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Inferno - Letteratura Italiana

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E io a lui: “Se ‘l presente rigagno<br />

si diriva così dal nostro mondo,<br />

perché ci appar pur a questo vivagno?”.<br />

Ed elli a me: “Tu sai che ‘l loco è tondo;<br />

e tutto che tu sie venuto molto,<br />

pur a sinistra, giù calando al fondo,<br />

non se’ ancor per tutto il cerchio vòlto:<br />

per che, se cosa n’apparisce nova,<br />

non de’ addur maraviglia al tuo volto”.<br />

E io ancor: “Maestro, ove si trova<br />

Flegetonta e Letè? ché de l’un taci,<br />

e l’altro di’ che si fa d’esta piova”.<br />

“In tutte tue question certo mi piaci”,<br />

rispuose; “ma ‘l bollor de l’acqua rossa<br />

dovea ben solver l’una che tu faci.<br />

Letè vedrai, ma fuor di questa fossa,<br />

là dove vanno l’anime a lavarsi<br />

quando la colpa pentuta è rimossa”.<br />

121<br />

124<br />

127<br />

130<br />

133<br />

136<br />

Poi disse: “Omai è tempo da scostarsi 139<br />

dal bosco; fa che di retro a me vegne:<br />

li margini fan via, che non son arsi,<br />

e sopra loro ogne vapor si spegne”. 142<br />

I personaggi<br />

Marco Porcio Catone (95-46 a.C.), detto l’Uticense,<br />

è partigiano di Cneo Pompeo. Combatte strenuamente<br />

contro C. Giulio Cesare, che considera un tiranno,<br />

in difesa delle libertà repubblicane. Per non cadere<br />

nelle sue mani, si suicida. Dante lo mette a guardia<br />

del purgatorio, anche se ha usato violenza contro se<br />

stesso, perché la causa del suicidio è l’attaccamento<br />

estremo alla libertà, per la quale è disposto a sacrificare<br />

anche la vita (Pg I, 28-39).<br />

Alessandro Magno (356-323 a.C.) invade e conquista<br />

la Grecia, poi l’Asia Minore e l’Egitto, dove fonda<br />

Alessandria, quindi affronta e sconfigge l’impero<br />

persiano. Con l’esercito giunge sino alle spiagge dell’India,<br />

dove avrebbe affrontato la pioggia di fuoco.<br />

Davanti alla porta di Dite, la città di Lucifero, Virgilio<br />

chiede di entrare, ma i diavoli si rifiutano e gli<br />

chiudono la porta in faccia, e deve intervenire un<br />

messo celeste (If VIII, 82-130).<br />

Capanèo è uno dei sette re che assediano la città si<br />

Tebe per aiutare Polinìce a riprendersi il trono usurpato<br />

dal fratello Etéocle. Durante l’assedio sale sulle<br />

mura della città e da lì offende gli dei. Zeus, sentendosi<br />

offeso dalla sua tracotanza e dalla sua presunzione,<br />

lo uccide colpendolo con un fulmine. Con la<br />

sua morte termina l’assedio alla città. La fonte di<br />

Dante è Stazio, Tebaide X, 897 sgg. Il dannato fa riferimento<br />

alla battaglia di Flegra, in Tessaglia, quando<br />

i giganti danno la scalata al monte Olimpo, la sede<br />

degli dei, ma sono fermati dai fulmini preparati in<br />

fretta e furia da Efesto (Vulcano presso i romani) per<br />

Zeus. La fonte di Dante è Ovidio, Metam. I, 151-162.<br />

Bulicame è un piccolo lago presso Viterbo. Le prostitute<br />

del luogo deviavano fino alle loro case le acque<br />

calde, rosse e sulfuree del fiume che ne usciva. Alcuni<br />

codici hanno pettatrici: le pettinatrici usavano le<br />

acque del fiume per alimentare apposite vasche, dove<br />

lavavano la lana o la canapa.<br />

Divina commedia. <strong>Inferno</strong>, a cura di P. Genesini 56<br />

121. Ed io a lui: «Se questo rigagnolo proviene dal<br />

nostro mondo, perché ci appare soltanto qui, al margine<br />

della selva?». 124. Ed egli a me: «Tu sai che<br />

questo luogo è rotondo e che, sebbene tu sia disceso<br />

girando sempre a sinistra, 127. non hai ancora percorso<br />

tutta la circonferenza. Perciò non devi meravigliarti<br />

se ci appare qualcosa di mai visto». 130. Ed<br />

io ancora: «O maestro, dove si trovano il Flegetónte<br />

e il Letè? Perché dell’uno taci, dell’altro dici che si<br />

forma da questa pioggia di lacrime». 133. «Le tue<br />

domande mi fan sempre piacere» mi rispose, «ma il<br />

bollore dell’acqua rossa ben doveva risolvere una<br />

delle domande che fai. 136. Vedrai il Letè fuori di<br />

questo abisso, là (=nel paradiso terrestre) dove le anime<br />

vanno a lavarsi quando la colpa, di cui si son<br />

pentite, è rimossa.» 139. Poi disse: «Ormai è giunto<br />

il momento di scostarci dal bosco. Cerca di venirmi<br />

dietro: gli argini di pietra, che non son arsi dal fuoco,<br />

ci offrono la strada, 142. poiché sopra di loro<br />

ogni vapore igneo (=ogni fiamma) si spegne».<br />

Il gran veglio (=vecchio) di Creta indica con il<br />

corpo le età che si sono succedute nel corso della<br />

storia umana: l’età dell’oro, dell’argento, del ferro,<br />

del rame. Il poeta vede la storia umana come storia<br />

di decadenza, da una iniziale età felice alla presente<br />

età caratterizzata dalla fragilità della terracotta. La<br />

fonte di Dante è Dn II, 32-33 e Ovidio, Metam. I,<br />

89-131.<br />

Saturno secondo una profezia sarebbe stato spodestato<br />

da uno dei suoi figli. Egli perciò, appena nati, li<br />

divora. La moglie Rea però riesce a sottrargli Zeus<br />

(in latino Giove), e a farlo allevare sul monte Ida<br />

dai Coribanti, i suoi sacerdoti, che danzano al suono<br />

della musica, per coprire i vagiti del bambino. Divenuto<br />

adulto, Zeus detronizza il padre, lo costringe a<br />

vomitare i fratelli. E instaura il nuovo ordine del<br />

mondo, dividendosi il potere con i fratelli: a lui il<br />

cielo, a Poseidone il mare, a Plutone gli inferi. Alle<br />

sorelle niente.<br />

Commento<br />

1. Il canto costituisce un momento di pausa tra il<br />

movimentato canto XIII e il canto XV, che parla di<br />

problemi che toccano direttamente il poeta. Dante<br />

sfrutta la necessità narrativa della pausa, per toccare<br />

in successione tre argomenti: a) porta il lettore ad<br />

incontrare Capanèo, uno dei sette giganti che assediarono<br />

Tebe, che morì fulminato da Giove e che<br />

continua a bestemmiare irrazionalmente gli dei che<br />

lo hanno sconfitto (di qui l’intervento di Virgilio,<br />

che rimprovera aspramente il dannato); poi b) lo<br />

porta a conoscere la geografica dei fiumi infernali<br />

(Acherónte, Stige, Flegetónte, Letè), che confluiscono<br />

nel lago gelato di Cocìto, che si trova nella parte<br />

più bassa dell’inferno; e infine c) lo porta fuori del<br />

tempo e dello spazio, a contatto con il fluire della<br />

storia: Virgilio racconta del gran veglio di Creta, il<br />

cui corpo indica le età secondo cui si è svolta la sto-

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