare per le loro interpretazioni” 19 ,<br />

insomma un’iniziativa in cui con una buona dose di<br />

snobismo e di elitario distacco la Duse si rivolge a quei<br />

compagni d’arte “che non aveva mai amato”, ma che in uno<br />

dei suoi momenti di entusiasmo pensava di poter e di dover<br />

“aiutare a tentare se non a <strong>vola</strong>re, almeno ad alzarsi da terra<br />

[...]. Porgere la mano ai meno fortunati che ignoravano i<br />

valori dello spirito, era suo dovere” 20 . Alla proposta della<br />

Duse, che molti giornali annunciano con la consueta enfasi<br />

e che sull’ “Arte drammatica” tiene la prima pagina per<br />

molti numeri, rispondono aderendovi un coro di attrici che<br />

rapidamente diffondono la notizia facendo propaganda<br />

all’iniziativa. Uniche voci discordanti: Emma Gramatica,<br />

Virginia Reiter e Alda Borelli che, sebbene solo in tre,<br />

hanno una forza d’impatto tale da scatenare subito<br />

19 E. Polese S., Il bel sogno di Eleonora Duse, in “L’arte drammatica”, 7<br />

marzo 1914, p.1.<br />

20 “Cosa nota questo suo disamore per gli attori che riteneva gente<br />

mediocre, attaccata quanto lontana dal mondo prezioso dell’arte, che per<br />

lei non era soltanto il palcoscenico”, quei comici “che si accontentavano<br />

di vivere in completa abulìa dello spirito, trascurando l’anima ed<br />

isolandosi dalla Bellezza, che ella pronunciava come fosse in estasi,<br />

calcando sulle consonanti doppie e scriveva soltanto con la maiuscola,<br />

sottolineando, naturalmente. Vestale e succube della Bellezza inorridiva<br />

al pensiero che i comici la trascurassero; peggio: la ignorassero [...]. Se<br />

lei, figlia d’arte come quasi tutti i suoi compagni, aveva saputo elevarsi,<br />

perché ora non doveva aiutare a tentare se non a <strong>vola</strong>re, almeno ad<br />

alzarsi da terra, coloro che non ne avevano la forza e le possibilità?<br />

Porgere la mano ai meno fortunati che ignoravano i valori dello spirito,<br />

era suo dovere”: L. Ridenti, Cronache fra due guerre. La Casa del teatro<br />

di Eleonora Duse, in “Dramma”, n. 349, 1965, pp.44-45.

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