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Inferno - Letteratura Italiana

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“E te sia rea la sete onde ti crepa”,<br />

disse ‘l Greco, “la lingua, e l’acqua marcia<br />

che ‘l ventre innanzi a li occhi sì t’assiepa!”.<br />

Allora il monetier: “Così si squarcia<br />

la bocca tua per tuo mal come suole;<br />

ché s’i’ ho sete e omor mi rinfarcia,<br />

tu hai l’arsura e ‘l capo che ti duole,<br />

e per leccar lo specchio di Narcisso,<br />

non vorresti a ‘nvitar molte parole”.<br />

Ad ascoltarli er’io del tutto fisso,<br />

quando ‘l maestro mi disse: “Or pur mira,<br />

che per poco che teco non mi risso!”.<br />

Quand’io ‘l senti’ a me parlar con ira,<br />

volsimi verso lui con tal vergogna,<br />

ch’ancor per la memoria mi si gira.<br />

Qual è colui che suo dannaggio sogna,<br />

che sognando desidera sognare,<br />

sì che quel ch’è, come non fosse, agogna,<br />

tal mi fec’io, non possendo parlare,<br />

che disiava scusarmi, e scusava<br />

me tuttavia, e nol mi credea fare.<br />

“Maggior difetto men vergogna lava”,<br />

disse ‘l maestro, “che ‘l tuo non è stato;<br />

però d’ogne trestizia ti disgrava.<br />

121<br />

124<br />

127<br />

130<br />

133<br />

136<br />

139<br />

142<br />

E fa ragion ch’io ti sia sempre allato, 145<br />

se più avvien che fortuna t’accoglia<br />

dove sien genti in simigliante piato:<br />

ché voler ciò udire è bassa voglia”. 148<br />

I personaggi<br />

Giunone, moglie di Giove, è gelosa di Sèmele, figlia<br />

di Cadmo, re di Tebe, con la quale il marito l’aveva<br />

tradita. Punisce crudelmente la fanciulla, quindi si<br />

vendica anche di Cadmo e dei tebani. Fa impazzire<br />

Atamànte, re di Orcómeno, marito di Ino (una delle<br />

figlie di Cadmo), il quale scambia la moglie e i due<br />

figlioletti Melicerta e Learco per una leonessa e due<br />

leoncini e li cattura con le reti. Uccide Learco scagliandolo<br />

contro un sasso. La moglie fugge con<br />

l’altro figlio, e si getta da una ruppe in mare, dove<br />

affoga. Giove poi li trasforma in divinità marine. La<br />

fonte di Dante è Ovidio, Metam., IV, 512-560.<br />

Ecùba, moglie di Priamo, re di Troia, impazzisce<br />

per il dolore quando, divenuta schiava di Ulisse dopo<br />

la distruzione della città, viene a sapere che la figlia<br />

Polisséna era stata uccisa da Pirro sulla tomba<br />

del padre Achille, e che il figlio Polidóro, da lei prediletto,<br />

era stato ucciso da Polimestore, re di Tracia.<br />

La fonte di Dante è Ovidio, Metam., XIII, 399-575.<br />

Griffolino d’Arezzo ha fama di alchimista. Muore<br />

bruciato vivo prima del 1272, con l’accusa di essere<br />

un eretico.<br />

Mirra, figlia del re di Cipro Cinira, s’innamora del<br />

padre e falsa la propria identità per avere un amplesso<br />

con lui. Quando il padre scopre l’inganno, la donna<br />

ripara in Arabia, dove gli dei la trasformano nella<br />

pianta che porta il suo nome. La fonte di Dante è Ovidio,<br />

Metam., X, 298-502.<br />

Gianni Schicchi di Firenze, su richiesta di Simone<br />

Donati, che temeva di essere diseredato dallo zio<br />

Buoso, si sostituisce al morente, chiama il notaio e fa<br />

testamento a favore di Simone, senza dimenticare<br />

Divina commedia. <strong>Inferno</strong>, a cura di P. Genesini 90<br />

121. «E tu vergògnati della sete» disse il greco, «che<br />

ti fa screpolare la lingua e dell’umore guasto che davanti<br />

agli occhi ti gonfia il ventre come una siepe!»<br />

124. E il monetiere: «Che ti si squarci la tua bocca<br />

per la febbre ora come sempre!, perché, se io ho sete<br />

e se l’umor maligno mi gonfia [il ventre], 127. tu hai<br />

l’arsura e il capo che ti duole. Né ti faresti pregar<br />

molto per leccar lo specchio di Narciso (=l’acqua)».<br />

130. Io ero tutto proteso ad ascoltarli, quando il maestro<br />

mi disse: «Continua pure a guardare e tra poco<br />

litigo anch’io con te!». 133. Quando lo sentii parlare<br />

con voce adirata, mi volsi verso di lui con una tale<br />

vergogna che ancora me ne ricordo. 136. Come colui<br />

che sogna e che, mentre sogna, desidera di star sognando,<br />

tanto che desidera di sognare come se non<br />

stesse sognando; 139. così mi feci io, che non riuscivo<br />

a parlare e che volevo scusarmi, ma che mi scusavo<br />

proprio con il silenzio, anche se non credevo di<br />

farlo. 142. «Una vergogna minore della tua lava una<br />

colpa maggiore di quanto la tua non sia stata» disse<br />

il maestro; «perciò deponi ogni rammarico. 145. Fa’<br />

conto che io ti sia sempre a fianco, se mai succederà<br />

che la fortuna ti faccia incontrare genti litigiose come<br />

queste, 148. perché voler ascoltare ciò è un desiderio<br />

meschino.»<br />

il suo tornaconto: una mula (o una cavalla), che doveva<br />

essere di straordinaria bellezza, e un legato di<br />

cento fiorini d’oro. Muore prima del 1280.<br />

Capocchio da Firenze (o di Siena) ha fama di saper<br />

contraffare ogni uomo e ogni cosa che volesse. Muore<br />

bruciato vivo a Siena nel 1293, con l’accusa di essere<br />

alchimista.<br />

Mastro Adamo, forse l’inglese Adam de Anglia,<br />

falsifica monete per i conti Guidi di Romena, un borgo<br />

che sorge nel Casentino, sulla riva destra dell’Arno,<br />

tra Firenze e Bologna. È scoperto, condannato<br />

al rogo e bruciato vivo dai fiorentini nel 1281.<br />

Sinone, un soldato abile nella simulazione, è deliberatamente<br />

lasciato lacero e contuso sulla spiaggia di<br />

Troia dagli achei, che fingono di partire (in realtà si<br />

nascondono dietro l’isola di Tenédo). Egli riesce a<br />

convincere i troiani ad introdurre dentro le mura il<br />

cavallo in legno, nel quale erano nascosti alcuni<br />

guerrieri. Costoro, nel piano escogitato da Ulisse,<br />

devono uscire di notte ed attaccare i troiani immersi<br />

nel sonno, in concomitanza con il ritorno della flotta<br />

achea. Sinone è convincente e il piano di Ulisse riesce.<br />

La fonte di Dante è Virgilio, Eneide, II.<br />

La moglie del re d’Egitto Putifarre vuole sedurre<br />

Giuseppe, figlio del patriarca Giacobbe. Questi la<br />

respinge. Allora la donna, per vendicarsi, lo accusa<br />

presso il marito di averla insidiata (Gn 36).<br />

Commento<br />

1. L’inizio del canto prepara l’incontro con i personaggi<br />

che di lì a poco appaiono. Il poeta usa ben due<br />

riferimenti a storie narrate nella cultura classica – la

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