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Inferno - Letteratura Italiana

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Da questa parte cadde giù dal cielo;<br />

e la terra, che pria di qua si sporse,<br />

per paura di lui fé del mar velo,<br />

e venne a l’emisperio nostro; e forse<br />

per fuggir lui lasciò qui loco vòto<br />

quella ch’appar di qua, e sù ricorse”.<br />

Luogo è là giù da Belzebù remoto<br />

tanto quanto la tomba si distende,<br />

che non per vista, ma per suono è noto<br />

d’un ruscelletto che quivi discende<br />

per la buca d’un sasso, ch’elli ha roso,<br />

col corso ch’elli avvolge, e poco pende.<br />

Lo duca e io per quel cammino ascoso<br />

intrammo a ritornar nel chiaro mondo;<br />

e sanza cura aver d’alcun riposo,<br />

121<br />

124<br />

127<br />

130<br />

133<br />

salimmo sù, el primo e io secondo,<br />

136<br />

tanto ch’i’ vidi de le cose belle<br />

che porta ‘l ciel, per un pertugio tondo.<br />

E quindi uscimmo a riveder le stelle. 139<br />

I personaggi<br />

Lucifero è l’angelo più bello (il nome latino significa<br />

portatore di luce, splendente). Insuperbito per la<br />

sua bellezza, si ribella a Dio e viene precipitato<br />

nell’inferno con gli altri angeli ribelli dopo una dura<br />

lotta contro l’arcangelo Michele e gli altri angeli rimasti<br />

fedeli a Dio (Vangeli apocrifi). Dante gli fa<br />

assumere sembianze mostruose, che sono una caricatura<br />

della Trinità divina. Lo chiama anche Dite (da<br />

divitiae, la ricchezza), nome che desume da Virgilio<br />

(Eneide, VI, 127, 269 ecc.) e che nella mitologia<br />

classica indicava Plutone, il dio degli inferi. Poco<br />

dopo lo chiama Belzebù, altrove Satana. Il poeta opera,<br />

come in molti altri casi, una contaminazione tra<br />

Bibbia e mondo classico. La stessa contaminazione<br />

era già avvenuta tra le divinità greche e quelle latine:<br />

Zeus=Giove, Era=Giunone, Poseidone=Nettuno,<br />

Afrodìte=Venere, Ares=Marte, Ermes=Mercurio,<br />

Efesto=Vulcano ecc.<br />

Giuda Iscariota è uno dei 12 apostoli. Nei Vangeli<br />

è il traditore di Gesù Cristo, che vende al tribunale<br />

religioso di Gerusalemme per trenta denari (da Gesù<br />

Cristo per il poeta discende la Chiesa). Si pente però<br />

del tradimento, vuole restituire il denaro ai sacerdoti<br />

del tempio, che lo rifiutano. Preso dalla disperazione,<br />

si uccide impiccandosi ad un albero (Mt 26, 47-<br />

50; 27, 3-10).<br />

Marco Giunio Bruto e Caio Cassio Longino sono<br />

i principali esponenti della congiura contro C. Giulio<br />

Cesare, colpevole a loro avviso di aver posto fine alle<br />

libertà repubblicane e perciò assassinato (44 a.C.)<br />

(per il poeta Cesare è il fondatore dell’Impero).<br />

Muoiono nella battaglia di Filippi (42 a.C.), in Grecia,<br />

dove si erano rifugiati e dove avevano sostenitori.<br />

Sono sconfitti dall’esercito congiunto di Ottaviano<br />

e di Antonio.<br />

Commento<br />

1. Il canto è tranquillo e silenzioso: deve concludere<br />

il viaggio compiuto nell’inferno e la prima cantica. I<br />

due poeti vedono Lucifero, gigantesco e mostruoso,<br />

che emerge dal suolo dalla cintola in su, e i traditori,<br />

Divina commedia. <strong>Inferno</strong>, a cura di P. Genesini 101<br />

121. Da questa parte (=l’emisfero australe) cadde giù<br />

dal cielo; e la terra, che prima di qua (=nell’emisfero<br />

