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Inferno - Letteratura Italiana

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Indi s’ascose; e io inver’ l’antico<br />

poeta volsi i passi, ripensando<br />

a quel parlar che mi parea nemico.<br />

Elli si mosse; e poi, così andando,<br />

mi disse: “Perché se’ tu sì smarrito?”.<br />

E io li sodisfeci al suo dimando.<br />

“La mente tua conservi quel ch’udito<br />

hai contra te”, mi comandò quel saggio.<br />

“E ora attendi qui”, e drizzò ‘l dito:<br />

“quando sarai dinanzi al dolce raggio<br />

di quella il cui bell’occhio tutto vede,<br />

da lei saprai di tua vita il viaggio”.<br />

121<br />

124<br />

127<br />

130<br />

Appresso mosse a man sinistra il piede: 133<br />

lasciammo il muro e gimmo inver’ lo mezzo<br />

per un sentier ch’a una valle fiede,<br />

che ‘nfin là sù facea spiacer suo lezzo. 136<br />

121. Quindi si nascose [nel suo avello]. Io volsi i<br />

passi verso l’antico poeta, ripensando alle predizioni<br />

che mi sembravano avverse. 124. Egli si mosse; poi,<br />

camminando, mi disse: «Perché sei così turbato?».<br />

Io risposi alla sua domanda. 127. «Tieni a mente<br />

quel che hai udito contro di te» mi comandò quel<br />

saggio. «Ed ora ascolta» riprese, alzando l’indice.<br />

130. «Quando sarai davanti alla dolce luce di colei<br />

(=Beatrice) che con gli occhi belli vede tutto [in Dio],<br />

da lei saprai il viaggio della tua vita terrena.»<br />

133. Quindi volse il piede a sinistra: lasciammo le<br />

mura di Dite e andammo verso il mezzo del cerchio<br />

per un sentiero che conduce ad una valle, 136. che<br />

fin lassù faceva sentire il suo lezzo sgradevole.<br />

I personaggi<br />

Epicureo di Samo (342/341-270 a.C.) difende tesi anno. Legge Aristotele seguendo l’interpretazione<br />

materialistiche: il mondo è eterno e costituito di ato- razionalistica di Averroè (1126-1198), un filosofo<br />

mi, regolati dal caso. Gli dei non si interessano del arabo, secondo cui la verità si può raggiungere per<br />

mondo né degli uomini, ma vivono beatamente in via puramente razionale, quindi senza l’aiuto della<br />

cielo. Il piacere è il criterio di valutazione e il fine fede. Di qui la fama di eretico. Così lo delinea anche<br />

dell’uomo. Il piacere però non è quello accompagna- Boccaccio (Decameron, VI, 9).<br />

to da turbamento e da passioni, ma quello che risulta A Montaperti, nel territorio di Siena, presso il fiume<br />

dalla cessazione del dolore. Infine non si deve avere Arbia i ghibellini, guidati da Farinata, infliggono<br />

paura della morte: quando noi ci siamo, essa non c’è; una dura sconfitta ai guelfi di Firenze (1260).<br />

e viceversa, quando essa c’è, noi non ci siamo più. Il Federico II di Svevia (1194-1250), nipote di Federi-<br />

Medio Evo è colpito negativamente dall’ateismo e co I, detto il Barbarossa, è considerato un sovrano<br />

dalla teoria del piacere, proposti dal filosofo greco. illuminato e suscita l’ammirazione dei suoi contem-<br />

Farinata degli Uberti (inizi sec. XIII-1264) diventa poranei per la sua abilità diplomatica, per la legisla-<br />

capo de partito ghibellino nel 1239. Nel 1248 con zione (emana la Costituzione di Melfi), per l’amore<br />

l’aiuto dell’imperatore Federico II di Svevia caccia i verso le arti. Alla sua corte sorge la Scuola siciliana<br />

guelfi da Firenze (che ritornano in città nel 1251). (1230-1260ca.), che condiziona profondamente la<br />

Nel 1260 con l’appoggio di Manfredi di Svevia, re di letteratura italiana della seconda metà del Duecento,<br />

Sicilia, sconfigge i fiorentini a Montaperti e piega le dalla Scuola toscana al Dolce stil novo.<br />

forze guelfe di tutta la Toscana. Nel concilio di Em- Il cardinale Ottaviano degli Ubaldini, una potente<br />

poli egli si oppone da solo al progetto di distruggere famiglia ghibellina, è vescovo di Bologna e cardina-<br />

Firenze. Quando Manfredi e i ghibellini sono definile dal 1245. Muore nel 1273. È definito eretico, poitivamente<br />

sconfitti a Benevento (1266), gli Uberti ché la propaganda guelfa accusava di scarsa religio-<br />

sono cacciati dalla città, dove nel 1267 i guelfi ritorsità e di eresia chiunque si opponeva al papa.<br />

nano definitivamente. Nel 1283 in un processo po- Dite è la città di Satana, dove sono punite le colpe<br />

stumo per eresia Farinata e la moglie Adelata sono più gravi, quelle a cui concorse anche la ragione. Il<br />

condannati come eretici, le loro ossa esumate e getta- nome si collega a divitia, la ricchezza, e Plutone, il<br />

te nell'Arno e i beni degli eredi confiscati.<br />

dio degli inferi era considerato il dio della ricchezza.<br />

Cavalcante de’ Cavalcanti (sec. XIII) dopo la scon- La fonte di Dante è Virgilio, Eneide, VI, 541 e 540fitta<br />

guelfa di Montaperti (1260) è duramente colpito<br />

nei beni e costretto ad andare in esilio a Lucca. Ri-<br />

550.<br />

torna in patria dopo la sconfitta di Manfredi di Sve- Commento<br />

via a Benevento (1266). Non è però su posizioni irri- 1. Dante dialoga con un politico fiorentino che è anducibili.<br />

Quando le maggiori famiglie fiorentine delle che avversario della sua fazione. Tra i due vi è un<br />

due fazione decidono, alla morte di Farinata, di attua- grande rispetto, perché accomunati dallo stesso ideare<br />

una politica di alleanze con matrimoni, per porre le: la passione politica e l’amore per Firenze. Farina-<br />

fine alle rivalità politiche, egli combina il matrimonio ta dà del «tu» a Dante, che è più giovane. Il poeta dà<br />

tra il figlio Guido e Beatrice, figlia di Farinata del «voi» al fiero avversario.<br />

(1267).<br />

2. Il canto è costruito sul contrasto tra la figura di<br />

Guido Cavalcanti (1255-1300) è amico di Dante ed Farinata, uomo interamente dedito alla politica, e<br />

uno dei maggiori poeti del Dolce stil novo. È un quella di Cavalcante, uomo che invece pensa ai valo-<br />

guelfo bianco. Nel 1284 è nominato membro del ri familiari. Il contrasto è reso anche dall’atteggia-<br />

Consiglio generale del comune. Per il suo carattere mento (l’uno si alza in piedi, l’altro resta a ginoc-<br />

rissoso i priori di Firenze, tra cui Dante, lo mandano chioni), dalla gestualità (il primo ha una forte mimi-<br />

in esilio a Sarzana con i capi dei guelfi neri (1300). ca, il secondo resta statico) e dalla voce (decisa quel-<br />

Ritornato in patria, muore nell’agosto dello stesso la di Farinata, piagnucolosa quella di Cavalcante). Il<br />

Divina commedia. <strong>Inferno</strong>, a cura di P. Genesini 39

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