numero completo download pdf 396Kb - L'Asino vola
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toccarla”. Gli attori della compagnia partecipano al rito con<br />
la dovuta riverenza mantenendo la loro schiettezza e<br />
semplicità. Il solo Benassi, talvolta, eccede fino a scatenare<br />
un applauso a scena aperta: episodio questo che, oltre a<br />
interrompere l’atmosfera religiosa del rito di cui la Duse<br />
deve essere la sola e assoluta protagonista, interrompe<br />
quell’altra atmosfera fatta di armonia e semplicità che resta<br />
la cornice entro la quale la recitazione dell’attore si deve<br />
sempre collocare.<br />
5. Fuori dalla dialettica della storia: lo sguardo del lutto e<br />
il salto nel trascendente. Recita di “Fantasmi”.<br />
A distanza di un anno la Duse ritorna a Ibsen (“l’anello<br />
interrotto”): non con una delle ultime opere del<br />
drammaturgo norvegese che lei stessa aveva detto di<br />
preferire, bensì con Spettri. Come aveva confidato a<br />
d’Amico già mesi prima della recita, non ebbe mai<br />
intenzione di mettere in scena quel dramma al fianco di<br />
Zacconi il quale, d’altra parte, non avrebbe certamente<br />
potuto accettare in questo caso di farsi umile ombra della<br />
Divina, di cederle il posto da protagonista, di contribuire<br />
alla resa di uno spettacolo che avrebbe nella sostanza negato<br />
la sua poetica d’attore positivista di cui proprio la recita di<br />
quel copione era divenuta il manifesto. Come volle l’attrice,<br />
Osvaldo fu invece Benassi che, ancora giovane, lasciò a lei<br />
il centro della scena restando un poco sottotono e riuscendo<br />
solo in parte a mantenere per sé una sua autonomia<br />
recitativa che anche d’Amico, pur contraddittoriamente e<br />
fra le righe, rilevò: “Ci ha dato finalmente, secondo le sue<br />
forze, la tragedia spirituale del figlio infelicissimo, della sua<br />
impotenza a creare e a vivere, della sua paurosa attesa<br />
dell’accesso fatale che tornerà, attraverso una mimica