australe) si sporse (=emerse dalla superficie marina),<br />

per paura di lui fece del mare un velo (=si ritrasse<br />

sotto le acque del mare) 124. e venne nel nostro emisfero.<br />

E, forse per fuggire da lui, quella [terra] che<br />

appare di qua (=la montagna del purgatorio) lasciò<br />

qui un luogo vuoto e corse nuovamente in su.» 127.<br />

Laggiù è un luogo lontano da Belzebù (=Lucifero)<br />

tanto quanto la caverna è lunga. Esso è noto non per<br />

la vista ma per il suono 130. di un ruscelletto (=il Letè)<br />

che qui discende attraverso il buco di una roccia,<br />

che esso ha scavato, con il corso che è tortuoso e poco<br />

inclinato. 133. La mia guida ed io entrammo per<br />

quel cammino nascosto, per ritornare nel mondo<br />

chiaro. E, senza preoccuparci di alcun riposo, 136.<br />

salimmo in su, egli davanti ed io dietro, finché per<br />

un pertugio rotondo, vidi delle cose belle, che il cielo<br />

porta. 139. Di qui uscimmo a riveder le stelle.<br />

che egli maciulla nelle sue tre bocche, ma non parlano<br />

con essi. Virgilio informa con precisione e senza<br />

enfasi chi sono i dannati nelle tre bocche, e poi spiega<br />

la caduta di Lucifero sulla terra e il rifiuto della<br />

terra di accoglierlo. Sul piano psicologico e narrativo<br />

il viaggio all’inferno è ormai concluso e bisogna<br />

pensare al suo proseguimento. Perciò i due poeti si<br />

preoccupano della risalita, che avviene rapidamente<br />

prima lungo il corpo villoso di Lucifero, poi per un<br />

sentiero tortuoso e nascosto, lungo un fiumicello, il<br />

Letè, che li porta a riveder le stelle.<br />

2. Lucifero è materiale e mostruoso, piantato al centro<br />

della terra, che è anche centro dell’universo, chiuso<br />

autisticamente in se stesso e immobile per l’eternità.<br />

Le sue tre facce, di colore diverso, ed il suo<br />

corpo sono l’esatto contrario della Trinità divina. La<br />

Trinità viene descritta sulla porta dell’inferno come<br />

divina potestate, somma sapienza e primo amore (If<br />

III, 4-6). Il contrario della potenza è l’impotenza, che<br />

provoca l’ira (il color rosso); il contrario della sapienza<br />

è l’ignoranza, che provoca l’invidia (il color<br />

giallastro); il contrario dell’amore è l’odio (il color<br />

nero). Il poeta ne offre un’ulteriore caricatura, quando<br />

con Virgilio supera il centro della terra e vede<br />

Lucifero a gambe all’aria. Il riferimento a questo<br />

proposito è ai papi simoniaci, che hanno rovesciato<br />

l’uso delle cose sacre. Essi perciò sono piantati a capo<br />

in giù nella roccia e puniti dalle fiamme che bruciano<br />

le piante dei piedi (If XIX, 22-30).<br />

3. «Lo ‘mperador del doloroso regno» è però anche<br />

strumento della giustizia divina, poiché punisce i traditori<br />

più grandi e più gravi: Giuda, che ha tradito<br />

Gesù Cristo; e Bruto e Cassio, che hanno tradito<br />

Giulio Cesare e l’Impero. Inoltre, muovendo le ali,<br />

gela il lago di Cocìto, dove sono puniti tutti gli altri<br />

traditori. Per il poeta il tradimento è il peccato più<br />

grave, perché mina dalle fondamenta la società.<br />

4. La figura di Lucifero (e l’ultimo canto dell’<strong>Inferno</strong>)<br />

rimanda alla rappresentazione di Dio (e all’ultimo<br />

canto del Paradiso). Dio è pura luce, è al di là<br />

delle parole umane. I beati, che sono ugualmente pu-

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