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Inferno - Letteratura Italiana

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“Figliuol mio”, disse ‘l maestro cortese,<br />

“quelli che muoion ne l’ira di Dio<br />

tutti convegnon qui d’ogne paese:<br />

e pronti sono a trapassar lo rio,<br />

ché la divina giustizia li sprona,<br />

sì che la tema si volve in disio.<br />

Quinci non passa mai anima buona;<br />

e però, se Caron di te si lagna,<br />

ben puoi sapere omai che ‘l suo dir suona”.<br />

Finito questo, la buia campagna<br />

tremò sì forte, che de lo spavento<br />

la mente di sudore ancor mi bagna.<br />

121<br />

124<br />

127<br />

130<br />

La terra lagrimosa diede vento,<br />

133<br />

che balenò una luce vermiglia<br />

la qual mi vinse ciascun sentimento;<br />

e caddi come l’uom cui sonno piglia. 136<br />

121. «O figlio mio» disse il maestro cortese, «coloro<br />

che muoion nell’ira di Dio (=in peccato mortale) arrivano<br />

tutti qui da ogni paese 124. e son pronti ad<br />

oltrepassare il fiume, perché la giustizia divina li<br />

sprona, così che il loro timore si trasforma in desiderio.<br />

127. Di qui non passa mai un’anima buona, perciò,<br />

se Carónte si lamenta di te, puoi ben capire ormai<br />

che cosa significhino le sue parole.» 130. Finito<br />

il discorso, la campagna buia tremò così fortemente,<br />

che il ricordo dello spavento mi fa bagnare ancora di<br />

sudore. 133. La terra intrisa di lacrime (=le lacrime<br />

di dolore dei dannati) sprigionò vento, tanto che balenò<br />

una luce rossastra (=un fulmine), la quale mi<br />

fece perdere i sensi. E caddi come l’uomo che prende<br />

sonno.<br />

I personaggi<br />

Gli ignavi sono coloro che vissero senza infamia e Non ci sono più due possibilità estreme: o salvezza o<br />

senza lode: nella loro vita non hanno fatto niente, né dannazione. C’è anche una possibilità intermedia, il<br />

di bene né di male, che li rendesse meritevoli purgatorio. L’uomo in ritardo con Dio ha la possibi-<br />

d’essere ricordati. Essi quindi hanno vissuto una vita lità di recuperare espiando le pene nel purgatorio.<br />

vuota, non hanno utilizzato il tempo e le capacità loro Esse sono di breve o di lunga durata, ma sono desti-<br />

concesse, è come se non fossero nemmeno esistiti. nate a terminare. Sono però altrettanto dure e dolo-<br />

Tra essi il poeta pone anche gli angeli che non si rose delle pene dell’inferno.<br />

schierarono né con Dio né con Lucifero, ma che ri- 2. Dante dimostra un disprezzo radicale verso gli imasero<br />

neutrali.<br />

gnavi. In vita essi non hanno fatto niente, né di buo-<br />

Colui che fece per viltà il gran rifiuto è forse il pano né di cattivo, che li rendesse meritevoli di essere<br />

pa Celestino V, al secolo Pietro Angeleri da Isernia ricordati. Insomma è come se non fossero mai vissu-<br />

(1210-1296). È nominato papa tra il maggio e ti, perché la loro vita è rimasta vuota. Essi non si so-<br />

l’agosto 1294, abdica il 13 dicembre dello stesso anno impegnati nella lotta contro le forze ostili della<br />

no, ritenendosi inadatto ad affrontare le responsabili- natura o della società, non hanno prodotto o costruità<br />

che essa comportava. È l’unico papa che ha abdito nulla né per sé, né per la loro famiglia, né per i<br />

cato il soglio pontificio. Nel 1313 è canonizzato. Il loro discendenti, né per la loro città. E ognuno deve<br />

poeta lo condanna per due motivi: a) ha rifiutato il dare il suo piccolo o grande contributo a seconda<br />

fardello che la divina Provvidenza gli ha assegnato; delle sue capacità, perché la famiglia e la società<br />

e b) abdicando, ha lasciato il soglio pontificio a Bo- hanno un assoluto bisogno del nostro contributo. Il<br />

nifacio VIII, causa di tutti i guai del poeta. In If XIX, poeta fa emergere e converso il valore – molto con-<br />

55-57, ne accentua le responsabilità: il papa Niccolò creto – che sta alla base delle società tradizionali: il<br />

III Orsini, finito tra i simoniaci, scambia Dante per ricordo di sé e delle proprie azioni e una vita esem-<br />

Bonifacio e gli chiede se si è saziato di quella sposa plare da lasciare ai figli e ai nipoti, cioè alle genera-<br />

(=la Chiesa) che ha ottenuto con l’inganno.<br />

zioni future. Essi sono la piccola o grande ricchezza<br />

Il demonio Carónte, figlio di Erebo e della Notte, che ognuno di noi lascia in eredità ai posteri.<br />

nella mitologia greca, etrusca e latina traghettava le 2.1. Il tema degli ignavi ma, più in generale, il tema<br />

anime dei morti sulle rive dell’Acherónte. La fonte di dell’allocazione dell’anima in uno dei tre regni<br />

Dante è Virgilio, Eneide, VI, 298-304.<br />

dell’oltretomba sottintende due cose. a) L’uomo,<br />

L’Acherónte è uno dei fiumi infernali. Gli altri sono ogni uomo, è giudicato nell’al di là per ciò che ha<br />

lo Stige e il Flegetónte. Confluiscono tutti nel lago fatto o non ha fatto nell’al di qua. Egli non può sot-<br />

gelato di Cocìto, dove sono puniti i traditori. Anche trarsi ad un giudizio di biasimo o di lode. Appena<br />

un altro fiume, il Letè, confluisce nel lago; esso però morto finisce o sulle rive dell’Acherónte o sulle rive<br />

proviene dalla montagna del purgatorio. Dante dedi- del Tevere o direttamente in paradiso. Egli deve renca<br />

If XIV, 115-137, a spiegare la geografia infernale. dere conto di come è vissuto e di come ha gestito i<br />

suoi talenti. Egli può sottrarsi al giudizio degli uo-<br />

Commento<br />

mini, ma non può sottrarsi al giudizio di Dio. E il<br />

1. Dante supera, intimorito, la porta dell’inferno. Tut- giudizio di Dio è implacabile. Il Dies irae dice che<br />

tavia sopra la porta Dio fa sentire la sua presenza: davanti al tribunale di Dio neanche il giusto si sente<br />

Egli è divina potenza, somma sapienza e primo amo- sicuro. E allora che fa? b) Per superare senza troppi<br />

re. Ma è anche implacabile, perché l’anima condan- danni il giudizio divino, ha un’unica scappatoia: fare<br />

nata soffrirà per l’eternità le pene dell’inferno. Nel qualcosa qui sulla terra, fare qualcosa che lo faccia<br />

Medio Evo i giudizi di Dio sono però attutiti dall’in- ricordare, fare qualcosa da lasciare in eredità ai povenzione<br />

del purgatorio, che viene ufficializzata dusteri. Se le cose stanno così, la centralità di questo<br />

rante il 14° concilio ecumenico che si apre a Lione il mondo è indiscutibile; e addirittura l’altro mondo è<br />

7 maggio 1274 alla presenza del papa Gregorio X. in funzione del mondo terreno. Perciò, se questi due<br />

Divina commedia. <strong>Inferno</strong>, a cura di P. Genesini 19

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